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Parte il 3 maggio da Assisi la Staffetta blu per l'autismo

    Iniziativa delle famiglie dell'Associazione genitori

    Verstappen è diventato papà, è nata la prima figlia Lily

      Annuncio del pilota: 'Benvenuta, sei il nostro dono più grande'

      Charlotte compie 10 anni, Palazzo diffonde una foto scattata da Kate

        Per il tabloid Daily Mail è già una icona di stile come la madre

        Il David Speciale a Timothée Chalamet

          La cerimonia il 7 maggio in diretta su Rai 1

          Race for the Cure, musei e siti aperti ai partecipanti

            L'iniziativa del Mic per gli iscritti alla maratona a Roma

            Ong, 'oltre 20 raid israeliani su tutta la Siria stanotte'

              Israele, abbiamo colpito una infrastruttura militare in Siria

              Tegola su Afd, per i servizi tedeschi è di estrema destra. Rubio: 'Tirannia mascherata', Berlino: 'Questa è democrazia'

                Vance: 'La Germania ha ricostruito il muro di Berlino'

                Harry perde il ricorso sulla scorta, è scontro con re Carlo

                  Il principe invoca una 'riconciliazione'. La replica di Buckingham Palace: 'Verdetti ripetuti dopo esami meticolosi'

                  Meloni pensa al bis: 'Completo il programma e sarò giudicata'

                    "Con Trump leali, non subalterni". Gli affondi delle opposizioni

                    Ucraina: circa 50 feriti negli attacchi russi su Kharkiv

                      Colpiti edifici e infrastrutture civili, scoppiati incendi

                      Verso il conclave: "Il 7 ci sarà unità", confronto su abusi e scandali

                        "False" le notizie su Parolin. Si aspettano ancora 4 cardinali

                        Pechino apre sui dazi, il disgelo fa volare i mercati

                          Sefcovic: 'Dall'Ue pronta un'offerta da 50 miliardi per gli Usa'

                          Donna accoltellata nel Parmense, il marito muore in un frontale

                            Lei è ricoverata in rianimazione, colpita anche al collo. Due figli di 7 e 10 anni hanno chiesto aiuto

                            Terremoto in Cile di magnitudo 7,4, avvertito anche in Argentina. Rientra l'ordine di evacuazione per lo tsunami

                              Zona altamente sismica. Nel 1960 avvenne, a Valdivia, il più violento terremoto, di magnitudo di 9,4, che provocò uno tsunami che raggiunse le coste di Hawaii, Giappone, Filippine, Nuova Zelanda, Australia e isole Aleutine

                              Butta figlia dal balcone, il fratellino di 7 anni ha tentato di fermare la mamma

                                La donna ammette le proprie responsabilità davanti al gip di Catania

                                La storia del Conclave nella Sistina, dal 1492 ai giorni nostri

                                  La storica dell'arte Francesca Parrilla racconta cosa e' cambiato dall'elezione di Alessandro VI Borgia

                                  Serie A: Vlasic risponde a Perez, Torino-Venezia finisce 1-1

                                    Pari sotto la Mole, spavento per Vanoli: lieve malore in panchina

                                    Tennis: sfuma il sogno di Musetti, Draper in finale a Madrid

                                      L'azzurro ko 6-3 7-6. Il tennista britannico sfiderà Ruud per il titolo

                                      Alla scoperta di The Madness, The Stolen Girl e School Spirits

                                        Accordo sui minerali, gli Usa sbloccano l'invio di armi a Kiev

                                          E Trump chiede un budget record per la difesa americana

                                          Farage dilaga, onda trumpiana sul voto locale inglese

                                            Starmer umiliato in roccaforte rossa. Labour e Tory a picco

                                            Tragico incidente a Stoccarda, auto travolge pedoni: 8 feriti, 3 gravi

                                              Fermato il conducente: è un uomo di 42 anni. Per le forze dell'ordine non c'è più pericolo per la popolazione

                                              Giudice di Lecce: 'Presunta incostituzionalità del dl Flussi'

                                                Sospeso il giudizio in Appello sulla permanenza di due migranti in Cpr

                                                Ue: 'Il mercato unico porto sicuro, ora meno barriere'

                                                  Bozza della riforma, aiuti a Pmi. E per Kiev 'autostrada' per l'adesione

                                                  De Niro, "amo e appoggio" la mia figlia trans

                                                    L'attore dopo il coming out di Airyn alla rivista Them

                                                    L'Onu prepara un'ampia riforma a causa dei vincoli di bilancio

                                                      Wfp, Unicef, Oms,Unhcr verso la fusione in un'unica agenzia umanitaria

                                                      L'attore Russell Brand in tribunale per le accuse di stupro

                                                        A Londra deve rispondere anche di presunte molestie e abusi

                                                        L'Irlanda annuncia una multa da 530 milioni a TikTok, 'invia dati in Cina'

                                                          L'app: 'Non tiene conto delle misure attuali'

                                                          RSS DiariodelWeb.it

                                                          Perché utilizzare un data center

                                                            Il data center è fondamentale per il business di ogni azienda, ospita le principali apparecchiature che permettono di gestire le comunicazioni, i processi di lavoro e i servizi per qualsiasi attività

                                                            Natale 2022: sempre più esperienze sotto l'albero con le Gift Card di TheFork

                                                              L’80% degli utenti desiderano una Gift Card di TheFork a Natale, buoni regalo ottime idee anche in azienda perché aumentano la soddisfazione dei dipendenti

                                                              La crisi economica colpisce anche l'amore

                                                                I sigle italiani spendono meno per gli appuntamenti. Addio a ristoranti lussuosi e location scenografiche, gli appuntamenti del 2022 si fanno con una passeggiata nel parco o un picnic romantico

                                                                Lo scorso 3 dicembre la lotteria di SuperEnalotto ha compiuto 25 anni!

                                                                  Con l’arrivo delle festività natalizie la lotteria del SuperEnalotto lancia una nuova iniziativa “Super Natale”

                                                                  Shopping di Natale: come individuare frodi ed evitare truffe 

                                                                    Le vacanze in arrivo sono una grande opportunità per fare acquisti a buon prezzo, ma anche un momento in cui prestare molta attenzione alle truffe online

                                                                    "Moltivolti" tra i migliori progetti gastronomici solidali del 2022 secondo il Gambero Rosso

                                                                      L'autorevole rivista inserisce il ristorante palermitano, simbolo di integrazione culturale e imprenditoria sociale sostenibile, nel suo "The Best of 2022" che racconta i fatti, le storie, i progetti più interessanti e significativi dell'anno che sta

                                                                      Arnica gel per il dolore: cos’è e quali sono i suoi benefici

                                                                        L’Arnica Montana è una pianta tipica delle zone montuose, un antidolorifico naturale con effetto anche antinfiammatorio

                                                                        Luca Ricolfi: «Nessuna manovra ha mai aiutato i poveri quanto quella del governo Meloni»

                                                                          Il professor Luca Ricolfi, sociologo e saggista, presenta al DiariodelWeb.it il suo ultimo libro «La mutazione»: «Oggi a difendere i deboli è la destra, non più la sinistra»

                                                                          Ernestomeda: Sign e le soluzioni per far dialogare in armonia l’ambiente cucina e la zona living

                                                                            rnestomeda, con il suo progetto Sign, propone un nuovo concetto di ambiente cucina, divenendo una vera e propria estensione del living

                                                                            Mario Benedetto: «Manovra importante e ben fatta, così l’economia italiana può ripartire»

                                                                              Mario Benedetto, giornalista de Il Tempo e professore alla Luiss Business School, commenta al DiariodelWeb.it le misure della prima legge di bilancio del governo Meloni

                                                                              Michelangelo Severgnini: «Il mio film che le Ong vogliono censurare, perché svela la verità sui migranti»

                                                                                Il regista Michelangelo Severgnini racconta la censura subita dal suo film «L’urlo» da parte delle Ong: «Insultato e accusato, una scena raccapricciante»

                                                                                L'inverno parte alla grande nelle vallate dell'Ossola

                                                                                  Il Distretto Turistico dei Laghi, Monti e Valli dell'Ossola inizia il mese dell’Avvento con la storica edizione del Mercatino di Natale di Santa Maria Maggiore

                                                                                  Marco Scurria: «Manovra, obiettivo centrato: un aiuto a famiglie e imprese contro la crisi energetica»

                                                                                    Il senatore Marco Scurria, di Fratelli d’Italia, commenta al DiariodelWeb.it la bozza della legge di bilancio presentata ieri in conferenza stampa da Giorgia Meloni

                                                                                    Trimestrali positive, mercati felici

                                                                                      Gli ultimi dati di bilancio delle società quotate hanno fatto registrare performance migliori del previsto, rafforzando ulteriormente il rimbalzo. Bene le blue chip italiane, che stanno distribuendo cedole ricche. Mentre le obbligazioni...

                                                                                      Giorgia Meloni presenta la sua prima manovra economica «frutto di scelte politiche»

                                                                                        «L'approccio che abbiamo avuto è come quello di un bilancio familiare, quando mancano le risorse non sei lì a preoccuparti per il consenso ma su cosa sia giusto fare», ha detto il presidente del Consiglio illustrando la legge di bilancio

                                                                                        Gas, la commissione UE propone un «price cap» impraticabile

                                                                                          Bruxelles ha individuato il tetto massimo a 275 euro al megawattora, più del doppio del livello attuale. Il contenimento scatterà a condizioni particolari e potrà esser rimosso immediatamente in caso di problemi approvvigionamento

                                                                                          Vendita Ita Airways, Giorgetti: «Siamo aperti a tutti»

                                                                                            Ieri però MSC, il gruppo crocieristico che insieme alla compagnia aerea tedesca Lufthansa aveva avanzato una manifestazione d'interesse per il vettore italiano, ha annunciato il suo ritiro dalla procedura.

                                                                                            Confartigianato approva la Manovra ma chiede un nuovo patto con lo Stato

                                                                                              Imprese strette tra il caro energia e una pressione fiscale elevata: «Si incentivi chi scommette sul proprio futuro: chi apre una nuova azienda e ancor di più chi decide di assumere»

                                                                                              A 67 anni se ne va Bobo Maroni

                                                                                                Storico membro della Lega, di cui fu anche segretario dal 2012 al 2013, e presidente della regione Lombardia dal 2013 al 2018. Nella sua carriera era stato ministro dell’Interno per due volte.

                                                                                                L'inflazione porta a 2,3 milioni di famiglie in povertà assoluta

                                                                                                  Gli impatti del caro-prezzi saranno particolarmente gravi per le famiglie già più vulnerabili, che destinano a spese essenziali (alimentari, affitti, acqua, luce e gas, salute) il 76% del proprio reddito.

                                                                                                  Quotazione dei diamanti: i fattori che incidono sul loro valore

                                                                                                    Il valore dei diamanti rimane stabile nel tempo e non è soggetto ai cambiamenti che avvengono nei mercati finanziari. Ecco quali sono gli aspetti che incidono sul loro valore

                                                                                                    A Bergamo il plenum dei Sindaci: al Governo chiediamo attenzione

                                                                                                      Si apre l'assemblea annuale numero 39 con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Giovedi «debutta» Giorgia Meloni. Sfilata di nuovi Ministri.

                                                                                                      Gli italiani e il fumo: i prodotti senza combustione sono percepiti come meno dannosi

                                                                                                        Il 71,8% dei fumatori conosce le sigarette elettroniche e il 54,0% i prodotti a tabacco riscaldato. I livelli di conoscenza dei prodotti innovativi sono maggiori nella fascia di età 18 e 34 anni e tra chi possiede livelli di istruzione più elevati

                                                                                                        Futuro del lavoro: italiani «pessimisti»

                                                                                                          Ben il 65% degli occupati non ritiene di svolgere mansioni gratificanti, è insoddisfatto; e guardando ai prossimi cinque anni i lavoratori italiani si dicono sfiduciati escludendo l'ipotesi di un miglioramento di livello.

                                                                                                          Guido Crosetto: «Estendere il decreto armi allUcraina a tutto il 2023»

                                                                                                            Il Ministro della Difesa in una intervista al Foglio: «Mi aspetto che chi ha votato quel decreto varato dal governo Draghi non avrà problemi a ribadire la sua posizione»

                                                                                                            Gli articoli del Il Mattino

                                                                                                            Italia, la realtà batte le previsioni

                                                                                                            • Primo Piano

                                                                                                            A fine mattina di ieri S&P ha rivisto al ribasso le sue previsioni sul PIL mondiale e di vari Paesi avanzati ed emergenti per il 2025, a causa delle possibili turbolenze di una guerra commerciale...

                                                                                                            Made in Italy, volano le esportazioni extra Ue: «Non solo Stati Uniti»

                                                                                                            • Cambio di Paradigma

                                                                                                            L’Italia è partita con il piede giusto anche nei primi tre mesi del 2025 a proposito di export verso i Paesi extra Ue, in attesa di verificare che tipo di impatto produrranno i dazi Usa...

                                                                                                            Microcosmo, così le piante si coltivano anche al chiuso

                                                                                                            • Cambio di Paradigma

                                                                                                            A prima vista sembra una camera, forse una serra. In realtà è un ecosistema. Si chiama Microcosmo ed è nato per coltivare la terra dove la terra sembra impossibile: nei deserti,...

                                                                                                            I produttori europei e le carte da giocare sui dazi

                                                                                                            • Cambio di Paradigma

                                                                                                            «Grande è la confusione sotto il cielo»: la famosa frase attribuita al “Grande Timoniere”, Mao Tse Tung (e che alcuni fanno in realtà risalire a Confucio),...

                                                                                                            Morto Santo Romano, il giallo dei post. La madre dell’assassino: «Mio figlio non c’entra»

                                                                                                            • Napoli

                                                                                                            Ha deciso di rivolgersi alla polizia postale, chiede che venga fatta chiarezza su una storia che - spiega - rischia di danneggiare il figlio. Omicidio di Santo Romano, rompe il silenzio la madre del...

                                                                                                            Da Pozzuoli a Varcaturo, lunghe code e gran caos per i lidi. Il prefetto: «Sos ai sindaci»

                                                                                                            • Napoli

                                                                                                            Prove d’estate nei Campi Flegrei e sul litorale domiziano, litorali e arenili presi d’assalto tra Pozzuoli, Bacoli e Giugliano: traffico in tilt, paralisi di ore. Viabilità...

                                                                                                            Turismo in Costiera, è tutto esaurito: «Vico fa il pieno di stranieri»

                                                                                                            • Napoli

                                                                                                            Migliaia di turisti hanno deciso di trascorrere il ponte del primo maggio in penisola sorrentina ma raggiungere la Costiera si è rivelato un vero e proprio incubo. Così come si...

                                                                                                            Capri e Ischia, l'assalto dei vip: Angela Merkel torna ai Maronti

                                                                                                            • Napoli

                                                                                                            Tre lunghi ponti uno dietro l’altro, un regalo del calendario che non si vedeva da tempo. La macchina del “turismo” a Ischia si è rimessa in moto, la filiera...

                                                                                                            Circumvesuviana, treno deraglia: «Trema tutto il vagone» | Video

                                                                                                            • Napoli

                                                                                                            Ancora un treno della Circumvesuviana fermo per un'avaria. Ieri, dopo che del fumo bianco aveva raggiunto i vagoni, un treno era stato costretto a fermarsi tra Torre Annunziata e Pompei. Secondo...

                                                                                                            Napoli, il ministro Giuli in visita all'Albergo dei poveri: «Sarà modello per Italia e Europa»

                                                                                                            • Napoli

                                                                                                            «Ci avviamo a vedere qui a Napoli, nelle istituzioni che sorreggono le iniziative del Comune, dell'Università, della scuola, qualcosa di gigantesco a livello di formazione,...

                                                                                                            Angela Merkel ad Ischia, il ritorno dopo dieci anni: l'alloggio a borgo Sant'Angelo

                                                                                                            • Napoli

                                                                                                            L'ex cancelliera tedesca Angela Merkel dopo 10 anni di assenza è tornata a Ischia per trascorrere alcuni giorni di vacanza. E' giunta sull'isola verde con un traghetto di linea...

                                                                                                            Meloni: «Io troppe volte vittima di attacchi sessisti nel silenzio dei paladini dei diritti. Utilizzo strumentale dell'antifascismo»

                                                                                                            • Primo Piano

                                                                                                            Il bilancio sulle «tantissime cose fatte» e quelle ancora da realizzare. Il ponte sullo Stretto e le riforme, in testa il premierato che resta la “madre” di tutte le...

                                                                                                            Guerra Ucraina-Russia, Trump prepara il primo pacchetto di aiuti da 50 milioni per Kiev: ci sono hardware e sistemi per la difesa

                                                                                                            • Primo Piano

                                                                                                            L'accordo discusso all'interno della basilica di San Pietro e poi formalizzato nei giorni successivi sulle terre rare tra Stati Uniti e Ucraina, dà i suoi primi effetti tangibili sulla...

                                                                                                            ​Vaticano, Alta Corte inglese condanna Santa Sede a pagare oltre 4 milioni euro al finanziere Raffaele Mincione

                                                                                                            • Primo Piano

                                                                                                            Il Vaticano è stato condannato dall'Alta Corte di Giustizia inglese. La Segreteria di Stato della Santa Sede dovrà pagare al finanziere italo-britannico Raffaele Mincione...

                                                                                                            Suore di clausura in fuga dal convento, l'ex badessa: «In 4 scrissero al papa che le maltrattavo. Solo calunnie, pronta a fare causa»

                                                                                                            • Primo Piano

                                                                                                            Suor Aline Pereira Ghammachi si trova fuori città per motivi personali. L’ormai ex madre abbadessa, finora la più giovane in Italia, ha acconsentito a parlare, per fare...

                                                                                                            Enzo Giordano morto a 71 anni, era il proprietario di Varenne: la leggenda del trotto

                                                                                                            • Sport

                                                                                                            Scende un velo di tristezza sul Gran premio Lotteria di domenica ad Agnano. Stamane è deceduto Enzo Giordano, 71 anni, il proprietario di Varenne, la leggenda del trotto. Era ricoverato da...

                                                                                                            Vesuvio, turisti da tutta Italia e dall'estero: oltre 2700 accessi al cratere il 1° maggio

                                                                                                            • Napoli

                                                                                                            Sono 2.786 i visitatori e i turisti che il 1° maggio sono saliti sulla vetta del Vesuvio. Un risultato lusinghiero, complice anche il bel tempo. «Anche per il 1° maggio il Cratere del...

                                                                                                            Napoli, sequestrati 10.000 articoli abusivi in via Toledo: multe per un totale di 25mila euro

                                                                                                            • Napoli

                                                                                                            A Napoli intensificati i controlli volti al contrasto del commercio abusivo, della contraffazione e di altre forme di illegalità, a partire da via Toledo, arteria storica del centro...

                                                                                                            Napoli, rifiuti sulla spiaggia delle Monache a Posillipo dopo l'assalto del 1° maggio

                                                                                                            • Napoli

                                                                                                            Il 1° maggio è stata una giornata all'insegna del sole e del relax per molti napoletani e non solo, la città è stata invasa dai turisti. In particolare la bellissima...

                                                                                                            Napoli, violenta rissa a Porta Capuana. Borrelli: «Varcato punto di non ritorno»

                                                                                                            • Napoli

                                                                                                            È scoppiata, nella notte del Primo Maggio, una violenta rissa a Porta Capuana. A denunciarlo è stato il deputato di Alleanza Verdi Sinistra Francesco Emilio Borrelli sui suoi...

                                                                                                            Libero Quotidiano contents

                                                                                                            Atp Madrid, Musetti ko in due set: Draper in finale

                                                                                                              Lorenzo Musetti ha perso in due set la semifinale del torneo Atp Masters 1000 sulla terra battuta di Madrid, in Spagna. Il britannico Jack Draper ha vinto 6-3 e 7-6 in un'ora e 57 minuti e si è guadagnato la finale, dove incontrerà Casper Ruud.

                                                                                                              Quest'ultimo è il primo finalista del Masters 1000 di Madrid, in corso sui campi in terra battuta della Caja Magica. Il tennista norvegese, numero 15 del ranking Atp, ha battuto in due set con il punteggio di 6-4, 7-5, in un'ora e 51' di gioco, l'argentino Francisco Cerundolo, 21° nella classifica mondiale. Così si è dunque guadagnato la finale, dove incontrerà Draper.

                                                                                                              Otto e Mezzo, Tomaso Montanari contro Meloni e i suoi elettori: "Sudditi, ignoranza"

                                                                                                                Tomaso Montanari interpellato da Lilli Gruber. A Otto e Mezzo, nella puntata in onda venerdì 2 maggio su La7, si torna a parlare dell'intervista rilasciata da Giorgia Meloni all'Adnkronos. Qui - spiega la conduttrice - la premier ha detto chiaro e tondo: "Con Trump leali ma non subalterni". Quanto basta a scatenare il rettore dell'Università per stranieri di Siena: "Non siamo subalterni? Se lo si deve precisare è perché sa bene che Trump è imprevedibile. Io non vedo questo moderatismo. Nell'intervista ha ribadito la necessità del premierato e del controllo dei magistrati, tutto questo non è affatto moderato".

                                                                                                                Non mancano poi altre sparate: "Siamo qualcosa che assomiglia all'Ungheria di Orban. Attaccano le università perché sono un nemico di questa comunicazione che punta sull'ignoranza, parla al suddito. L'ignoranza generale aiuta queste retoriche a fare presa".

                                                                                                                 

                                                                                                                [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:42299083]]

                                                                                                                 

                                                                                                                Gli attacchi di Montanari a Meloni non sono nuovi. Basti pensare che a PiazzaPulita sul presidente del Consiglio commentava: "Il problema della Meloni non è il fascismo, ma che non si veda troppo che sono fascisti. Una doppia verità in cui la preoccupazione ossessiva è: la linea è che il fascismo non è un problema, se si vede troppo che sono fascisti questa linea cade". E ancora: "Ma n0n c'è mai nessuna discussione sul fatto di avere una distanza da quelle idee, da quella retorica, è pacifico nella chat che lo sono tutti, lei compresa, solo che non si deve far vedere".

                                                                                                                Macron, l'Eliseo risponde a Libero: ma...

                                                                                                                  "Emmanuel Macron spera di trovare una seggiola da qualche parte. Magari in Vaticano, grazie all’arcivescovo metropolita di Marsiglia, il cardinale Jean-Marc Noël Aveline, che ha voluto insignire nel 2022 della prestigiosa Légion d’honneur". Questo quanto riportato da Libero in un articolo uscito in data 29 aprile. Una ricostruzione avvenuta quando il presidente francese ha incontrato i porporati francesi. A riguardo, veniva aggiunto: "Se riuscisse a far salire il suo porporato preferito al soglio pontificio, il capo dello Stato francese in un colpo solo riacquisterebbe un peso internazionale e ricucirebbe le tensioni con la Santa Sede. La distanza da recuperare è considerevole. Durante dodici anni di pontificato, Papa Francesco ha compiuto tre viaggi apostolici in Francia senza mai visitarne la capitale". 

                                                                                                                  Ecco allora che tornando alla cronaca del giorno, Libero spiegava: "Roma val bene una cena, come quella che è stata offerta a Villa Bonaparte, e alla quale hanno partecipato i cardinali elettori Philippe Barbarin, Christophe Pierre, Francois-Xavier Bustillo e, naturalmente, Aveline, presidente della Conferenza episcopale francese. Insomma, dopo essere stato respinto senza troppe cerimonie dai colloqui fra Donald Trump e Volodymyr Zelensky nella Basilica di San Pietro, il presidente francese ambisce ad entrare almeno dalla finestra della Cappella sistina. Si è dimenticato che il veto in Conclave è stato abolito da san Pio X. Pensa di ricalcare le orme del suo più ben più augusto predecessore Charles De Gaulle, che convocò i cardinali d’Oltralpe dopo la morte di Pio XII per raccomandare loro la nomina di Angelo Roncalli, già nunzio apostolico a Parigi e considerato chissà perché organico agli interessi francesi. Fatto sta che il candidato bergamasco dell’Eliseo fu eletto, prese il nome di Giovanni XXIII e inaugurò il Concilio Vaticano II che trasformò la Chiesa cattolica. Nonostante il sostegno- non richiesto – da parte della Repubblica laica, ora è pure santo". 

                                                                                                                  Quanto è bastato a scatenare l'Eliseo. Con un post su X la residenza ufficiale del presidente francese ha bollato come "falso" la ricostruzione. E ancora: "Pranzando con i cardinali francesi, il presidente della Repubblica si è conformato agli usi repubblicani in vigore e rispettati dai suoi predecessore durante i funerali di un Papa". Eppure, visto che è stata necessaria una smentita, il sospetto sulle reali intenzioni di Macron rimane.

                                                                                                                  Stoccarda, auto sulla folla: diversi feriti, anche gravi

                                                                                                                    "Sono rimaste ferite 8 persone di cui tre gravi". Lo scrive la polizia di Stoccarda su X dopo che un'auto si è lanciata sulla folla. Almeno una persona ha avuto bisogno di essere ricoverata in rianimazione. Per le autorità "non c'è più pericolo per la popolazione", visto che il conducente è stato fermato e ascoltato dalla polizia. Il fatto è avvenuto nel centro di Stoccarda intorno alle 17.50, quando una Mercedes classe G nera ha investito diversi passanti sulle strisce pedonali che stavano raggiungendo la fermata della linea del tram. 

                                                                                                                    Non è ancora chiaro cosa sia successo al conducente della Mercedes, una persona di 42 anni. Ma per la polizia si è trattato di "un tragico incidente". L'area attorno all'incrocio è stata chiusa al traffico e anche le linee urbane e della metropolitana sono sospese fino a nuovo avviso. 

                                                                                                                    In ogni caso le autorità riferiscono che non ci sono "indicazioni di un attacco. Sulla base delle nostre indagini, tuttora in corso, i nostri colleghi sulla scena ritengono che questo sia stato un tragico incidente".

                                                                                                                    Auto sulla folla a #Stoccarda: ci sono feriti, l’uomo alla guida è stato fermato https://t.co/lXJE7SE2tH pic.twitter.com/NDBheymDQb

                                                                                                                    — Tg La7 (@TgLa7) May 2, 2025

                                                                                                                    Affari Tuoi "cancellato": cosa accade in Rai

                                                                                                                      Novità nei palinsesti Rai. Stefano De Martino infatti non andrà in onda venerdì 2 maggio. La puntata di Affari Tuoi è stata "cancellata" per far spazio a L'Eredità. Ecco allora che la fascia oraria dopo l’edizione delle 20 del Tg1 fa spazio a Bruno Vespa e Cinque Minuti e, successivamente, a Marco Liorni. Il conduttore di Rai 1 raddoppierà e – dopo la tradizionale puntata della fascia preserale – condurrà una puntata inedita ("Tutti in viaggio") del game show di Rai 1 in prima serata.

                                                                                                                      Tra i concorrenti ci saranno sei coppie di vip tra cui Martina Colombari e Alessandro Costacurta; il duo comico Fabio Balsamo e Ciro Priello, Francesco Pannofino con Emanuela Rossi, Barbara Foria e Francesco Paolantoni, Giuseppe Zeno e Margareth Madè e Alba Parietti con il figlio Francesco Oppini.

                                                                                                                       

                                                                                                                      [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:42469287]]

                                                                                                                       

                                                                                                                      Voci riportate da Giuseppe Candela vedono dietro la cancellazione di Affari Tuoi alcuni recenti cambi di palinsesto. Il motivo? La morte di papa Francesco dello scorso aprile che ha visto viale Mazzini cambiare in corsa la programmazione. Il game show di De Martino tornerà regolarmente in onda a partire da sabato 3 maggio, mentre domenica 4 maggio è previsto l’appuntamento speciale in prima serata.

                                                                                                                      Biella, urla e minacce sotto la sede di FdI: "I camerati devono morire"

                                                                                                                        L'odio rosso non si placa. In occasione del Primo maggio, un corteo ha insultato e minacciato gli esponenti di Fratelli d'Italia. È accaduto a Biella. Qui un giovane di sinistra, partecipante al corteo, ha gridato contro gli esponenti di FdI che si trovavano sul balcone della sede di via Italia: "I camerati devono morire". Queste le parole riprese in un video del consigliere regionale Davide Zappalà.

                                                                                                                        Immediata la reazione del sindaco Marzio Olivero: "Alla manifestazione del Primo Maggio c’è stata una mancanza di rispetto da parte di quanti hanno trasformato la festa dei Lavoratori in una manifestazione di partito, ignorando il non trascurabile fatto che vi sono anche lavoratori che non si identificano con la sinistra".

                                                                                                                         

                                                                                                                        [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:42407766]]

                                                                                                                         

                                                                                                                        Olivero definisce "irrispettoso che sia stata trasformata in una sarabanda pre-referendaria e antigovernativa, senza considerare che non tutti, a oggi la maggioranza del Paese, possono gradire di dover sfilare tra le bandiere del Pd e quelle con falce e martello, tra i saluti col pugno chiuso, gli striscioni di Alleanza Verdi Sinistra e quelli dell’Anpi". E il Pd? Presto detto. Il segretario dem, Andrea Basso, condanna sì come "inopportuna la frase urlata, come abbiamo detto fin da subito", ma "non può qualificare un’intera manifestazione". 

                                                                                                                        Principe Harry, clamorosa sconfitta in tribunale: "Una trappola"

                                                                                                                          Niente scorta per il principe Harry. Il secondogenito di Carlo III ha perso il suo ricorso contro la decisione del governo britannico di ridurre la sua protezione da parte della polizia nel Regno Unito, in seguito alla rottura con la famiglia reale e al suo trasferimento negli Stati Uniti. Il giudice ha sì ammesso di essere rimasto commosso dalle "argomentazioni potenti e toccanti" del Duca di Sussex, ma per lui non costituiscono "un fondamento legale per contestare" la decisione del governo. 

                                                                                                                          Una decisione che avrebbe devastato il diretto interessato. Durante un'intervista alla Bbc ha raccontato i suoi rapporti con il padre, Re Carlo: "Non vuole parlarmi per via della questione della sicurezza". A riguardo si è detto "deluso". La sua sconfitta in tribunale è una "buona vecchia trappola istituzionale". Motivo per cui ha incolpato la Casa Reale di aver influenzato la decisione di ridurre la sua sicurezza.

                                                                                                                           

                                                                                                                          [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:42289935]]

                                                                                                                           

                                                                                                                          Alla domanda se avesse chiesto a suo padre, il re, di intervenire nella disputa sulla sicurezza, il principe ha dunque risposto: "Non gli ho mai chiesto di intervenire, gli ho chiesto di farsi da parte e lasciare che gli esperti facessero il loro lavoro". Dopo l'accaduto, "non riesco a immaginare un modo in cui riporterei mia moglie e i miei figli nel Regno Unito". Immediata, e secca, la replica di Buckingham Palace: "Tutte queste questioni sono state esaminate ripetutamente e meticolosamente da varie corti, con le stesse conclusioni in ogni occasione".

                                                                                                                          Ciao Maschio, Leo Gassman sconvolge De Girolamo: "Recitare con papà? Cosa rispondo"

                                                                                                                            Leo Gassman sarà ospite di Nunzia De Girolamo a Ciao Maschio su Rai 1. Ecco alcune anticipazioni della puntata che andrà in onda sabato 3 maggio.

                                                                                                                            Alla domanda della De Girolamo ‘’Hai un cognome ingombrante, il nonno, il papà, non hai mai avuto paura del confronto?’’ Il cantautore e attore ha risposto: ‘’No, non ne ho mai avuto paura, anche perché credo che il confronto sia necessario, ognuno di noi si deve confrontare con il proprio passato. Io stimo la mia famiglia per quello che ha fatto e per quello che sta facendo ancora oggi, però quello che secondo me ognuno di noi deve capire è che noi siamo individui singoli, arriviamo su questo mondo con le nostre gambe e ce ne andremo con le nostre gambe. E credo che sia un diritto di tutti inseguire quello che più ci rende felici.

                                                                                                                             

                                                                                                                            [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:41743944]]
                                                                                                                             
                                                                                                                            "Fortunatamente – ha proseguito Gassmann - questo l'ho capito anche grazie alla mia famiglia, perché poi il modo in cui noi viviamo le nostre vite è anche in parte grazie a come ci hanno cresciuto. In casa mia non c'è mai stata rivalità, noi non parliamo di lavoro a casa. L'ambizione c'è dentro di me, nel senso che quando non vinco o quando comunque le cose non vanno come avrei voluto, come avrei sperato, ci soffro tanto. Però è un'ambizione dell'io bambino, non è un'ambizione legata al concetto di famiglia. Noi, ripeto, in casa non parliamo mai di lavoro, al massimo ci facciamo i complimenti, però poi dopo si ferma là, parliamo di cose molto diverse, parliamo di vita, parliamo di politica, di passioni, di ricordi.
                                                                                                                             
                                                                                                                            "Non so se tu da grande vuoi fare il cantante o l'attore, ma una cosa te la devo chiedere, se ti proponessero un film con papà, accetti?", ha poi chiesto la De Girolamo.  "Dipende dalla storia - ha chiosato Leo Gassmann - nel senso che anche papà penserebbe la stessa cosa. Però sicuramente condividere qualcosa con i miei genitori sarebbe una cosa bellissima. Il bello dell'arte è proprio questo, che può rendere immortale un momento, quindi quando sarò pronto, quando ci sarà l'occasione, perché no?’’.

                                                                                                                             

                                                                                                                            [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:42462916]]

                                                                                                                            Vaticano, l'Alta Corte di Giustizia inglese ha condannato la Santa Sede a pagare oltre 4 milioni

                                                                                                                              Il Vaticano condannato a pagare un'ingente multa. L'Alta Corte di Giustizia inglese ha infatti condannato la Segreteria di Stato della Santa Sede a pagare al finanziere italo-britannico Raffaele Mincione circa 3,5 milioni di sterline (ossia 4,1 milioni di euro), oltre interessi, a titolo di parziale rimborso spese sostenute dallo stesso e dal suo fondo di investimento regolamentato Wrm. Questi ultimi - riporta l'Adnkronos - "ingiustamente accusati di disonestà, frode e cospirazione avanzate da alti funzionari della Santa Sede". Il processo è legato all'acquisto da parte della Segreteria di Stato di un immobile a Chelsea, nel centro di Londra, per 275 milioni di sterline nel 2018.

                                                                                                                              La Santa Sede sarà cosi costretta a versare entro questo mese, "con ulteriori somme da corrispondere in seguito", l'ammontare deciso. Mincione, che era stato processato in Vaticano per presunta frode ai danni della Segreteria di Stato della Santa Sede, "è stato assolto da tutte le accuse di frode riguardanti anche l'uscita della Segreteria di Stato dall'investimento nel 2018, ma condannato per appropriazione indebita per aver violato un'oscura norma di diritto canonico sulla gestione dei beni ecclesiastici in relazione all'investimento da parte di Credit Suisse e Banca della Svizzera Italiana nel fondo di investimento regolamentato Wrm, in qualità di gestori patrimoniali della Segreteria di Stato. Mincione - proseguono i suoi legali - ha presentato appello contro la condanna".

                                                                                                                               

                                                                                                                              [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:42464181]]

                                                                                                                               

                                                                                                                              "Sono orgoglioso che questi fatti siano stati finalmente esaminati da un sistema giudiziario veramente indipendente, che mi ha scagionato da accuse di disonestà, frode e cospirazione - ha commentato lo stesso Mincione all'agenzia - Ringrazio il giudice inglese per averci riconosciuto le spese legali, a dimostrazione di chi sono i veri vincitori e perdenti di questo triste caso. Per la prima volta, sono anche lieto di condividere l'opinione del Promotore di Giustizia dello Stato della Città del Vaticano, Alessandro Diddi, il quale in passato ha espresso viva soddisfazione per l'esito di questo procedimento in Inghilterra. Resto cattolico e credo che la Chiesa debba e possa essere migliore di così".

                                                                                                                              Italia-Kuwait, l’ambasciatore Al Qahtani: forte cooperazione nell’aviazione civile, difesa e sanità

                                                                                                                                Le relazioni di cooperazione bilaterale tra Kuwait e Italia “sono radicate e storiche in diversi campi tra i quali: difesa militare, sanità e investimenti, e si estendono ad altri settori come l’aviazione civile e altri ambiti”. Lo conferma l’ambasciatore dello Stato del Kuwait a Roma, Nasser Sanhat al Qahtani, durante un’intervista ad “Agenzia Nova”. In particolare, l’ambasciatore Al Qahtani ha fatto riferimento al memorandum di intesa sottoscritto lo scorso novembre durante la visita nel Paese del Golfo del presidente dell’Ente nazionale per l’aviazione civile (Enac), Pierluigi Di Palma, per l’avvio di una cooperazione bilaterale tecnica in materia di aviazione civile, soprattutto sui temi di safety e security. A proposito di quest’intesa, il diplomatico ha commentato: “L’obiettivo della parte kuwaitiana è trarre beneficio dall’esperienza di Enac nel campo dell’aviazione civile, soprattutto gli aspetti relativi alla sicurezza a livello di trasporto aereo, di aeroporti e formazione”.

                                                                                                                                “Al fine di conseguire l’obiettivo dello Stato del Kuwait, la questione è stata seguita dall’ambasciata a Roma, sia con Enac che con Ita Airways”, ha spiegato l’ambasciatore a “Nova”. Alla fine del mese scorso, il presidente dell’Enac Di Palma ha accolto a Roma una delegazione dello Stato del Kuwait, guidata dal presidente dell’Autorità dell’aviazione civile Dgca, Hamoud Mubarak Al Sabah. Gli sforzi condotti dalla missione diplomatica kuwaitiana, in cooperazione con Enac e Ita Airways, “sono stati coronati con la visita del presidente dell’Aviazione civile kuwaitiana a Roma nel mese di aprile scorso, durante cui c’è stata la sottoscrizione di un verbale di riunione tra i due enti, anche per incentivare i voli diretti di Ita Airwaiys da e per il Kuwait. Al momento, sono in corso comunicazioni tra Ita e l’Ente dell’aviazione civile kuwaitiana per firmare un accordo in questo senso”, ha affermato l’ambasciatore durante l’intervista. Inoltre, ha proseguito Al Qahtani, “da parte mia vedo che c’è grande volontà di raggiungere dei voli diretti. Proprio come la lingua è un ponte tra i popoli, anche i voli diretti tra le Nazioni costituiscono un ponte tra i popoli per la comunicazione e gli scambi culturali e anche per promuovere il settore del turismo, del commercio e degli investimenti, soprattutto con l’incremento dei turisti kuwaitiani verso l’Italia. Questi voli diretti faciliteranno i loro viaggi in Italia aprendo rotte dirette da e per il Paese del Golfo insieme a Kuwait Airways, che effettua già otto voli settimanali per l’Italia tra Roma e Milano”.

                                                                                                                                Parlando con “Nova”, l’ambasciatore Al Qahtani ha anche menzionato il progetto del nuovo aeroporto internazionale del Kuwait, situato vicino all’attuale aeroporto al centro di Kuwait City con una superficie molto ampia. Una volta operativo, l’aeroporto dovrebbe disporre della pista più lunga del mondo (quattro chilometri) ed essere in grado di contenere inizialmente 25 milioni di turisti all’anno, mentre l’attuale scalo nel 2024 ne ha registrato circa 16 milioni. L’ambasciatore ha sottolineato che, “tenendo conto della sospensione dei voli per il Kuwait da parte di altre compagnie aeree come la British Airways e Lufthansa, si tratta di un’ottima opportunità per Ita che sarà l’unica compagnia a volare in Kuwait e sarà quindi l’unico vettore per l’Europa”. Al Qahtani ha aggiunto: “Considerando la posizione strategica del Kuwait tra Oriente e Occidente, ed essendo un punto strategico e importante di collegamento tra Paesi come India, Cina, Pakistan e Bangladesh, sarà un’opportunità preziosa per Ita, che sarà l’unica compagnia che opererà questi voli per i cittadini asiatici che desiderano venire in Europa”.

                                                                                                                                Nel corso dell’intervista con “Nova”, l’ambasciatore Al Qahtani ha anche parlato della forte cooperazione tra Italia e Kuwait nel settore della difesa. “Le relazioni tra lo Stato del Kuwait e la Repubblica italiana nell’ambito della Difesa sono storiche e radicate”, ha evidenziato il diplomatico, sottolineando il ruolo dell’Italia nella “liberazione del Kuwait nel 1991” e citando l’accordo siglato nel campo della difesa tra i due Paesi nel 2003. “Quest’accordo è stato il quadro principale da cui sono emersi altri accordi tra le due parti, soprattutto per quanto riguarda la formazione e l’addestramento dei piloti kuwaitiani sia in Kuwait sia in Italia”, ha spiegato Al Qahtani. In questo contesto, il diplomatico ha anche evidenziato l’accordo con Leonardo, in base al quale il Kuwait ha acquistato 28 Eurofighter nel 2016, di cui finora sono stati ricevuti 19 velivoli. “Quest’accordo è stato molto importante per la nostra Aeronautica militare e il nostro ministero della Difesa, per le caratteristiche che contraddistinguono gli Eurofighter e per i loro sistemi moderni”, ha sottolineato Al Qahtani, aggiungendo che è stato “una conseguenza della fiducia che ha il Kuwait nelle industrie italiane nel settore della difesa e per confermare che l’Italia è un nostro partner strategico”.

                                                                                                                                L’ambasciatore ha affermato inoltre che la cooperazione in materia di difesa tra Italia e Kuwait “costituisce un modello che contraddistingue questo partenariato tra le due parti”. Nelle sue dichiarazioni a “Nova”, Al Qahtani ha citato le recenti visite di alto livello tra i due Paesi, in particolare quella del ministro della Difesa, Guido Crosetto, in Kuwait a dicembre, così come quella del mese scorso in Italia del sottosegretario di Stato al ministero della Difesa kuwaitiano, Sheikh Dr. Abdullah Meshaal Mubarak Abdullah Al Sabah, accompagnato da una delegazione militare di alto livello. Nel corso della sua visita, il sottosegretario kuwaitiano ha avuto un incontro con il ministro Crosetto, oltre a colloqui con l’omologo Matteo Perego di Cremnago, con cui ha discusso i rapporti tra i rispettivi Paesi al fine di esplorare nuovi orizzonti di cooperazione in campo militare, tra cui la cybersicurezza. Nell’occasione, Meshaal Mubarak Abdullah Al Sabah ha invitato Perego a visitare lo Stato del Kuwait. Inoltre, la delegazione kuwaitiana ha visitato le sedi di aziende come Fincantieri, Rheinmetall Italia, Mbda e Leonardo.

                                                                                                                                Non solo nei campi dell’aviazione civile e della difesa. “Kuwait e Italia condividono la volontà di rafforzare le relazioni nel settore sanitario”, ha dichiarato a “Nova” Al Qahtani, spiegando anche di aver avuto un incontro con il ministro della Salute italiano, Orazio Schillaci. “Il Kuwait è molto interessato a rafforzare la cooperazione in questo campo, soprattutto per quanto riguarda le malattie gravi, patologie infantili, i trapianti di organi, così come la ricerca scientifica, l’assistenza sanitaria e lo scambio di esperienze tra le due parti, di cui può usufruire la parte kuwaitiana”, ha sottolineato il diplomatico. “Il settore sanitario in Italia è molto avanzato ed é anche migliore rispetto ad altri Paesi europei”, ha proseguito Al Qahtani, citando molti centri di eccellenza italiani, tra cui il Centro cardiologico di Monza, il San Raffaele di Milano, il Policlinico Gemelli e il Bambin Gesù di Roma. Secondo quanto spiegato dall’ambasciatore, al fine di promuovere e ampliare la cooperazione sanitaria tra le due parti, il ministro Schillaci inviterà il titolare del ministero della Salute del Kuwait, attualmente Ahmad al Awadhi, a visitare l’Italia per discutere della cooperazione in questo campo.

                                                                                                                                Infine, per quanto riguarda il settore energetico, l’ambasciatore Al Qahtani ha menzionato il caso dell’azienda Kuwait Petroleum International (Q8) che “ha dato un contributo significativo all’economia italiana”. Q8, presente in Italia da più di 40 anni, “è diventata un marchio affidabile” nel mercato italiano e, secondo quanto affermato dal diplomatico, “questa azienda non si limita ai carburanti tradizionali, ma ha seguito la direzione intrapresa dall’Europa e dall’Italia anche nel campo dell’energia pulita, e per questo è stata recentemente classificata al settimo posto per la produzione di energia pulita”.

                                                                                                                                di Agenzia Nova

                                                                                                                                La Volta Buona, clamoroso Carmen Russo: chi porta in studio la Balivo

                                                                                                                                  Carmen Russo e sua figlia Maria - avuta da Enzo Paolo Turchi, sono state ospiti a La Volta Buona, il programma televisivo di Rai 2 condotto da Caterina Balivo. La piccola ha raccontato alla padrona di casa quali sono i suoi interessi principali. Due su tutti: la batteria e il calcio. Ma sempre proprio il pallone l'ambito nel quale non ha rivali. 

                                                                                                                                  "La batteria continui? Sei sempre bravissima?", ha chiesto Caterina Balivo. "Sì, sì", ha annuito Maria. "Come siamo messi col calcio?", ha insistito la padrona di casa. "Col calcio - la replica della piccola - anche quest'anno sono diventata la capitana della squadra". Applauso generale in studio. "Sei il capitano? Impegnativo no?", ha insistito la conduttrice. "Sì, sì. Anche perché sono l'unica femmina della squadra", ha risposto Maria. 

                                                                                                                                   

                                                                                                                                  [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:42472117]]

                                                                                                                                   

                                                                                                                                  A quel punto, la Balivo ha chiesto a Maria se come capitano è severa quanto la mamma o il papà. Lei, però, ha rivelato che in realtà i suoi sono due bravi genitori: "Come nessuno dei due, perché non sono severi". Così la mamma, seduta al fianco della figlioletta, l'ha ringraziata con un bacio affettuoso sulla guancia. "Dice la verità", ha chiosato Carmen Russo vedendo l'espressione del viso di Caterina Balivo.

                                                                                                                                   

                                                                                                                                  “Sono diventata il capitano della squadra di calcio dove gioco e… Sono l’unica femmina!”. Maria, la figlia di Carmen Russo ed Enzo Paolo Turchi a #LVB pic.twitter.com/Kp7hGB4OGs

                                                                                                                                  — La Volta Buona (@voltabuonarai) May 2, 2025

                                                                                                                                  La Volta Buona, Eva Henger dalla Balivo: chi entra in studio a sorpresa

                                                                                                                                    Emozioni da Caterina Balivo. A La Volta Buona, il programma televisivo in onda su Rai 2, sono state ospiti Eva Henger e la piccola figlia Jennifer. Alla bambina è stato chiesta una domanda molto privata. In pratica, la conduttrice ha voluto sapere se fosse contenta o meno circa un trasferimento in Ungheria della sorella maggiore Mercedesz. La bimba non ha avuto la minima esitazione nel rispondere alla padrona di casa.

                                                                                                                                    "Se Mercedesz potesse domani trasferirsi in Ungheria con te - ha chiesto Caterina Balivo, saresti contenta o no?". "Vabbe, sì ovvio - la replica della piccola Jennifer -. Tanto, però non succederà mai". "Glielo vuoi dire direttamente facendo un appello? Magari ti dice di sì - ha insistito la padrona di casa -. Senti Mercedesz cosa ti dice tua sorella".

                                                                                                                                     

                                                                                                                                    [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:42472117]]

                                                                                                                                     

                                                                                                                                    A quel punto: colpo di scena. Nello studio di Rai 2 è entrata proprio Mercedesz, che si è fiondata subito dalla sorellina per abbracciarla. "Oddio, sono emozionata", ha ammesso lei. "Ma lei non si staccava più da te", ha replicato Caterina Balivo col sorriso stampato sulle labbra. "Amore mio, non te l'aspettavi eh?", ha chiesto Mercedesz alla sorellina. "Ci siamo riusciti, la sorpresa è riuscita", ha aggiunto la sorella maggiore.

                                                                                                                                     

                                                                                                                                            Visualizza questo post su Instagram                      

                                                                                                                                    Un post condiviso da La Volta Buona Rai (@voltabuonarai)

                                                                                                                                     

                                                                                                                                    Pd, la sede di Torre Annunziata rimane al buio: pagate in ritardo le bollette

                                                                                                                                      Il Partito democratico non paga le bollette e rimane senza luce. Accade nella sede di Torre Annunziata, in Campania, dove le bollette dell'energia elettrica insolute ammontano a circa 400 euro. Queste ultime, poi pagate in ritardo, hanno fatto sì che la sede rimanesse al buio. Ecco allora che il segretario cittadino dem, Ciro Passeggia, si toglie qualche sassolino dalla scarpa. D'altronde, se i problemi di natura economica dovessero persistere, si rischierebbe una chiusura della sede, frequentata peraltro - fa sapere Il Mattino -, oltre che da componenti del partito per riunioni e incontri, anche da gruppi di anziani.

                                                                                                                                      Stando a quanto riportato dal quotidiano napoletano, il problema delle spese della sede dei dem non è nuovo. "Tra costi di affitto con la fondazione "Chiaromonte" proprietaria della struttura, e costi di energia, acqua e Tarsu - si legge - per 'mantenere' la sede di corso Vittorio Emanuele III occorre una cifra mensile vicina ai mille euro.

                                                                                                                                       

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                                                                                                                                      Tommy Cash si rifiuta di cantare "Bella ciao": "La mia canzone è un'altra"

                                                                                                                                        Tommy Cash non ci sta. L’artista non intende cedere ai dettami della sinistra. Ed ecco che rifiuta di cantare "Bella ciao". Succede a Milano, dove il cantante estone si trova in attesa dell’Eurovision. Qui un giornalista del portale The Journalai ha incontrato il ragazzo, il cui vero nome è Tomas Tammemets, nel suo chiosco e gli ha chiesto: "Tu canti ‘Ciao bella’, puoi cantarci anche Bella ciao?". Il 33enne ha risposto: "No, quella non è la mia canzone… Ciao Bella". A quel punto il giornalista ha insistito: "Conosci Bella Ciao? E allora puoi cantarla per noi?". Da qui la risposta secca: "No!".

                                                                                                                                        Il cantante aveva dato appuntamento ai fan in piazza Morbegno, anticipando il tutto con dei cartelloni affissi che invitavano a votare il brano in gara alla kermesse musicale in programma dal 13 al 17 maggio, “Espresso Macchiato”. Per l’occasione Cash ha cantato la hit e ha offerto anche un caffè portando in piazza un bar targato Tommy Cash. Insomma, la sua canzone sì ma "Bella ciao" no.

                                                                                                                                         

                                                                                                                                        [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:41759962]]

                                                                                                                                         

                                                                                                                                        Immediata la reazione sui social: "Chi ha conosciuto veramente il comunismo, non canterà mai quella canzonetta", si legge in uno dei numerosi commenti apparsi su X nelle ore successive all’accaduto. E ancora: "Tommy Cash rinuncia a cantare Bella Ciao richiesto dal solito mentecatto de sx". L'artista non è però nuovo alle polemiche. Basti pensare al polverone sollevato sul brano "Espresso Macchiato". Una canzone che vede l'Italia e i suoi cliché negativi. Tra questi il legame tra l'Italia e la mafia, e il riferimento in maniera stereotipata a simboli come il caffè e gli spaghetti.

                                                                                                                                        “Puoi cantare ‘Bella ciao’?”
                                                                                                                                        “No”
                                                                                                                                        “Conosci ‘Bella ciao’?”
                                                                                                                                        “Sì certo”

                                                                                                                                        Il cantante estone Tommy Cash, a Milano per promuovere la sua canzone in gara al prossimo Eurovision, si è rifiutato di cantare “Bella ciao”.

                                                                                                                                        Chi ha conosciuto veramente il comunismo, non canterà mai quella… pic.twitter.com/5w78wJgEET

                                                                                                                                        — Francesca Totolo (@fratotolo2) May 1, 2025

                                                                                                                                        Cile, scossa di terremoto di magnitudo 7.5 al largo del Sud: allarme tsunami

                                                                                                                                          Un terremoto di magnitudo 7.5 è stato registrato al largo del sud del Cile ed è stata emessa un'allerta tsunami. Secondo le informazioni preliminari del Centro sismologico nazionale cileno, la scossa è stata registrata alle 8.58 di mattina ora locale e l'epicentro è stato individuato a 218,1 chilometri a sud di Puerto Williams, a una profondità di 10 chilometri. Il Servizio idrografico e oceanografico della Marina militare cilena (Shoa) ha emesso un'allerta tsunami chiedendo di evacuare la zona costiera della regione di Magallanes e ha dichiarato lo stato di allerta in una zona del Territorio antartico cileno.

                                                                                                                                          "Chiediamo di evacuare tutta la zona costiera della regione di Magallanes. In questo momento il nostro dovere è prevenire e seguire le indicazioni delle autorità. I Codrig (Comitati di gestione di rischio disastri ndr.) regionale e nazionale stanno entrando in azione. Tutte le risorse dello Stato sono a disposizione", ha scritto sui social il presidente cileno, Gabriel Boric.

                                                                                                                                           

                                                                                                                                          #Tsunami alert in southern #Chile following a 7.4 magnitude #earthquake with epicenter in #Argentina.#news #mundoxretro pic.twitter.com/EuIYgQ6peO

                                                                                                                                          — mundoxretro (@mundoxretro1) May 2, 2025

                                                                                                                                           

                                                                                                                                          Boric ha poi sospeso la sua agenda e si è spostato alla Moneda, sede della presidenza cilena, e monitorare la situazione dopo che un terremoto di magnitudo 7.5 è stato registrato al largo della costa sud del Cile ed è stata emessa un'allerta tsunami. L'allarme riguarda le zone costiere della regione di Magallanes, per le quali è stata richiesta l'evacuazione. Boric è originario del capoluogo della regione di Magallanes, Punta Arenas.

                                                                                                                                           

                                                                                                                                          [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:42036532]]

                                                                                                                                          Alexander Zverev, sconfitto e umiliato a Madrid? Le sue parole sono un caso

                                                                                                                                            Fuori dal Masters 1000 di Madrid, per il k.o. contro l’argentino Francisco Cerundolo, è finito Alexander Zverev, che dopo la finale degli Australian Open non ha ottenuto più grandi risultati. Anzi, per il tedesco è un periodo nero nel quale non è riuscito ad approfittare dell’assenza di Jannik Sinner al fine di portarsi in vetta al ranking. Al termine dell’incontro, hanno lasciato sorpresa le sue parole sull'eliminazione. "A dire il vero, sentivo di aver giocato bene — ha detto in conferenza stampa — Ho servito bene, ho colpito bene il dritto e il rovescio. Ma onestamente, lui ha giocato meglio di me. Qui ho sempre la sensazione di poter mostrare un buon tennis e di poter vincere il torneo. In fin dei conti, come ho detto, non credo di aver giocato male".

                                                                                                                                            E ancora: ”Nelle partite precedenti, prima di Monaco, perdevo per colpa mia, perché giocavo male, commettevo errori e forse non ero abbastanza coraggioso — ha aggiunto Zverev — Non posso dire lo stesso per questa gara. Forse ho giocato male sul 6-5 nel primo set, ma può succedere. Nel complesso, penso che il mio gioco stia migliorando e non ho troppi problemi". Poi, in vista degli Internazionali d’Italia, in programma tra una settimana: "Ho già vinto un titolo a Roma, quindi non posso dire di non sentirmi a mio agio".

                                                                                                                                             

                                                                                                                                            [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:42423565]]

                                                                                                                                            Nonostante tutto, però, la delusione c’è: “Soprattutto qui ho sempre la sensazione di poter giocare un buon tennis e di poter vincere il torneo, è una cosa che mi si addice — ha concluso — In fin dei conti, come ho detto, non credo di aver giocato male. Quando perdevo, prima di Monaco, perdevo per colpa mia, perdevo perché giocavo male, sbagliavo, forse non ero abbastanza coraggioso e altre cose del genere. Oggi non posso dire questo. Forse ho giocato un brutto game sul 6-5 nel primo set, ma si tratta di un game per partita, può succedere. Tutto sommato, però, sento che il mio gioco sta migliorando e che non c’è molto di sbagliato. Sento solo che oggi il mio avversario è stato migliore di me, e questo può succedere nello sport”.

                                                                                                                                             

                                                                                                                                            [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:42470367]]

                                                                                                                                             

                                                                                                                                            Unione Europea, la multa choc a TikTok: "Dati inviati alla Cina"

                                                                                                                                              Guai per TikTok. La Commissione irlandese per la protezione dei dati ha multato il noto social network. La decisione è arrivata dopo un'indagine conclusasi con una sanzione da 530 milioni di euro. Lo si legge sul sito del garante privacy irlandese. L'indagine è stata avviata dal DPC, in qualità di autorità di vigilanza capofila di TikTok, per esaminare la legittimità dei trasferimenti da parte di TikTok dei dati personali degli utenti della piattaforma TikTok verso la Repubblica popolare cinese. Non solo, perché l'indagine ha esaminato se la fornitura di informazioni agli utenti in relazione a tali trasferimenti soddisfacesse i requisiti di trasparenza di TikTok, come richiesto dal GDPR.

                                                                                                                                              Risultato? TikTok ha violato il GDPR per quanto riguarda i trasferimenti dei dati degli utenti del SEE verso la Cina e i requisiti di trasparenza. La decisione prevede così ammende amministrative per un totale di 530 milioni di euro e un ordine che impone a TikTok di rendere conforme il suo trattamento entro 6 mesi. La decisione comprende anche un ordine di sospensione dei trasferimenti di TikTok verso la Cina se il trattamento non viene reso conforme entro questo termine. Mch-Red.

                                                                                                                                               

                                                                                                                                              [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:42466628]]

                                                                                                                                               

                                                                                                                                              Il social però non ci sta. TikTok ha fatto sapere di voler presentare ricorso. In un post sul blog il social ribatte che decisione si concentra su un "periodo selezionato", terminato a maggio 2023, prima dell'avvio di un progetto di localizzazione dei dati chiamato Project Clover, che prevedeva la costruzione di tre data center in Europa. "I fatti dimostrano che Project Clover gode di alcune delle più rigorose protezioni dei dati del settore, inclusa una supervisione indipendente senza precedenti da parte di NCC Group, un'azienda leader in Europa nella sicurezza informatica", ha affermato Christine Grahn, responsabile europea delle politiche pubbliche e delle relazioni governative di TikTok. "La decisione non tiene pienamente conto di queste considerevoli misure di sicurezza dei dati", ha rimarcato. TikTok, la cui società madre ByteDance ha sede proprio in Cina.

                                                                                                                                              Gaia, il momento più imbarazzante al Concertone

                                                                                                                                                Momento di imbarazzo per Gaia. La cantante, sul palco del Concertone del Primo maggio, è stata pizzicata con l'autotune. Si tratta di uno strumento software per la correzione dell'intonazione vocale ormai molto utilizzato dai cantanti, ma anche parecchio criticato. L'imprevisto è accaduto mentre l'artista si apprestava a salutare il pubblico e ringraziare i tecnici del palco del Primo maggio in piazza San Giovanni.

                                                                                                                                                Eppure qualcuno ha notato qualcosa di strano nella sua voce. E sui social è scoppiata la polemica. Il motivo è chiaro: l’artista aveva ancora attivo l’autotune, con cui evidentemente si è esibita poco prima. "Un po’ di casino per la mia band e per tutte le persone che hanno reso possibile questa giornata – ha detto chiedendo poi l’applauso del pubblico – Tutte le persone che stanno dietro il palco".

                                                                                                                                                 

                                                                                                                                                [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:42466737]]

                                                                                                                                                 

                                                                                                                                                E ancora: "È importante fare luce su quanto queste persone sono fondamentali, noi senza di loro non saliamo qui su e non ci divertiamo". Ma i commenti negativi non sono mancati. "Gaia che cerca di fare un discorso serio con nel mentre l’autotune icona", si legge su X. "Voglio nomi e cognomi di chi ha pensato fosse una buona idea aggiungere l'autotune alle esibizioni di Gaia quando non ne aveva bisogno e oltretutto settarlo così di m**da se vi prendo...", "Gaia sei talentuosissima e io ti adoro (nella top più ascoltate di sempre) ma questa tua "autotune era" è assolutamente inutile vista la tua grande voce". Insomma, l'autotune non è anadato giù.

                                                                                                                                                Gaia che cerca di fare un discorso serio con l’autotune non te la puoi inventare #1M2025 pic.twitter.com/szbp4bVZRN

                                                                                                                                                — Valentina Federici (@Vale_Rici) May 1, 2025

                                                                                                                                                La Volta Buona, Pamela Petrarolo: "Mio fratello scomparso da due anni"

                                                                                                                                                  Ex-stellina di Non È La Rai ed ex-concorrente dell’ultima edizione del Grande Fratello, Pamela Petrarolo è stata ospite alla puntata del primo maggio de La Volta Buona su Rai 1. La Petrarolo è stata testimone del tema di puntata, incentrato sul lavoro, e dedicato al racconto della vita di alcuni personaggi televisivi che, dopo il grande successo raggiunto grazie a varie trasmissioni o programmi, si sono visti costretti a cambiare rotta oppure reinventarsi in altre vesti, per restare a galla. L’intervista di Caterina Balivo, conduttrice del programma, ha però preso una piega imprevista e così si è finiti a parlare a lungo del fratello scomparso di Pamela, Manuel Petrarolo, 35 anni, da due non si hanno tracce di lui. 

                                                                                                                                                  Così Pamela racconta: “Improvvisamente, una mattina, mio fratello è uscito e non è più tornato a casa, non abbiamo più sue notizie da due anni. Mia mamma mi racconta che, secondo lei, lui stava vivendo un forte momento di depressione, ma mai avrebbe pensato che non sarebbe più tornato a casa. Manuel è sempre stato un ragazzo molto introverso, credo che abbia un po’ accusato il fatto che tutti noi fratelli ci fossimo creati una famiglia mentre lui era rimasto a casa. Poi papà si è ammalato e lui l'ha seguito molto. Un giorno, mia mamma ha ricevuto una chiamata da una signora che le diceva che aveva una lettera da parte di mio fratello. Si sono incontrate in un supermercato e lei ha consegnato questa lettera senza dire nulla, mamma è sicura che lui fosse nei paraggi per accertarsi che le venisse data. Abbiamo capito che era stato lui a scriverla, perché ricordavamo alcuni dettagli della sua calligrafia”.

                                                                                                                                                   

                                                                                                                                                   

                                                                                                                                                  [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:42462377]]

                                                                                                                                                   

                                                                                                                                                   

                                                                                                                                                  La Petrarolo ha forti timori sul destino del fratello: “Le mie sensazioni non sono molto belle e positive, perché credo che un ragazzo di 35 anni non possa allontanarsi così o comunque sparire nel nulla. Temiamo si sia messo nei guai, magari entrato in contatto con qualche setta… Il suo telefono è sempre rimasto spento ma, per sei mesi, a intermittenza, arrivavano dei messaggi del tipo ‘Mamma sto bene’, ‘papà non ti preoccupare, ti voglio bene’… Cioè questi messaggi per mia madre erano chissà cosa, da un po' non li riceviamo più”. Infine è voluto intervenire Marco Columbro, anche lui tra gli ospiti, e ha tirato in ballo l’astrologia, riuscendo a scoprire che Manuel è del segno dei gemelli e spiegando: “Lo chiedo perché, anche se può sembrare una cosa di poco conto, chi appartiene al segno dei pesci o dei gemelli ha un'influenza di Nettuno molto forte. Forse, analizzando il ‘tema natale’, si potrebbero capire tante cose della personalità di Manuel, io mi occupo da anni di questo, se vuoi più tardi ne parliamo”.

                                                                                                                                                   

                                                                                                                                                   

                                                                                                                                                  “Mio fratello è sparito, non abbiamo notizie”. Pamela Petrarolo a #LVB pic.twitter.com/D5OfKbzihe

                                                                                                                                                  — La Volta Buona (@voltabuonarai) May 1, 2025

                                                                                                                                                  Lewis Hamilton, la confessione sulla Ferrari: "Cosa mi impedisce di essere costante"

                                                                                                                                                    La Ferrari non decolla. La Rossa è ancora alla ricerca della prima vittoria stagionale. Charles Leclerc più ottimista rispetto al suo compagno di Scuderia.Secondo il monegasco, lui e il britannico sono sulla strada giusta. Lewis Hamilton, invece, ha stilato un primo bilancia della sua nuova esperienza a Maranello, paragonandolo al suo inizio con la Mercedes.

                                                                                                                                                    "Ci sono tante cose che m'impediscono di essere costante. Anche in Mercedes i primi sei mesi furono duri. Ci si deve abituare e sto lavorando sodo per adattarmi. Non so cosa aspettami qui a Miami, cercherò di fare il meglio possibile e ottimizzare la vettura. Leclerc ha fatto una grande gara a Gedda e dobbiamo ripeterci". La prima stagione in Ferrari per Lewis Hamilton no sta andando al meglio, ma il campione britannico confida nel cambio di rotta. "Adattarsi subito è difficile ha detto Sainz? È vero, anche se ci sono aspetti differenti per ognuno" ha sottolineato Hamilton.

                                                                                                                                                     

                                                                                                                                                    [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:42345166]]

                                                                                                                                                    "Poco a poco sto cercando di adattare il mio stile di guida alla macchina. E questa nuova direzione, che è un po' più estrema e un po' più difficile da guidare, sembra dia performance e nell'ultima gara abbiamo fatto un grande lavoro su quel lato. Spero continueremo a trovare sempre più prestazione e mi auguro che questo ci porti a vincere presto". Così Charles Leclerc a Sky in vista del gp di Miami, sesto appuntamento del mondiale di formula 1.

                                                                                                                                                     

                                                                                                                                                    [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:42462379]]

                                                                                                                                                    Pioli, deriso da un giornalista arabo: "Aeroporto"

                                                                                                                                                      “Pioli is on fire”, ma anche in Arabia Saudita le fiamme sono state domate e non sono certo ore facili, professionalmente parlando, per l’allenatore emiliano, eliminato con Cristiano Ronaldo ed il loro Al Nassr dalla semifinale  della Champions League asiatica. Un 3-2 in gara secca per mano dei giapponesi del Kawasaki Frontale e ora i tifosi gialloblu chiedono l’esonero di Pioli. L’allenatore è legato agli arabi da un contratto che scadrà solo nel 2027 e guadagna lo stipendio monstre di 12 milioni netti a stagione. Come se non bastasse, anche alla fine della conferenza stampa post-partita sono arrivate grane per Pioli, con un giornalista arabo ben poco rispettoso che gli avrebbe urlato: “Aeroporto, aeroporto”. Come a dire “vai a casa, tornatene in Italia con il primo aereo”. L’ex-Milan ha così lasciato mestamente la sala stampa, visibilmente irritato.

                                                                                                                                                      L’Al Nassr stenta anche in campionato, dove ha mollato la lotta al titolo, distante 8 punti dalla capolista Al-Ittihad. La sconfitta con i giapponesi brucia, anche perché il livello è decisamente inferiore a quello di CR7 e compagni, basti pensare che nella J-League il Kawasaki è appena ottavo. Pioli ha risposto così ai critici: “Capisco tutte le vostre domande, le vostre critiche, le vostre perplessità su come abbiamo giocato, ma non è stato un problema tattico. I nostri avversari hanno giocato esattamente come ci aspettavamo, hanno giocato esattamente con le stesse posizioni dei giapponesi che abbiamo incontrato nella scorsa partita. Siamo stati noi che non siamo stati squadra, non siamo stati veloci a muovere la palla, non abbiamo fatto le scelte giuste, non abbiamo vinto le seconde palle, non abbiamo vinto i duelli, quindi abbiamo fatto troppi errori per poter vincere una partita del genere, questa è la verità. Poi, dopo, se volete ricercare altri problemi…

                                                                                                                                                       

                                                                                                                                                       

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                                                                                                                                                      "La realtà è che non siamo stati squadra in campo, questo è stato il nostro errore più grosso, ma non perché gli avversari hanno fatto qualcosa che non ci aspettavamo o hanno messo in campo delle posizioni che ci hanno messo in difficoltà, siamo noi – ha continuato Pioli – che siamo arrivati sempre tardi, questa è la realtà. È difficile digerire questa sconfitta, lo capisco, è difficile anche per me, credetemi, per i giocatori soprattutto, ma questo è quello che è successo oggi". Al termine dell'incontro con la stampa un momento di imbarazzo: Pioli si era appena alzato, quando dalla sala si è sentita la voce di un giornalista arabo che gli ha urlato: "Aeroporto, aeroporto", intendendo, con facile interpretazione, "vai a casa, tornatene in Italia col primo aereo". Nessuna reazione da parte del tecnico emiliano, che lasciato la sala.

                                                                                                                                                      Destini incrociati, se un tempo fu lo scivolone di Radu a Bologna a dare il là allo scudetto milanista, oggi Pioli si deve rammaricare invece per la clamorosa occasione da gol per il 3-3 avuta da Ronaldo in pieno recupero e incredibilmente fallita da un campione del suo calibro, che ha gettato anche il portoghese nel più profondo sconforto.

                                                                                                                                                       

                                                                                                                                                       

                                                                                                                                                      Un journaliste à la fin de la conférence de presse de Stefano Pioli :

                                                                                                                                                      « À l’aéroport, à l’aéroport ! » pic.twitter.com/5bwFh12qOq

                                                                                                                                                      — SPL (@ActuSPL) April 30, 2025

                                                                                                                                                      Athletic-Manchester United, accusa all'arbitro: "Tifava Roma"

                                                                                                                                                        Un 3-0 netto, che proietta il Manchester United di Ruben Amorim verso la finale di Europa League e l’Athletic Bilbao verso l’eliminazione dalla coppa europea. La sfida del San Mamés di giovedì si è chiusa così, con un successo netto dei Red Devils e un tonfo assordante degli spagnoli. Anche se, il club iberico, ha puntato il dito contro la direzione arbitrale e la gestione in sala Var dell'episodio che ha segnato inevitabilmente la partita: il rigore concesso ai Red Devils per il fallo di Vivian, poi espulso dal norvegese Eskas. Al Var, c'era l'italiano Aleandro Di Paolo.

                                                                                                                                                        Quel rigore è stato realizzato da Bruno Fernandes e ha spianato la strada spianata per i Red Devils, che ieri hanno di fatto ipotecato il discorso qualificazione alla finale di Europa League. In sala Var, dove era presente Di Paolo della sezione AIA di Avezzano, hanno deciso di richiamare il norvegese Eskas all'on field review, per una trattenuta su cui l'arbitro di campo aveva inizialmente sorvolato

                                                                                                                                                         

                                                                                                                                                        [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:42464903]]

                                                                                                                                                         

                                                                                                                                                        Furiosi così sono i supporters baschi, che sui social hanno ripescato una statistica che lega Di Paolo alla Roma, eliminata proprio dai biancorossi agli ottavi del torneo continentale "Tifava Roma!", si legge sugli account X dei tifosi baschi, con chiaro riferimento allo stesso Di Paolo, a un mese dalla partita contro la squadra di Ranieri, caratterizzata dal rosso ad Hummels decretato dal francese Turpin.

                                                                                                                                                         

                                                                                                                                                        [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:42463050]]

                                                                                                                                                        Tyra Grant ha scelto l'Italia? Un dettaglio clamoroso

                                                                                                                                                          Oltre al ritorno in campo di Jannik Sinner, agli Internazionali d’Italia a Roma Tyra Grant, la tennista classe 2008 da molti considerata come promettente, potrebbe scendere in campo con la bandiera italiana affianco al suo nome in un torneo. La tennista lo aveva già fatto capire in passato: "C’è questa possibilità. Sì sì sì. Sono molto legata alla cultura italiana, sono cresciuta qui". Ora questa probabilità diventa sempre più concreta, come riporta La Gazzetta dello Sport. Tanto che nel tabellino delle pre-qualificazioni di doppio agli Internazionali d'Italia, dove ha ricevuto una wild card per il main draw di singolare, è spuntata la bandierina del Belpaese accanto al suo nome. 

                                                                                                                                                          Un portavoce della Wta ha poi confermato questa voce a The Athletic. Quindi mancherebbe solo l'ufficialità, ma sembra che l'Italtennis abbia un nuovo asso nella manica per Roma. Gran è nata proprio a Roma da Tyrone Grant, ex cestista passato anche nei nostri confini, dove ha conosciuto mamma Cinzia. Da giovane, Tyra ha lasciato da parte la palla e ha deciso di impugnare la racchetta. Prima statunitense, perché "con l’anno vissuto in America e il fatto che mio papà è americano di Brooklyn comunque un po’ americana mi sento", ora italiana. 

                                                                                                                                                           

                                                                                                                                                          [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:42470367]]

                                                                                                                                                           

                                                                                                                                                          Sempre in passato aveva detto che “con l’anno vissuto in America e il fatto che mio papà è americano di Brooklyn comunque un po’ americana mi sento". Alla fine ha scelto i colori azzurri, per la gioia della federazione, e questo le è costato qualche frecciatina dagli Usa. Il sogno è quello di arrivare in alto. Al momento, nel ranking Wta, l'Italia ha una sola giocatrice, Jasmine Paolini, nella top 50 e tre giocatrici nella top 100. Gli Stati Uniti hanno invece quattro donne nella top 10, due delle quali campionesse del Grande Slam, e 18 nella top 100. Ben venga dunque l’arrivo di Grant.

                                                                                                                                                           

                                                                                                                                                          [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:42469389]]

                                                                                                                                                          Dritto e Rovescio, Iva Zanicchi: "Quando ho pensato di farmi suora"

                                                                                                                                                            Non solo politica, ma anche cultura e spettacolo a Dritto e Rovescio, programma di approfondimento di Rete4, condotto da Paolo Del Debbio. Tra gli ospiti in studio, infatti, c’è anche la cantante e artista poliedrica Iva Zanicchi. Il conduttore definisce l’aquila di Ligonchio come una donna “passionale, ironica, vulcanica, intelligente, una grande signora della musica italiana” e, tra le tante esperienze fatte nella sua vita, compresa quella politica, le chiede: “Tu hai rischiato di prendere i voti e farti suora, è vero?!”.

                                                                                                                                                            La Zanicchi smentisce in parte, ma racconta: “No, con tutto il rispetto. Tu sai, però, che tutte le bambine, tutte, ad un certo momento nella vita, quando hai nove, dieci anni, sentono il desiderio di andare in convento. A me perché erano arrivate a Ligonchio tre suore che spingevano, anche il prete diceva ‘ma possibile che in questo paese nessuno si fa suora, mentre nel comune vicino di Villa Minozzo 15 ragazze si sono fatte suore’. Ho detto ma che vergogna e ho deciso ‘mi candido, divento suora’. Poi, però, nello stesso momento sono andata a funghi un giorno, ho incontrato un certo Carletto… che mi ha fatto desistere. Eh vabbè, così è stato (risata generale in studio, ndr)”. Del Debbio allora indaga: “Come ha fatto, come ti ha conquistato, ti ha regalato i funghi?”.

                                                                                                                                                             

                                                                                                                                                             

                                                                                                                                                            [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:42420267]]

                                                                                                                                                             

                                                                                                                                                            La Zanicchi, allora, spiega con romanticismo: “No, eravamo ragazzini, lui mi ha detto una cosa che non mi aveva mai detto nessuno. Mi ha detto ‘ma come sei bella’. Ti giuro, a me non l'aveva mai detto nessuno, allora mi sono vergognata e ho messo la mano davanti al viso, perché avevo un naso leggermente lungo che poi con l'età si è accorciato. Lui mi ha detto, intuendo da ragazzo intelligente qual era, ‘che bel naso che hai’. A me? Che le mie sorelle mi chiamavano pinocchio? Ma questo qui mi prende in giro e piangendo sono andata a casa. Lui, però, è rimasto ore e ore sotto al balcone e mi cantava una canzone d'amore, è stato bello”. Del Debbio, che ha apprezzato, la chiude così: “Qui siamo a Giulietta e Romeo”.

                                                                                                                                                             

                                                                                                                                                             

                                                                                                                                                            Iva Zanicchi ha pensato di farsi suora?
                                                                                                                                                            L'intervista ora a #DrittoeRovescio in diretta su #Rete4 e in streaming su Mediaset Infinity pic.twitter.com/s4fuQCnjjL

                                                                                                                                                            — Dritto e rovescio (@Drittorovescio_) May 1, 2025

                                                                                                                                                            Fabio Capello, la rivelazione di Boban: "Cosa mi ha detto sul 2-0 dell'Inter"

                                                                                                                                                              Un siparietto divertente con al centro Barcellona-Inter, terminata 3-3 nella partita dell’andata delle semifinali di Champions League che garantisce un posto per la finale di Monaco di Baviera (contro la vincente tra Psg e Arsenal). Negli studi di Sky, dopo la partita della Catalogna, divertente è stato lo scambio di battute tra Zvonimir Boban e Fabio Capello, con il talent croato che ha svelato un particolare retroscena sul risultato pronosticato dall’ex allenatore di Milan, Roma e Juve nel corso del match. 

                                                                                                                                                              Secondo il racconto dell’ex dirigente del Milan, tutto è iniziato quando l’Inter aveva trovato il momentaneo 2-0 con Dumfries dopo calcio d’angolo, prima della rimonta nel giro di pochi minuti del Barça di Flick. “Partita spettacolare, straordinaria — le parole di Boban — sullo 0-2, visto come stava giocando il Barcellona, mister Capello mi ha detto che sarebbe finita 3-3. Non sempre si indovina, ma lui l’ha detto sullo 0-2”. 

                                                                                                                                                               

                                                                                                                                                              [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:42463050]]

                                                                                                                                                              E Capello ha risposto così: “Ho indovinato il 3 a 3 per un motivo semplice: la difesa del Barcellona non esiste e pensavo che i nerazzurri segnassero più di un gol e di solito la squadra di Flick tre li fa — le sue parole — Metterei in evidenza il calo del Barcellona nel secondo tempo, ma è normale dopo la Coppa del Re. Adesso avrà anche da preparare la partita di ritorno a Milano. Bolgia a San Siro? Ma meritatamente”.

                                                                                                                                                              E ancora: “L’Inter ha fatto una bella partita, fisicamente è cresciuta — ha chiuso Capello — Taremi non lo avrei messo in campo, lo avrei messo poi al posto di Thuram poi negli ultimi minuti, ma non al posto di Lautaro. Avendolo fatto giocare oggi significa che Inzaghi ha fiducia e vuole giocare con due attaccanti puri. Ha cercato di vincerla, ha avuto coraggio. La formazione messa in campo di Inzaghi è stata coraggiosa. Parlando di Thuram ha fatto un gol di tacco, ha serenità e pure l'assist col Bayern, sa giocare con il Barça in maniera eccelsa. Da difensore non glielo ha potuto insegnare papà, ma sicuramente è un ragazzo di una grande educazione”.

                                                                                                                                                               

                                                                                                                                                              [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:42464903]]

                                                                                                                                                              Elon Musk, la bestemmia: il disastro dei dem

                                                                                                                                                                Un video realizzato per sfottere Elon Musk servendosi di una bestemmia in lingua italiana. Sotto i riflettori della politica americana sta spopolando il "brain rot italiano". Di cosa si tratta? È l’ultimo trend nonsense che da qualche settimana ha invaso Instagram e TikTok. Ma che c'entra la politica a stelle e strisce? C'entra eccome. L'account social del Partito democratico Usa - che conta su TikTok quasi 2 milioni di follower - ha pubblicato una breve clip dove si vede l'ex braccio destro di Donald Trump. E molti hanno notato le parole del trend che accompagna il video: delle bestemmie.

                                                                                                                                                                Intanto dall'Ue arriva la solita minaccia a Elon Musk. In una lettera indirizzata alla vicepresidente della Commissione europea, Henna Virkkunen, venti membri del Parlamento europeo hanno richiesto un aggiornamento urgente sull'indagine in corso nei confronti della piattaforma X (ex Twitter), nell'ambito del Digital Services Act (Dsa). Lo rende noto l'eurodeputato di Renew Europe e segretario Generale del Partito Democratico Europeo Sandro Gozi, promotore dell'iniziativa. Il 1° maggio, si sottolinea, sono trascorsi esattamente 500 giorni dall'avvio formale del procedimento da parte della Commissione. "Un ritardo di 500 giorni è sempre più ingiustificabile", scrivono i firmatari, evidenziando come "ogni mese che passa accresce il rischio di danni potenziali, mentre l'assenza di una risposta istituzionale decisa rischia di minare la credibilità stessa del Digital Services Act".

                                                                                                                                                                 

                                                                                                                                                                [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:42460970]]

                                                                                                                                                                Gli eurodeputati, tra i cui firmatari figurano anche Brando Benifei, relatore dell'AI Act, Pierfrancesco Maran e Sandro Ruotolo, esprimono forte preoccupazione per i casi documentati di distorsione algoritmica a favore di contenuti dell'estrema destra e post riconducibili al proprietario della piattaforma, Elon Musk, oltre che per i numerosi episodi di disinformazione politica che hanno coinvolto Germania, Regno Unito, Irlanda e Romania. La lettera, si legge ancora nella nota, sollecita risposte chiare dalla Commissione su cinque ambiti chiave del Dsa, tra cui trasparenza algoritmica, verifiche indipendenti e tempistiche dell'indagine. "È in gioco la credibilità dell'Unione europea. Non possiamo permettere che l'inerzia istituzionale svuoti uno strumento fondamentale per la tutela dello spazio digitale europeo", ha dichiarato Gozi.

                                                                                                                                                                 

                                                                                                                                                                @democrats

                                                                                                                                                                nooooo…….

                                                                                                                                                                ♬ suono originale - BRAINROT-77

                                                                                                                                                                Dritto e Rovescio, Cremaschi fuori controllo: "Parassita"

                                                                                                                                                                  L’Italia sta diventando un Paese solo per ricchi? È lo spunto di riflessione che viene lanciato a Dritto e Rovescio, programma di approfondimento politico e sociale di Rete4, condotto da Paolo Del Debbio. Tra gli ospiti in studio c’è anche Giorgio Cremaschi, sindacalista di “Potere al Popolo!” ed ex-presidente del comitato centrale della FIOM, assolutamente scandalizzato dopo aver visto un video che mostra i lussi e gli eccessi che gli italiani più ricchi possono permettersi a Dubai, nuovo eldorado di vita per chi può permetterselo.

                                                                                                                                                                  Così Cremaschi: “Non abbiate paura di usare questa parola, cioè parassita, perché un sistema in cui io, normale cittadino, devo aspettare sei mesi, un anno per fare una tac e uno che ha 8 milioni si prende l'appartamento a Dubai, si comprerà anche il medico, è un sistema sba-glia-to. Dovete considerare questo sistema sbagliato, lottare per cambiarlo, perché è un sistema profondamente ingiusto. Le rivoluzioni nella storia avvengono così, quando la gente non ne può più e quando l'ingiustizia è a tal punto sfacciata che davvero diventa un insulto solo a vederla, perché queste cose che lei fa vedere (rivolgendosi a Del Debbio, ndr) sono un insulto ai poveri, un insulto a Ciro (ospite non abbiente in studio, ndr), un insulto ai lavoratori. Questa è gente che ti dice ‘io ho i soldi e di te me ne frego’, questa è una società che noi non possiamo più accettare”.

                                                                                                                                                                   

                                                                                                                                                                   

                                                                                                                                                                  [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:39655378]]

                                                                                                                                                                   

                                                                                                                                                                   

                                                                                                                                                                  Pareri contrastanti sui social, c’è chi segue Cremaschi e scrive: “Assolutamente d'accordo con Cremaschi. Stavolta in tutto ciò che ha detto. Le ricchezze mal distribuite e lo spreco sono il vero cancro sociale”. C’è, chi, invece lo biasima: “Ma tutti questi comunisti riciclatisi in partiti impossibili cosa hanno combinato di buono quando erano in quelli originali?”. E, infine, chi scrive: “Mi sa che i parassiti sono tutti di sinistra, che usano il c**o degli altri mentre i privilegi non li vogliono perdere, falliti perdenti”.

                                                                                                                                                                   

                                                                                                                                                                   

                                                                                                                                                                  Giorgio Cremaschi: "Bisogna lottare per cambiare questo sistema che è profondamente sbagliato"
                                                                                                                                                                  Siete d'accordo?#DrittoeRovescio in diretta su #Rete4 e in streaming su Mediaset Infinity pic.twitter.com/lYhqzI8pmO

                                                                                                                                                                  — Dritto e rovescio (@Drittorovescio_) May 1, 2025

                                                                                                                                                                  Concertone, "violenza sessuale" in prima fila: chi finisce in arresto

                                                                                                                                                                    Violenza sessuale al Concertone del Primo maggio in piazza San Giovanni a Roma. E' il lato oscuro del tradizionale evento con cui la sinistra e i sindacati festeggiano il giorno dei lavoratori. Con la pesante accusa di aver molestato una ragazza che era in fila per entrare nell'area riservata dell'evento musicale tre extracomunitari sono stati arrestati nella Capitale. A rendere noto il provvedimento adottato dagli agenti del commissariato Esquilino è stata la Questura romana che ha comunicato i risultati dell'attività svolta giovedì.

                                                                                                                                                                    Quello dell'evento organizzato da Cgil, Cisl e Uil è stato un afflusso straordinario. Dagli uffici di via San Vitale si spiega che si è registrato un trend di presenze in costante crescita nell'intero arco della giornata che, a partire dalle ore 13 circa, ha finito con "occupare" tutta l'area, andando avanti senza soluzione di continuità fino alle ore 23 circa. Il modello dei "grandi eventi" è stato dunque quello sposato per la gestione della sicurezza dell'appuntamento musicale, con una declinazione per piani paralleli, che ha visto la sicurezza pubblica integrata da quella sanitaria, antincendio, dalle misure per la mobilità, senza tralasciare la gestione degli hub logistici in stretto raccordo con l'azienda di trasporto pubblico, sotto l'univoca regia del Centro per la gestione dei grandi eventi attivo dalle prime ore del mattino presso la Sala operativa della Questura di Roma.

                                                                                                                                                                    Per il concerto del Primo Maggio la Questura di Roma spiega che la gestione dei flussi di pubblico è stata garantita dai dirigenti, in un arco temporale di circa venti ore di servizio, che hanno visto, a partire dalle ore 17.30 circa, necessario il ricorso a dispositivi di contingentamento degli accessi al fine di assicurare l'ingombro delle aree interessate dall'evento in condizioni di sicurezza. Nel dettaglio, gli ingressi sono stati consentiti in proporzione alle correnti di deflusso del pubblico che, gradualmente, si allontanava dall'area. Si precisa che la gestione delle fasi descritte, che è proseguita senza sosta fino alle ore 23 circa, quando i flussi in uscita sono diventati più consistenti, è stata coniugata, grazie a una ormai consolidata strategia operativa "coordinata", con tutte le altre frontiere operative che si è reso necessario assicurare durante l'evento.

                                                                                                                                                                    Nel dettaglio, sono stati complessivamente effettuati 216 interventi a cura di personale dell'Ares 118, per lo più riconducibili a condizioni di alterazione dovuta a un eccessivo consumo di bevande alcoliche. Uno degli avventori è stato trasportato presso un presidio ospedaliero per ustioni riportate, da quanto ricostruito nell'immediatezza, dal malfunzionamento di una power bank custodita negli indumenti, che ha preso fuoco. I 3 extracomunitari che sono stati arrestati, dovranno rispondere delle accuse per le molestie compiute a una ragazza che era in fila, in attesa di fare accesso all'interno dell'area riservata. La giovane, con l'aiuto di un'amica, è riuscita ad allontanarsi chiedendo aiuto alle Forze di polizia impegnate nei servizi per la tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica. Grazie alle descrizioni fornite e al tempestivo intervento degli agenti del commissariato Esquilino, i tre sono stati rintracciati nell'immediatezza. 
                                                                                                                                                                     

                                                                                                                                                                    Torino, le toghe bloccano il trattenimento del migrante: "Non informato sui suoi diritti"

                                                                                                                                                                      Il migrante, anche se formalmente risulta irregolare, deve essere comunque informato in tempo utile dei suoi diritti. Sulla base di questo principio la Corte di appello di Torino ha annullato l'ordine di trattenimento nel Cpr piemontese di un marocchino destinatario di un decreto di espulsione. I giudici, accogliendo un ricorso dei suoi avvocati, hanno preso atto che manca la prova del fatto che sia stato messo al corrente in maniera adeguata della facoltà di chiedere la protezione internazionale. Lo straniero, giunto in Italia attraverso il valico di Ventimiglia ai primi di marzo, era stato portato nella struttura il 18 aprile.

                                                                                                                                                                      I giudici subalpini hanno deciso di annullare il trattenimento nel Cpr sulla base di una sentenza recentissima della Cassazione, che lo scorso 22 aprile, pronunciandosi su un caso simile (ma non identico), avevano annullato "con rinvio" un decreto di convalida emesso proprio dalla Corte d'appello di Torino. Il marocchino, come si ricava da fonti vicine al procedimento, era fuggito dal Paese di origine quando era ancora minorenne e aveva raggiunto la Spagna. Dopo il suo arrivo in Italia, il 31 marzo la Prefettura di Torino ha emesso un decreto di espulsione che è stato eseguito il 18 aprile dalla questura di Bologna, dove nel frattempo l'uomo era stato individuato. Una volta portato nel Cpr, il migrante - il 28 aprile - ha chiesto la protezione internazionale. A quel punto è stato disposto un nuovo ordine di trattenimento perché si riteneva che la sua domanda fosse stata presentata solo per ritardare l'espulsione.

                                                                                                                                                                       

                                                                                                                                                                      [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:42358004]]

                                                                                                                                                                      La difesa ha però eccepito che, dall'esame dei documenti, non risulta che le autorità abbiano rispettato "l'obbligo informativo" imposto dalla legge sull'immigrazione del 1998. I giudici hanno preso atto, per esempio, che manca la prova della compilazione del "foglio notizie" nel momento in cui il marocchino è stato controllato a Torino alla fine di marzo. Risulterebbe inoltre che quando è stato portato nel Cpr gli sia stato consegnato un opuscolo ma, secondo la Corte, "non si comprende né il momento esatto in cui l'informazione è stata fornita, né quali informazioni siano state fornite, né se le stesse siano state veicolate in una lingua comprensibile". "In ogni caso - è la conclusione - l'informazione è stata fornita dopo l'espulsione e una volta che (il migrante - ndr) ha fatto ingresso nel Cpr". Nella migliore delle ipotesi si tratta di un ritardo che, di conseguenza, porta ad annullare il trattenimento nel Centro.

                                                                                                                                                                       

                                                                                                                                                                      [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:42470928]]

                                                                                                                                                                      Sondaggio supermedia, Schlein e Pd in caduta libera

                                                                                                                                                                        Nelle ultime due settimane sembrano trovare conferma le tendenze emerse di recente. Si assiste cioè da un lato a un calo del Pd, che scende sotto il 22%, e delle forze moderate che più si sono esposte a favore del piano di riarmo europeo, quindi FI ma anche i soggetti lib-dem, a partire da Azione, e, dall'altro, a una crescita M5s, posizionatosi su un fronte nettamente contrario e ormai sopra al 12%.

                                                                                                                                                                        Fratelli d'Italia resta il partito più apprezzato dagli italiani, grazie al 29,4% delle preferenze: stabile nei consensi. Così come stabile anche la Lega all'8,6%. Forza Italia, invece, cala dello 0,3% e si piazza al 9,1%. Fanalino di cosa per Noi Moderati, all'1%. Spostandoci dalle parti del centrosinistra, troviamo un Partito democratico in caduta libera. Il Nazareno crolla dello 0,5% e si attesta così al 21,8%. Sale, invece, il Movimento Cinque Stelle. Giuseppe Conte conquista lo 0,3% e si piazza al 12,4%. Stabile, invece Alleanza Verdi e Sinistra al 6,1%.

                                                                                                                                                                         

                                                                                                                                                                        [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:42470951]]

                                                                                                                                                                         

                                                                                                                                                                        Infine, tutti quei partiti considerati "minori". Azione di Carlo Calenda crolla dello 0,3% e si attesta al 3,2%. Stesso discorso per Italia Viva di Matteo Renzi, che cala dello 0,1% e si piazza al 2,4%. Non va meglio a Più Europa: -0,1% e 1,8% di preferenze.

                                                                                                                                                                         

                                                                                                                                                                        [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:42468631]]

                                                                                                                                                                        100 anni di Petti a Tuttofood 2025

                                                                                                                                                                           Dal 5 all’8 maggio Italian Food S.p.A. e il marchio Petti tornano protagonisti alla decima edizione di Tuttofood 2025, la Fiera globale del settore agroalimentare, con i loro prodotti più amati e un ricco programma di show-cooking aperti al pubblico. 

                                                                                                                                                                          Un’edizione speciale, che coincide con un traguardo importante per l’azienda: i 100 anni di storia Petti, dal 1925 punto di riferimento nella produzione di conserve di pomodoro di alta qualità, con una visione da sempre orientata all’innovazione e alla valorizzazione della materia prima.  

                                                                                                                                                                          Per celebrare il suo secolo di storia, Italian Food accoglierà i visitatori della Fiera presso il suo spazio espositivo localizzato allo stand K13 del Padiglione 4: uno spazio pensato per raccontare il suo percorso fatto di tradizione familiare, innovazione e passione per la materia prima, di cui la linea premium di conserve di pomodoro Petti, lanciata nel 2013, è divenuta nel tempo un’importante e rappresentativa testimonianza.


                                                                                                                                                                          [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:42471270]]
                                                                                                                                                                          Con le sue oltre 40 referenze, la linea di conserve di pomodoro di alta qualità a marchio Petti, realizzata presso lo stabilimento di Venturina Terme (LI), è infatti frutto di un attento processo produttivo che combina tradizione e innovazione. I prodotti, realizzati con pomodoro toscano – riconoscibile per il suo colore rosso vivo e per il suo gusto dolce, conferitogli dal territorio ricco di sali minerali in cui viene coltivato – si distinguono per una lavorazione a bassa temperatura: un esclusivo processo produttivo che richiama il metodo classico delle conserve fatte in casa e consente di preservare al meglio le caratteristiche del pomodoro fresco come appena raccolto.

                                                                                                                                                                          In primo piano in questa nuova partecipazione di Petti a Tuttofood sarà anche il lancio della nuova Passata ai 6 Pomodori “La Completa”, ideata proprio per celebrare l’anniversario dei 100 anni e già premiata come Eletto Prodotto dell’Anno 2025. Un prodotto innovativo e rappresentativo dell’intera Penisola, realizzato grazie alla selezione rigorosa e alla trasformazione dei migliori pomodori coltivati nelle sei regioni italiane più iconiche per tradizione conserviera: Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Lazio, Campania e Puglia. 

                                                                                                                                                                          Ma, per Petti, Tuttofood non è solo uno spazio espositivo, ma anche un’opportunità per coinvolgere il pubblico in appassionanti appuntamenti all’insegna del gusto: ogni giorno, tra il 5 e il 7 maggio, lo stand di Italian Food sarà infatti animato da imperdibili show-cooking firmati dalla content creator Francesca Gambacorta, nota sui social come @frafoodlove. 


                                                                                                                                                                          [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:42471269]]


                                                                                                                                                                          Con tre appuntamenti al giorno, Francesca porterà in scena la sua personale visione della cucina italiana, tra rivisitazioni creative e ingredienti autentici. Qui i visitatori potranno assistere dal vivo alla preparazione di piatti saporiti e degustare ricette realizzate con i prodotti della linea Petti, in un perfetto equilibrio tra tradizione e contemporaneità.

                                                                                                                                                                          Gli show-cooking sono in programma ogni giorno alle ore 11.00, alle 13.30 e alle 15.30. Tra le ricette protagoniste – a rotazione in un viaggio nel gusto che unisce semplicità e raffinatezza – la parmigianina di melanzane in versione monoporzione, i rigatoni all’amatriciana con fondente al pecorino romano DOP, i risoni con puttanesca di baccalà, la pappa al pomodoro con crumble di pane profumato alle erbette e gli strozzapreti con crema di ricotta, pinoli, basilico e salsa di pomodoro.

                                                                                                                                                                           

                                                                                                                                                                          Trieste, bandiere titine al corteo del primo maggio

                                                                                                                                                                            Al corteo del Primo Maggio a Trieste sono comparse anche delle bandiere titine che hanno fatto indignare tutti. "Apprendo con sgomento che a Trieste, in occasione della celebrazione del primo maggio che coincide con la brutale occupazione titina, sono state esposte bandiere jugoslave con la stella rossa, simbolo del regime e dell'oppressione di Tito. Un oltraggio alla memoria delle vittime delle Foibe e degli esuli giuliano-dalmati colpiti dalla violenza dei partigiani comunisti jugoslavi, accecati dall'odio anti-italiano del dittatore - ha affermato in una nota il ministro per gli Affari europei, il Pnrr e le politiche di coesione, Tommaso Foti -. Esprimo ferma condanna per questi gesti vergognosi che richiamano uno dei momenti più dolorosi della storia della nostra Nazione, per troppo tempo ignorata, rimossa e sepolta sotto il peso di un ingiustificabile silenzio".

                                                                                                                                                                            Duro anche il commento del Comitato 10 Febbraio, associazione che difende e diffonde la cultura italiana delle terre giuliane e dalmate. "Un gesto ignobile, uno sfregio alla democrazia, ai martiri delle foibe e agli esuli dal confine orientale d’Italia. Chiediamo l’intervento delle autorità competenti. I sindacati prendano le distanze e isolino questi jugonostalgici”, si legge in una nota.

                                                                                                                                                                             

                                                                                                                                                                             

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                                                                                                                                                                            "Purtroppo ancora oggi c’è chi sventola le bandiere con la stella rossa, simboli di morte e oppressione – ha dichiarato Silvano Olmi, presidente nazionale del Comitato 10 Febbraio – un gesto ignobile, quello compiuto a Trieste, che si ripete ossessivamente da anni e deve essere condannato da tutti i veri democratici. I sindacati, quindi, prendano le distanze da queste esibizioni e allontanino chi si traveste da partigiano, esponendo simboli comunisti e magliette inneggianti al dittatore Tito". E ancora: "Quelle bandiere 80 anni fa vennero sventolate dagli invasori slavi e dai loro accoliti italiani quando occuparono Trieste, deportando e infoibando circa 4mila italiani ed esporle oggi è un attentato alla nostra Nazione e un insulto a chi venne trucidato dai partigiani comunisti o fu costretto con la violenza ad abbandonare la propria terra”.

                                                                                                                                                                             

                                                                                                                                                                             

                                                                                                                                                                            [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:42471585]]

                                                                                                                                                                             

                                                                                                                                                                            Parma, accoltella la moglie e muore in un incidente

                                                                                                                                                                              Accoltella la moglie, fugge in auto e muore in un incidente stradale. Dopo l'aggressione, a dare l'allarme sono stati i figli piccoli della coppia, che sono scappati fuori di casa gridando aiuto e attirando così l'attenzione della vicina, poi intervenuta per chiamare i soccorsi. Si tratta dell'ennesima tragedia familiare, avvenuta questa volta a San Secondo, comune della provincia di Parma. Il dramma si è consumato nelle prime ore del mattino di venerdì 2 maggio.

                                                                                                                                                                              Dopo aver colpito la donna al collo, al torace e all'avambraccio, l'uomo si è messo alla guida della propria auto nel tentativo di fuggire. Poi, però, nella fuga è rimasto coinvolto in un grave incidente ed è morto. L'incidente è avvenuto all'altezza di un distributore di carburante, nel tratto di strada che porta al vicino ponte sul fiume Taro, poco lontano dal centro abitato. La moglie, invece, è stata subito portata in elisoccorso all'ospedale Maggiore di Parma, dove ora sarebbe ricoverata in Rianimazione. Le sue condizioni risulterebbero essere critiche. Sul posto le forze dell'ordine che indagano sul caso. 

                                                                                                                                                                               

                                                                                                                                                                               

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                                                                                                                                                                              Stando alle prime testimonianze, l'uomo in fuga avrebbe invaso la carreggiata opposta della strada e sarebbe finito contro un camion. La dinamica dell'incidente, in ogni caso, è al vaglio della Polizia municipale che sta effettuando i rilievi. Non si esclude un gesto estremo dell'uomo, che aveva 53 anni. Ferite in modo grave le due persone a bordo del mezzo pesante.

                                                                                                                                                                               

                                                                                                                                                                               

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                                                                                                                                                                              La Zanzara, Pino Scotto a valanga contro David Parenzo: "Sei acqua del cess***"

                                                                                                                                                                                Scontro clamoroso tra David Parenzo e Pino Scotto. Non all'Aria che tira, il talk show politico di La7 che in teoria conserva un atteggiamento più sobrio. Ma alla Zanzara, il programma radiofonico condotto da Giuseppe Cruciani noto per il suo format politicamente scorrettissimo. "Gli americani per secoli hanno fatto credere che i cattivi fossero gli indiani e li hanno massacrati, rubandogli tutto - ha iniziato il rocker -. E ancora oggi sono dietro a tutta la merda che gira per il mondo, a tutte le infamie, a tutte le guerre. E mi riferisco anche a Israele".

                                                                                                                                                                                A quel punto, Parenzo ha cominciato a scaldarsi. Così ha chiesto al suo interlocutore un parere sul leader del Cremlino. "Putin - la replica di Scotto - giustamente ha preso in mano la Russia, dopo che era stata svenduta da quell’ubriacone di Eltsin, e ha cercato di darle un po’ di dignità. Ma naturalmente anche lui ha le sue colpe”. "Le analisi geopolitiche di Pino Scotto no", la replica del giornalista.

                                                                                                                                                                                 

                                                                                                                                                                                [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:42438677]]

                                                                                                                                                                                "Parenzo - ha insistito Scotto - ma se ti permettono di parlare, è perché sei un leccacul*** del cazz***. Parenzo, sei acqua del cess*** e ti consideri champagne". Ma il Tigre, invece che offendersi per l’insulto ricevuto, ha fatto i suoi complimenti a Scotto per la sua fantasia: "Questa è bella, è da riutilizzare. Non mi ha offeso. Quando c’è il talento, lo riconosco”.

                                                                                                                                                                                 

                                                                                                                                                                                [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:42468407]]

                                                                                                                                                                                 

                                                                                                                                                                                 

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                                                                                                                                                                                Servirebbero più Pino Scotto (ultimo grande rocker italiano) e meno maggiordomi del potere mondialista e sicuramente il vergognoso circo mediatico italiota finirebbe spazzato via#Cruciani pic.twitter.com/P9j9mxwaFi

                                                                                                                                                                                — Fely (@Felyorfelix) May 1, 2025

                                                                                                                                                                                Meloni manda in tilt il Pd: "Di cosa sono orgogliosa"

                                                                                                                                                                                  "Sono molto orgogliosa di essere riuscita a capovolgere la narrazione sull'Italia all'estero": la premier Giorgia Meloni lo ha detto in un'intervista esclusiva al direttore dell'Adnkronos Davide Desario. Poi ha aggiunto: "Sui media di tutto il mondo, anche su quelli tradizionalmente di sinistra, oggi l'Italia viene considerata un sinonimo di affidabilità e viene lodata per la sua stabilità e per i risultati ottenuti, dall'economia all'immigrazione. Rientra nel gioco democratico il fatto che l'opposizione in Italia enfatizzi le cose che non vanno e non parli dei successi conseguiti. Non lo reputo un problema, penso anzi che sia uno sprone a fare sempre meglio".

                                                                                                                                                                                  Dal punto di vista internazionale, in effetti, Meloni ha conquistato una posizione di prestigio tra gli Usa di Donald Trump e l'Unione europea, soprattutto sul tema dei dazi. A tal proposito ha spiegato: "La determinazione dei dazi spetta alla Commissione Ue ma di certo con gli Usa, così come con gli altri partner internazionali, lavoriamo per rilanciare investimenti e progetti comuni, nei quali le aziende italiane possano avere un grande spazio". Il confronto, ha proseguito, "sta andando avanti a livello tecnico e sono contenta se il mio incontro con Trump è servito a favorire le condizioni politiche per l'avvio di un dialogo più concreto". L'Italia "lavora per avvicinare le due sponde dell'Atlantico, perché crediamo nell'Occidente come sistema di valori, di alleanze internazionali e di relazioni economico-commerciali. È quello che nell'incontro alla Casa Bianca ho sintetizzato con il motto 'Make the West great again'. Le nostre posizioni come Unione Europea devono naturalmente partire dalla difesa degli interessi dei nostri cittadini, senza mai dimenticare che soltanto insieme, Europa e America, potremo essere forti in uno scenario globale sempre più complesso". 

                                                                                                                                                                                   

                                                                                                                                                                                   

                                                                                                                                                                                  [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:42470951]]

                                                                                                                                                                                   

                                                                                                                                                                                  La sua intenzione, come lei stessa ha spiegato, è di attuare l'intero programma con cui il centrodestra si è presentato alle scorse Politiche per poter poi dire: ve lo avevamo promesso, lo abbiamo fatto. Un concetto, questo, che "vale per l'economia, per l'immigrazione, per la sicurezza, per il sostegno alla famiglia, per le riforme istituzionali, per la politica estera. E vale per il lavoro", ha spiegato la presidente del Consiglio. 

                                                                                                                                                                                  Meloni ha dichiarato anche di non voler rinunciare al premierato, da lei definito come "la madre di tutte le riforme. Insieme alla riforma della giustizia, all'autonomia differenziata, alla riforma fiscale è l'impianto riformatore per il quale gli italiani ci hanno votato. Andremo avanti perché vogliamo rafforzare la nostra democrazia e difendere il diritto dei cittadini a scegliere da chi farsi governare. Ci riusciremo". 

                                                                                                                                                                                  Intanto il premier è atteso il 16 maggio a Tirana, in Albania, dove parteciperà al vertice della Comunità politica europea. L'incontro, che riunirà i leader dei Paesi del Continente, ha come obiettivo quello di rafforzare il dialogo politico tra la Ue e gli Stati vicini. L'Albania, guidata dal premier Edi Rama - con cui Meloni ha già siglato un accordo - è da tempo al centro dell'attenzione per il protocollo d'intesa sui migranti siglato con l'Italia. 

                                                                                                                                                                                   

                                                                                                                                                                                   

                                                                                                                                                                                  [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:42463922]]

                                                                                                                                                                                   

                                                                                                                                                                                  Concertone primo maggio, "rubato tutto": scandalo dietro le quinte

                                                                                                                                                                                    Attrezzi da lavoro rubati durante la festa dei lavoratori organizzata dai sindacati riuniti. Sembra uno scherzo, ma è accaduto davvero al Concertone del primo maggio a Roma, in Piazza di San Giovanni in Laterano. A denunciare il furto di strumenti musicali è stata proprio una band che si è esibita all'evento presentato da Noemi, Ermal Meta e Big Mama.

                                                                                                                                                                                    "Ieri sera, dopo il Concertone del Primo maggio a Roma, dei ladri hanno sfondato il vetro del furgone rubando alcuni strumenti e valigie ai Benvegnù. Inutile raccontare la rabbia e la frustrazione che proviamo. Stiamo procedendo a denuncia formale, ma se potete in qualche modo aiutarci, confidiamo anche nell'aiuto di tutti voi. A seguire troverete foto e descrizione degli strumenti rubati. Aiutateci a fare girare il messaggio. Grazie di cuore a tutti".

                                                                                                                                                                                     

                                                                                                                                                                                    [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:42468407]]

                                                                                                                                                                                     

                                                                                                                                                                                    A riferire dell'accaduto e a lanciare l’appello è la stessa band che ieri si è esibita sul palco di piazza San Giovanni, insieme a Brunori Sas ed Ermal Meta, tributando un omaggio al loro leader Paolo Benvegnù, il cantautore e chitarrista morto improvvisamente lo scorso dicembre. Il post su Instagram è accompagnato dalle foto e dalla descrizione dei vari strumenti rubati: una chitarra acustica, un basso, una pedaliera. 

                                                                                                                                                                                     

                                                                                                                                                                                    [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:42470766]]

                                                                                                                                                                                    Meloni accusa la sinistra: "Contro di me attacchi sessisti vergognosi nel silenzio"

                                                                                                                                                                                      Un colpo al cuore della propaganda di sinistra. Giorgia Meloni, intervistata dal direttore dell'agenzia Adnkronos Davide Desario, tira in ballo opposizioni e media compiacenti con parole chiare, nette, incontrovertibili, durissime. Un richiamo severo alla responsabilità di chi ha spinto la battaglia politica oltre i confini dell'odio.

                                                                                                                                                                                      "Sono cresciuta in un quartiere storicamente di sinistra (Garbatella a Roma, ndr) e ho iniziato la mia militanza politica a scuola, in infuocate assemblee studentesche. Sono abituata al confronto politico, anche a quello più aspro - ricorda la premier, leader di Fratelli d'Italia -. Quello che mi è dispiaciuto in questi anni è stato vedere che, pur di colpire me e questo governo, alcune persone senza scrupoli non abbiano avuto alcuna remora a mettere in mezzo la mia famiglia, mia sorella, il padre di mia figlia, addirittura mia figlia. Quasi sempre senza ragione, in una strategia di banale character assassination".

                                                                                                                                                                                       

                                                                                                                                                                                       

                                                                                                                                                                                      [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:42435611]]

                                                                                                                                                                                       

                                                                                                                                                                                      "L'altra cosa che mi colpisce è che troppe volte sono stata oggetto di attacchi sessisti vergognosi, nel silenzio e nell'indifferenza di quelli che si riempiono la bocca dei diritti delle donne. Mi verrebbe da dire che ormai ci sono abituata ma non voglio dirlo, perché non bisogna abituarsi a cose di questo genere. Non per me ma perché non è giusto, non è accettabile, non dobbiamo rassegnarci a questo imbarbarimento", ha evidenziato ancora Meloni.

                                                                                                                                                                                      Altro tema sempre attuale, soprattutto al termine del cosiddetto "mese rosso" in cui la propaganda delle opposizioni usa strumentalmente 25 aprile e Primo maggio per colpire il centrodestra, sia quando è al governo sia quando è in minoranza. "Rifuggo dall'utilizzo strumentale della categoria dell'antifascismo, che purtroppo storicamente non si manifestò soltanto nell'opposizione alla dittatura", sottolinea Meloni. "Il vero discrimine è tra chi difende libertà e democrazia a tutte le latitudini e chi invece lo fa solo a corrente alternata. Da molto tempo a destra non c'è nessun imbarazzo a condannare ogni forma di dittatura e di violenza politica, cosa che purtroppo la sinistra non riesca ancora a fare, invocando una serie di distinguo molto preoccupanti".

                                                                                                                                                                                       

                                                                                                                                                                                       

                                                                                                                                                                                      [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:42440141]]

                                                                                                                                                                                       

                                                                                                                                                                                      In questo senso, aggiunge, "la libertà di stampa è una cosa troppo seria e preziosa per essere sminuita con la propaganda politica. L'Italia ha bravi e agguerriti giornalisti, e una moltitudine di liberi organi di stampa, che sanno fare benissimo il proprio lavoro e che per fortuna non si risparmiano negli attacchi a me e a questo governo. Chiunque legga i giornali e accenda la televisione sa bene che non mancano le voci critiche nei confronti del governo. Anche, giustamente, sulla televisione pubblica". Del resto, ha proseguito, "abbiamo sempre detto che non avremmo sostituito un'egemonia di destra a quella radicata della sinistra e continueremo su questa linea: garantire spazi di libertà a tutti, anche a chi non ha mai potuto esprimere le proprie qualità o competenze perché non aveva la tessera giusta in tasca e non frequentava i salotti più in, quando cioè in Italia un problema di pluralismo c'era davvero ma, ovviamente, non si poteva dire...".

                                                                                                                                                                                      "Nel mio messaggio per i 50 anni dalla morte di Sergio Ramelli, ho messo in guardia soprattutto i più giovani dai seminatori di odio e dai cattivi maestri che, ieri come oggi, giustificano la violenza e la sopraffazione come strumenti di lotta politica. Ci sono preoccupanti segnali di un nuovo odio e di una nuova intolleranza, per ora confinati a minoranze rumorose, ma che non devono essere mai sottovalutate. Ne sono recenti esempi gli insulti antisemiti alla senatrice Liliana Segre, a cui rinnovo la mia solidarietà, così come le aggressioni ripetute alle forze dell'ordine e ai giovani militanti di destra nelle scuole e nelle università". 

                                                                                                                                                                                      Elodie non basta: Concertone e ascolti, chi ha vinto la prima serata

                                                                                                                                                                                        Achille Lauro, Elodie, Gazzelle, Gabry Ponte e Giorgia trascinano il Concertone del primo maggio. Come da tradizione, su Rai 3 è andato in scena il grande evento di Roma. E la diretta del Concertone presentata da Noemi, Ermal Meta e Big Mama - dal palco di Piazza di San Giovanni in Laterano - ha registrato l'11,3% di share con 1 milione e 1774 mila spettatori. Numeri in linea con quelli dello scorso anno, quando toccò un picco delll’11,9% di share con 1 milione e 837mila spettatori.

                                                                                                                                                                                        A trionfare negli ascolti è stato però il penultimo appuntamento stagionale di Che Dio Ci Aiuti 8: 19,3% di share, con 3 milioni e 308 mila spettatori. Su Canale 5, invece, è andato in onda Checco Zalone con il suo celebre Cado dalle nubi: 2 milioni e 45mila spettatori, pari al 12,1% di share sulla rete ammiraglia Mediaset. Su Rai 2 la 14esima stagione di Blue Bloods si è chiusa con il 4,1% di share e 687mila spettatori. Su Italia 1 il film con Tom Cruise Mission Impossible – Rogue Nation ha invece conquistato 942mila spettatori, pari al 5,7% di share.

                                                                                                                                                                                         

                                                                                                                                                                                        [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:42468407]]

                                                                                                                                                                                        Il giovedì dei talk è stato vinto da Paolo Del Debbio, che ha raccolto 901 mila spettatori alla guida di Dritto e Rovescio: 6,6% di share su Rete 4. Staccatissimo, invece, Corrado Formigli su La7. Piazzapulita ha invece totalizzato un a.m. di 660mila spettatori, pari al 4,8% di share.

                                                                                                                                                                                         

                                                                                                                                                                                        [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:42470766]]

                                                                                                                                                                                        Torino, materassi incendiati e urla: notte di follia al Cpr

                                                                                                                                                                                          Caos al Cpr di Torino. Una notte di follia tra urla, materassi dati alle fiamme e fumo visibile dall’esterno. E mentre i militanti dei centri sociali facevano il tifo per quella rivolta, tre consiglieri regionali di sinistra chiedevano di entrare e la polizia, in assetto anti-sommossa, interveniva per sedare i disordini.

                                                                                                                                                                                          A un certo punto all’interno della struttura sono state fatte entrare tre ambulanze e vigili del fuoco dopo che un migrante ferito avrebbe compiuto un gesto di autolesionismo. Successivamente, è stata diffusa una nota congiunta da Alice Ravinale, capogruppo AVS in consiglio regionale, Ludovica Cioria, vicepresidente in consiglio comunale in quota Pd, Sara Diena, consigliere comunale per sinistra Europea, e Francesca Troise, Presidente Circoscrizione 3 del Pd, che hanno affermato di non essere potute entrare per verificare la situazione. 

                                                                                                                                                                                           

                                                                                                                                                                                           

                                                                                                                                                                                          [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:42263941]]

                                                                                                                                                                                           

                                                                                                                                                                                          “È andato in scena – si legge – uno spettacolo surreale, indegno di un paese democratico: una consigliera regionale, che ha diritto di accesso al centro per legge, la presidente di circoscrizione, la vicepresidente del consiglio comunale e una consigliera comunale sono state lasciate fuori dal centro per due ore, ignorate dal direttore del Cpr e dai funzionari di pubblica Sicurezza, senza ottenere alcuna informazione in merito alla salute delle persone all’interno del Cpr e addirittura si sono trovate un cordone in antisommossa schierato a difesa dell’ingresso”. 

                                                                                                                                                                                           

                                                                                                                                                                                           

                                                                                                                                                                                          [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:42238820]]

                                                                                                                                                                                           

                                                                                                                                                                                          Zzzz…desert di Francesca Leone

                                                                                                                                                                                            Prima di partire per il Giappone, dove esporrà nel Padiglione Italiano all’Expo 2025 di Osaka, Francesca Leone presenta alla GNAM la ricostruzione immaginifica di un deserto autobiografico, tratto da sogni e ricordi. L’installazione “Zzz…desert” immersa in una composizione di suoni e rumori della natura, rievoca i paesaggi aridi dei film del padre dell’artista. Un insieme di sculture metalliche, che rappresentano rocce del deserto e rose sgargianti, è accompagnato dalla musica di Marco Turriziani, che combina il ronzio delle api con il sussurro del vento e rimbombi metallici.

                                                                                                                                                                                            La prassi creativa di Francesca Leone si nutre della poetica del riuso, quindi recupera i materiali di scarto, soprattutto le lamiere cercate con insistenza nei cantieri dismessi e nei luoghi abbandonati, che testimoniano l’azione implacabile del tempo. Il tempo, che con il suo trascorrere imperterrito, ha eroso, arrugginito e ossidato la superficie delle sculture, assurge a coautore delle opere che l’artista modella e dipinge con cura.

                                                                                                                                                                                             

                                                                                                                                                                                            [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:42470754]]

                                                                                                                                                                                            Nelle rocce e nelle rose, tonalità decisamente vitali di colore si misurano con il degrado, per rigenerare la materia. Animata da una colta coscienza ecologica, l’artista supera l’azione del tempo, donando nuova vita al metallo. L’esposizione è realizzata in collaborazione con Intesa Sanpaolo, che per l’occasione ha concesso in prestito una delle rose che compongono l’installazione. Le altre due, donate da Francesca Leone alla GNAM, entreranno a far parte della collezione permanente del museo e saranno poi esposte nel Giardino Aldrovandi.

                                                                                                                                                                                             

                                                                                                                                                                                            [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:42470753]]

                                                                                                                                                                                            Maurizio Landini, FdI lo smaschera: "Due volti"

                                                                                                                                                                                              "I due volti di Landini: accondiscendente con il Pd al potere, rancoroso e ideologico col Governo Meloni. Buon primo maggio all’aspirante leader della sinistra":  l'account ufficiale di Fratelli d'Italia su Facebook ha dedicato un post al leader della Cgil, sottolineando un cambio di atteggiamento in base alla forza politica che è al governo. Tutto è partito dall'ultimo discorso di Landini, che si è scagliato contro l'esecutivo di Giorgia Meloni: “Se il confronto con il governo sarà finto, senza risposte, e se non verrà aperta una vera trattativa, si aprirà una fase di mobilitazione e di sostegno della piattaforma unitaria che abbiamo presentato a questo governo due anni fa e anche ai precedenti, ma non è mai stata presa in considerazione”. 

                                                                                                                                                                                              Toni molto duri, insomma. E molto diversi da quelli usati in passato con altri governi. A tal proposito il Secolo d'Italia ha fatto notare che "per 10 anni la Cgil è stata buona buona con i governi tecnici e di centrosinistra: da Monti a Draghi non ricordiamo un Landini con l’elmetto. Ora c’è Meloni e tutto cambia. C’è un problema di credibilità grande quanto una casa per mister Cgil. Con l’incontro dell’8 maggio con il governo alle porte, Landini alza il tiro per non farsi scavalcare a sinistra dalla segretaria del Pd, Elly Schlein". 

                                                                                                                                                                                               

                                                                                                                                                                                               

                                                                                                                                                                                              [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:42465124]]

                                                                                                                                                                                               

                                                                                                                                                                                              Duro anche il commento di Tommaso Foti, ministro per gli Affari europei: “Mentre protesta per i salari bassi, Landini percepisce una busta paga di 7.616 euro lordi al mese, dopo l’ultimo aumento di 257 euro mensili”. E su X ha proseguito:  “Con una simile coerenza è pronto per fare il leader della Sinistra Italiana”.

                                                                                                                                                                                               

                                                                                                                                                                                               

                                                                                                                                                                                              Patagarri al Concertone, "voci silenziate": la vergogna dopo l'urlo sulla Palestina

                                                                                                                                                                                                Sono stati i Patagarri il telefonatissimo "caso" del Concertone del Primo maggio 2025 a piazza San Giovanni a Roma. David Parenzo, conduttore de L'aria che tira, ha definito la loro esibizione sul paco "raccapricciante", e non certo per il valore musicale della loro proposta.

                                                                                                                                                                                                La band milanese ha eseguito Hava Nagila, canzone tradizionale ebraica, terminando però con il grido "Palestina libera!". "Quando abbiamo scoperto la storia di questo brano, che risale al 1917 e che è legata alla legittimazione delle prime comunità ebraiche in Palestina, abbiamo capito che l'unico modo per suonarlo oggi era accompagnarlo con un messaggio chiaro: Palestina libera", hanno raccontato all'agenzia Agi subito dopo la performance. Il quintetto jazz-swing formato da Francesco Parazzoli (tromba e voce), Jacopo Protti (chitarra), Daniele Corradi (chitarra), Giovanni Monaco (clarinetto e sassofono) e Arturo Monico (trombone e percussioni), tutti ragazzi milanesi tra i 20 e i 31 anni lanciati a X Factor dove erano nella squadra di Achille Lauro e sono arrivati in finale, hanno detto che suonare a Roma è stato "bellissimo, una fig***ta. Avremmo suonato un minuto e altre due ore". 

                                                                                                                                                                                                "In un momento come questo, in cui la situazione umanitaria è gravissima e molte voci vengono silenziate, pensiamo che la musica debba tornare a fare ciò per cui è nata: lanciare messaggi forti, prendere posizione, anche a costo di dividere", affermano. Sono stati loro, dunque, e non Ghali (che già a Sanremo aveva portato un messaggio simile) gli idoli degli anti-israeliani.. "Molti artisti hanno paura di esporsi, ma se credi davvero in quello che dici, non puoi avere paura. La musica non può dimenticare gli ultimi, anche quelli dimenticati perfino dai social", concludono.

                                                                                                                                                                                                Durissima la reazione di Victor Fadlun, presidente della Comunità Ebraica di Roma: "Appropriarsi della nostra cultura, delle melodie a noi più care, per invocare la nostra distruzione, è ignobile. C’è qualcosa di davvero sinistro, macabro, nell’esibizione dei Patagarri. I nostri più grandi odiatori nella storia sono quelli che hanno strumentalizzato la nostra cultura e mentalità. Pensate a cosa ha fatto Hamas dei nostri bambini, proprio sapendo che così ci colpivano nella cosa più sacra, la speranza. Ascoltare una nostra canzone dal palco del Primo Maggio in diretta tv, culminante nel grido 'Palestina Libera!', lo slogan delle piazze che invocano la cancellazione di Israele, è un insulto e una violenza inaccettabile"

                                                                                                                                                                                                "Mai ce lo saremmo aspettati in un concerto che celebra il lavoro. Soprattutto in un concerto! Come quello del Nova Music Festival, trasformato dai terroristi palestinesi in un massacro che non è finito, con 59 rapiti da Hamas ancora a Gaza. Noi ebrei, di fronte a queste provocatorie manifestazioni di intolleranza sentiamo lo spazio delle nostre libertà restringersi inesorabilmente. Ma a perdere in libertà non siamo solo noi, è l’intera società civile", ha concluso Fadlun. 

                                                                                                                                                                                                "Una canzone ebraica che ha come significato la gioia di stare insieme è stata appositamente stravolta con l'effetto di creare divisioni e generare odio antisemita anziché mettere in campo ogni sforzo per la convivenza tra i popoli, come le Comunità ebraiche in Italia cercano di fare in ogni ricorrenza", stigmatizza l'evento Noemi Di Segni, presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. "Siamo attoniti per quanto avvenuto oggi dal palco istituzionale del 1 maggio organizzato dalle sigle sindacali in una ricorrenza ufficiale dell'Italia e senza vigilanza da parte della Rai che ha poi trasmesso il programma".

                                                                                                                                                                                                Conclave, il papabile cardinale Tobin benedice gay e clandestini

                                                                                                                                                                                                  Il cardinal Joseph W. Tobin, classe 1952, è l’arcivescovo di Newark, nel New Jersey, dal 2017. È un altro degli alti prelati della Chiesa Cattolica degli Stati Uniti a essere finito nel turbine provocato qualche anno fa dalla scoperta che il cardinale e arcivescovo statunitense Theodore E. McCarrick (1930-2025) si era macchiato di atti di pedofilia, motivo per cui nel 2019 McCarrick è stato ridotto allo stato laicale. Il nome del card.

                                                                                                                                                                                                  Tobin saltò fuori per lo scetticismo che mostrò verso le accuse quando la vicenda McCarrick non era ancora provata, ma i processi alle intenzioni sono sempre indegni. Molto più importanti sono invece i fatti. Per esempio la retorica aperturista che il card. Tobin riserva da sempre al mondo LGBT+. Indelebile è il ricordo di quando, nel 2017, anno del suo insediamento a Newark, il porporato ricevette con favore e forse fervore quello che egli stesso definì un «pellegrinaggio» di fedeli cattolici omosessuali sia maschi sia femmine con tanto di famiglie (in diversi casi, con tutta evidenza, uteri in affitto). Ora, i pellegrinaggi sono un’altra cosa.

                                                                                                                                                                                                   

                                                                                                                                                                                                   

                                                                                                                                                                                                  [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:42462024]]

                                                                                                                                                                                                   

                                                                                                                                                                                                  Non si fanno per venerare gli uomini, nemmeno i principi della Chiesa. Si fanno per impetrare una grazia o per rendere grazie, si fanno magari anche per espiare e non sono mai la fiera delle vanità. La differenza fra accogliere nella carità qualunque fedele e benedire una carnevalata anche a beneficio di telecamere è lampante a tutti, e la cosa più insopportabile è la strumentalizzazione delle persone.

                                                                                                                                                                                                  In materia di omosessualità è peraltro nota l’opposizione del card. Tobin al Catechismo della Chiesa Cattolica, l’enorme compendio della fede spiegata e ragionata che fu promulgato nel 1997 da san Giovanni Paolo II. Il porporato statunitense dice che in realtà quello che non gli aggrada è la definizione dell’omosessualità come «intrinsecamente disordinata». Padronissimo. Ma il busillis è: se diventasse Papa, il card. Tobin ordinerebbe di apporvi una pecetta che invece dicesse «intrinsecamente ordinata»? Perché delle due l’una. Perla Chiesa Cattolica l’atto omosessuale non corrisponde all’ordine naturale della persona voluto da Dio. È un precetto morale che consegue a una antropologia precisa che viene da una certa teologia. La si può contestare anche in modo veemente, come infatti accade, ma non si può pretendere che la Chiesa si spari in un piede, soprattutto se si diventa Pontefice.

                                                                                                                                                                                                   

                                                                                                                                                                                                   

                                                                                                                                                                                                  [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:42463026]]

                                                                                                                                                                                                   

                                                                                                                                                                                                  Al conclave che fra qualche giorno si aprirà interessa questo e non altro. Qualcuno fuori dalla Cappella Sistina storcerà il naso, ma sono affari della Chiesa. Si può anche lavorare per demolirla la Chiesa, ma appunto questo è il punto che importa al conclave. Del resto il card. Tobin è un fan del padre gesuita James Martin, deus ex machina del mensile statunitense America e grande sdoganatore dell’ideologia LGBT+; soprattutto il card. Tobin è fan del suo best-seller del 2017, Building a Bridge, libro piaciuto molto anche ad altri aspiranti Papi delle cui posizioni naïf sulla dottrina il conclave è avvertito: il card. Robert McElroy e il card. Kevin J. Farrell.

                                                                                                                                                                                                  Cavalli di battaglia il card. Tobin ne ha comunque anche altri: l’immigrazionismo sfrenato (per lui il fatto che qualcuno entri negli Stati Uniti senza documenti non è un problema, ma per la sicurezza dei suoi fedeli molto probabilmente sì) e le donne prete. In una intervista al New York Times del 1° settembre 2018 disse di non vedere cosa impedisca al Papa di creare cardinale una donna. Forse per questo è inadatto a fare il Papa?

                                                                                                                                                                                                  Ghali al Concertone, disastro a microfono spento

                                                                                                                                                                                                    Piccolo imprevisto tecnico per Ghali al concertone del primo maggio: mentre il rapper si esibiva sulle note di "Casa mia", il volume del microfono si è abbassato di colpo e la sua voce non si è quasi più sentita. A quel punto l'artista ha deciso di far cantare la piazza al posto suo. Successivamente, un tecnico è salito sul palco per porgergli un nuovo "gelato" e tutto si è risolto. "Senza cuffie vi sento di più, senza microfono ancora di più", ha commentato Ghali. 

                                                                                                                                                                                                     

                                                                                                                                                                                                     

                                                                                                                                                                                                    Dopo che ha cantato #Ghali ho girato canale perché volevo vedere solo lui! #1M2025 pic.twitter.com/qKUGQ8mv3p

                                                                                                                                                                                                    — Ꭱꪮᖯꫀɾtᥲ ❤️‍ (@Chenesai_6311) May 1, 2025

                                                                                                                                                                                                     

                                                                                                                                                                                                     

                                                                                                                                                                                                    A condurre l'evento sono stati i cantanti Noemi, BigMama ed Ermal Meta e Vincenzo Schettini, il professore di fisica più famoso del web. Altra grande protagonista del concertone, poi, è stata Elodie che, tra una canzone e l'altra, ha voluto fare un discorso sui diritti al pubblico di Piazza San Giovanni. La cantante - che si è esibita sulle note di "Black Nirvana", "La coda del diavolo", "Mi ami mi odi" e "Bagno a mezzanotte" - ha raccontato ai fan che la acclamavano di avere sempre assistito al concertone dietro alle transenne, in compagnia degli amici: "È la prima volta che vivo il Primo Maggio dal palco, ma ne ho fatti tantissimi tra il pubblico, mi è sempre piaciuto perché è la casa dei diritti: i diritti o sono di tutti o sono privilegi", ha detto. 

                                                                                                                                                                                                     

                                                                                                                                                                                                     

                                                                                                                                                                                                    [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:42468407]]

                                                                                                                                                                                                     

                                                                                                                                                                                                    Musetti batte Diallo: a Madrid il punto per mettere Sinner nel mirino

                                                                                                                                                                                                      Un'altra prova di maturità per Lorenzo Musetti: il toscano si è qualificato per le semifinale del Masters 100 di Madrid battendo il 23enne canadese Gabriel Diallo in due set, 6-4, 6-3, in un'ora e mezza di gioco. Il carrarino dovrà vedersela con il britannico Jack Draper che ha battuto un altro azzurro, Matteo Arnaldi, con un netto 6-0, 6-4.

                                                                                                                                                                                                      Grazie al buon torneo madrileno, Musetti da lunedì entrerà nella Top 10 del ranking. "Non ho giocato il mio miglior tennis ma l'importante era vincere", ha commentato il 23enne toscano, "sapevo che scendere in campo oggi non sarebbe stato facile, soprattutto per l'aspetto mentale. Sono riuscito però a restare concentrato fino all'ultimo punto e sono fiero di essere in semifinale". Sulla sfida con Draper, Musetti ha ricordato: "Non l'ho mai battuto e dico sempre che c'è una prima volta, speriamo che accada qui. Siamo buoni amici, siamo cresciuti insieme e sarà un piacere condividere con lui questo palcoscenico. So che sta disputando una stagione fantastica e sono contento per lui ma domani (oggi, ndr) sarà una lotta e spero di metterlo in difficoltà".

                                                                                                                                                                                                       

                                                                                                                                                                                                       

                                                                                                                                                                                                      [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:42451509]]

                                                                                                                                                                                                       

                                                                                                                                                                                                      Contro il britannico, Musetti punta a eguagliare un record di Jannik Sinner e diventare il secondo italiano con almeno due finali all'attivo nei Masters 1000 dal 1990, quando sono stati introdotti questi tornei in calendario. Già finalista a Montecarlo quest'anno, Musetti potrebbe diventare il primo italiano con almeno due finali giocate nei Masters 1000 sulla terra battuta. Inoltre, da quando il Mutua Madrid Open si gioca sulla terra battuta, solo Rafa Nadal è riuscito a raggiungere la finale sia a Montecarlo che alla Caja Magica nella stessa stagione (2009-11, 2013 e 2017).

                                                                                                                                                                                                      Complessivamente, dal 1990, soltanto Andrei Medvedev (1994), Marcelo Rios (1999), Gustavo Kuerten (2001), Guillermo Coria (2005) e Roger Federer (2006) hanno raggiunto la finale nei primi due Masters 1000 sul rosso in stagione.

                                                                                                                                                                                                       

                                                                                                                                                                                                      MUSETTI EN DEMIE !

                                                                                                                                                                                                      L’Italien fait le job face à la surprise Diallo : 6-3 / 7-5 ! ✅
                                                                                                                                                                                                      Il rejoint le dernier !

                                                                                                                                                                                                      Prochain défi : Jack Draper pour une place en finale !

                                                                                                                                                                                                      Qui ira au bout ? pic.twitter.com/wbewdJLN3e

                                                                                                                                                                                                      — Monde Du Tennis (@mondedutennis) May 1, 2025

                                                                                                                                                                                                      Conclave, Puljic assicura: "Con un aiuto ce la faccio"

                                                                                                                                                                                                        "Ho bisogno di aiuto per entrare, ma penso che non ci sarà problema. Con l'aiuto entro in Cappella Sistina": il cardinale emerito di Sarajevo, Vinko Puljic, ha assicurato che, per l'elezione del nuovo Papa in Conclave, non voterà da Casa Santa Marta, come si era detto all'inizio per le sue condizioni di salute. Intervistato dall'associazione "L'isola che non c'è" di Latiano, Brindisi, ha spiegato quindi che non avrà una modalità di voto diversa da quella degli altri cardinali. 

                                                                                                                                                                                                        Mentre si avvicina l'inizio del Conclave, fissato a mercoledì 7 maggio, nella giornata di giovedì 1 maggio c'è stata una pausa di riflessione per i cardinali, che non si sono riuniti per la congregazione generale. Nel pomeriggio invece si è tenuta la messa dei Novendiali presieduta dal cardinale argentino Victor Manuel Fernandez che ha ricordato, nella festa del primo maggio dedicata ai lavoratori, quanto Francesco abbia ribadito, nel corso del suo pontificato, la necessità di garantire un lavoro degno a tutti.

                                                                                                                                                                                                         

                                                                                                                                                                                                         

                                                                                                                                                                                                        [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:42469928]]

                                                                                                                                                                                                         

                                                                                                                                                                                                        Poi ha ricordato che Bergoglio è stato un grande lavoratore fino all'ultimo istante. Anche se poi, ironicamente, ha aggiunto: "Non è che possiamo prenderlo come esempio, perché lui mai si prendeva alcuni giorni di vacanze. A Buenos Aires, d'estate, se non trovavi un prete sicuramente trovavi lui. Quando era in Argentina non usciva mai a cena, al teatro, a passeggiare o a vedere un film, non si prendeva mai un giorno libero. Invece noi, essere normali, non potremmo resistere. Ma la sua vita è uno stimolo per vivere con generosità il nostro lavoro", 

                                                                                                                                                                                                         

                                                                                                                                                                                                         

                                                                                                                                                                                                        [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:42464181]]

                                                                                                                                                                                                         

                                                                                                                                                                                                        Papa Francesco, "qualche sinistrino voleva mettermi il cappio al collo"

                                                                                                                                                                                                          "Sono uscito pulito da una brutta manovra di qualche sinistrino che voleva mettermi il cappio al collo". Con queste parole Papa Francesco, scomparso lo scorso lunedì di Pasqua, ricordava a Fabio Marchese Ragona, vaticanista di Mediaset e biografo di Bergoglio, quanto accaduto una quindicina di anni fa, in Argentina, prima di diventare Pontefice succedendo a Benedetto XVI. 

                                                                                                                                                                                                          All'epoca Bergoglio era cardinale e vescovo di Buenos Aires e finì al centro di una pesante accusa: collaborazionismo con il regime fascista di Videla che aveva insanguinato l'Argentina a cavallo di Anni Settanta e Ottanta. Marchese Ragona, intervistato dal Corriere della Sera, ricorda che durante i colloqui per realizzare la biografia Life: La mia storia nella Storia (HarperCollins), Francesco si mostrò commosso proprio parlando di quegli anni: "Un genocidio generazionale. Ha detto di aver fatto tutto ciò che poteva - spiega Marchese Ragona -. Andò da Videla, a celebrare messa, per liberare due confratelli gesuiti. Ci riuscì ma non poté nemmeno salvare la sua amica Esther. Fu interrogato quattro ore e mezza su quei fatti nel 2010". Un'accusa politica che, alla fine, cadde nel vuoto. 

                                                                                                                                                                                                          Nell'intervista il giornalista ricorda anche il rapporto personale con il Papa, intimo, colloquiale, affettuoso. "Una volta mi ha fatto trovare le empanadas e ha detto: 'Sei digiuno, ora le mangi tutte'. Un’altra dei cioccolatini portati dalla Amazzonia: 'Se sono buoni li mangio anch’io'". Bergoglio, sottolinea Marchese Ragona, "era sensibile, ironico e determinato". E amante degli scherzi: "Una volta mi chiamò dicendo. 'Sono el Coco: che significa l’Uomo nero. Anche se mi vesto di bianco'. Amava strappare un sorriso".

                                                                                                                                                                                                           

                                                                                                                                                                                                           

                                                                                                                                                                                                          [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:42393425]]

                                                                                                                                                                                                           

                                                                                                                                                                                                          Sul Conclave che lo rese Papa "mi ha detto di aver capito, subito dopo pranzo, quel giorno, che sarebbe stato eletto. E che non voleva entrare nella cappella Sistina. Si soffermò col cardinal Ravasi a discutere di libri sapienziali. Tanto che li richiamarono. Ha ammesso: 'Inconsciamente non volevo essere eletto'".

                                                                                                                                                                                                           

                                                                                                                                                                                                          Meteo Giuliacci, occhio agli eventi estremi: cosa cambia da lunedì

                                                                                                                                                                                                            Il weekend del 3-4 maggio sarà all'insegna del caldo, con picchi di 30 gradi in alcune zone d'Italia. Le regioni in cui si sentirà di più l’anticiclone africano, come si legge sul sito meteogiuliacci.it, sono la Pianura Padana, le zone interne del Centro, la Puglia, la Sicilia e la Sardegna. In Sicilia qualche città potrebbe raggiungere addirittura i 33-34 gradi.

                                                                                                                                                                                                            I primi segni di cedimento dell'anticiclone si avranno solo domenica 4 maggio, quando dal Nord Europa arriveranno correnti fresche e instabili, che all'inizio porteranno temporali solo sulle Alpi centro-orientali. Poi, nel pomeriggio, i rovesci si estenderanno sulle pianure di Veneto e Friuli. Non si escludono, inoltre, fenomeni intensi per via dei contrasti tra l’aria calda già presente e le correnti fresche.

                                                                                                                                                                                                             

                                                                                                                                                                                                             

                                                                                                                                                                                                            [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:42460973]]

                                                                                                                                                                                                             

                                                                                                                                                                                                            Tutto cambierà all'inizio della prossima settimana, quando, secondo le proiezioni del Centro Meteo Europeo, arriverà una saccatura fredda dalla penisola scandinava che farà scendere le temperature portando una forte ondata di maltempo. Potrebbero verificarsi, quindi, eventi estremi come grandinate, forti colpi di vento e trombe d’aria. Questa instabilità, che andrà dal 5 al 7 maggio, sarà concentrata sulle regioni centro-settentrionali, dove i contrasti tra aria calda preesistente e impulsi più freschi in arrivo dall’Europa settentrionale potranno risultare particolarmente marcati.

                                                                                                                                                                                                             

                                                                                                                                                                                                             

                                                                                                                                                                                                            [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:42453256]]

                                                                                                                                                                                                             

                                                                                                                                                                                                            Donnarumma eroe al Psg? "Cessione", tutto cambiato

                                                                                                                                                                                                              L'Eredità, "senza senso": scoppia il caso dopo la puntata

                                                                                                                                                                                                                Antonio è stato il campione de L'Eredità, il game show condotto da Marco Liorni, nella puntata andata in onda ieri, giovedì 1 maggio, su Rai 1. Alla ghigliottina, la fase finale e anche quella più seguita del programma, ci è arrivato con un montepremi di ben 90mila euro. Mentre gli indizi, le parole da collegare, erano "Colore", "Porto", "Diritto", "Scadenza" e "Tagliare". Dopo un minuto di attenta riflessione, il nuovo campione ha preso il suo cartoncino e ci ha scritto: "Titolo". Anche se subito dopo non si è detto molto convinto della sua scelta. Alla fine, purtroppo, la sua risposta si è rivelata sbagliata. Quella corretta era: "Naturale".

                                                                                                                                                                                                                Qualcuno, tra i telespettatori, non si è detto d'accordo con la soluzione offerta dal programma. "Senza senso....", ha scritto per esempio qualcuno su X. Qualcun altro, invece, ha sottolineato le difficoltà della ghigliottina di quella puntata: "Stasera è difficile". 

                                                                                                                                                                                                                 

                                                                                                                                                                                                                 

                                                                                                                                                                                                                #leredita
                                                                                                                                                                                                                Senza senso....

                                                                                                                                                                                                                — Lidia (@lidiarusso09) May 1, 2025

                                                                                                                                                                                                                 

                                                                                                                                                                                                                 

                                                                                                                                                                                                                Andrà in onda questa sera, invece, venerdì 2 maggio, lo speciale L’Eredità Tutti in Viaggio. una puntata tutta dedicata al tema del viaggio. Accanto a Marco Liorni, torneranno le Professoresse, Greta Zuccarello e Linda Pani. Mentre le sei coppie di vip in gioco saranno formate da Giuseppe Zeno e Margaret Madè; Martina Colombari e Billy Costacurta; Francesco Pannofino ed Emanuela Rossi; Alba Parietti e Francesco Oppini; Ciro e Fabio dei The Jackal; Francesco Paolantoni e Barbara Foria.

                                                                                                                                                                                                                 

                                                                                                                                                                                                                 

                                                                                                                                                                                                                [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:42466917]]

                                                                                                                                                                                                                 

                                                                                                                                                                                                                L’Academy ha dei furbetti da Oscar

                                                                                                                                                                                                                  Guardare ogni film candidato al premio Oscar non è mai stato un requisito fondamentale per poter votare. Storicamente, la visione di tutte le pellicole era raccomandata ma non obbligatoria. Ecco perché i membri dell’Academy con diritto di voto spesso si affidavano al passaparola, ai giornalisti o addirittura agli amici e ai familiari. In questo modo le gemme nascoste rimanevano... nascoste, perché in pochi si prendevano la briga di guardarle.

                                                                                                                                                                                                                  Il sistema ha quasi sempre favorito pellicole più “rumorose”, ovvero dai budget altisonanti e dalle campagne pubblicitarie imponenti. Un esempio? The Brutalist, il film diretto da Brady Corbet e con protagonista un fuoriclasse del calibro di Adrien Brody: nella ultima edizione ha ottenuto 10 nomination e 3 vittorie (tra cui proprio il premio come miogliore attore a Brody), anche se diversi elettori hanno ammesso di non aver mai premuto “play” o di averlo lasciato in sottofondo mentre si facevano i fatti loro a telefono.

                                                                                                                                                                                                                   

                                                                                                                                                                                                                  STATUS QUO

                                                                                                                                                                                                                  A partire dal quest’anno l’Academy ha deciso di provare a modificare lo status quo, introducendo il seguente obbligo: i membri con diritto di voto devono aver visto tutti i film di una determinata categoria per poter esprimere la propria preferenza. Insomma, l’Academy ha richiesto il minimo sindacale, eppure non mancano i furbetti che hanno già trovato il modo di aggirare tale regola.

                                                                                                                                                                                                                  Non che sia particolarmente difficile, dato che basta compilare un modulo che attesta quando e dove sono stati visti i film: quindi non c’è alcuna garanzia che gli elettori siano effettivamente rimasti davanti allo schermo.

                                                                                                                                                                                                                  Variety, la Bibbia dell’intrattenimento americano, ha posto il problema, chiedendosi se il nuovo obbligo porterà a scelte più consapevoli o se incoraggerà semplicemente nuovi modi di manipolare le votazioni. «Oggi alcuni membri- si legge su Variety- in particolare nei settori marketing e pubbliche relazioni, si limitano a premere “play” sull’app Academy per soddisfare i requisiti di visualizzazione del sistema, per poi disattivare l’audio o cambiare scheda. All’app risulta solo che il film è stato guardato, ma non sa se c’era qualcuno seduto davanti allo schermo.

                                                                                                                                                                                                                  Un membro ha ammesso di premere “play” prima di uscire di casa per andare al lavoro». Il sistema dell’Academy si basa sulla fiducia, quindi è chiaramente imperfetto, anche perché non verifica le informazioni degli iscritti e non prevede alcuna penalità per chi dichiara di aver guardato un film anche se non lo ha fatto. E allora che senso ha introdurre un obbligo di visione se non è accompagnato da un modo per assicurarsi che venga rispettato?
                                                                                                                                                                                                                  L’Academy spera in una presa di coscienza generale ed è sicura che solo una piccola minoranza dei membri con diritto di voto continuerà a imbrogliare il sistema.
                                                                                                                                                                                                                  Essendo un’organizzazione quasi centenaria, l’Academy tiene molto a preservare la propria integrità e a scoraggiare la tendenza a far prevalere un solo film durante la cerimonia di assegnazione dei premi. Tra il 2009 e il 2021 il sistema è stato abbastanza equilibrato (solo un film ha vinto più di quattro statuette, The Hurt Locker di Kathryn Bigelow con sei nel 2009), ma di recente i premi si sono spesso concentrati su una sola pellicola: è il caso di Everything Everywhere All at Once nel 2022 e di Oppenheimer nel 2023, entrambi ricompensati con ben sette statuette, e di Anora, che nella scorsa edizione ha vinto in cinque delle sei categorie in cui era candidato. Insomma, l’Academy vorrebbe ridistribuire i riconoscimenti cinematografici in un modo più equo.

                                                                                                                                                                                                                  Jannik Sinner si confessa e il Tg1 vola al 30%

                                                                                                                                                                                                                    Vi proponiamo "Tele...raccomando", la rubrica di Klaus Davi dedicata al piccolo schermo 

                                                                                                                                                                                                                    CHI SALE (Tg1-Gioco, partita, incontro con Sinner / Rai 1) Quasi 5 milioni di persone e il 25% di share, un vero e proprio tripudio per il ritorno di Jannik Sinner nell’access prime time di Rai 1. E un bel colpo del Tg1: 25 minuti in cui il numero 1 del tennis mondiale ha risposto alle domande del direttore Gian Marco Chiocci in modo rilassato, sincero e fuori dagli schemi. Forse come mai prima d’ora, almeno in Italia, televisivamente parlando, si è passati dal tennis al sogno di diventare pilota di F1, alla vita privata, agli affetti e ovviamente alla difficile situazione legata al caso Clostebol. Si consolida il carattere nazional-popolare del campione altoatesino con picchi del 40% di share in Trentino e del 35% in Veneto e Friuli, ma ottimi ascolti pure nel Centro-Sud con Toscana, Lazio e Puglia sopra il 25%. Momenti clou dell’intervista, con punte oltre il 30%, quelli in cui Sinner ha commentato, col solito garbo, le critiche ricevute da sportivi come Federica Pellegrini, Djokovic e Serena Williams e quando ha parlato degli istanti bui in cui ha pensato anche di lasciare il tennis. 
                                                                                                                                                                                                                     

                                                                                                                                                                                                                    Affari Tuoi, "più del dottore": Alessio spiazza tutti

                                                                                                                                                                                                                      Alessio Merli, capocantoniere dell’Anas, rappresentante dell'Umbria, è stato il protagonista di Affari Tuoi, il programma condotto da Stefano De Martino su Rai 1, nella puntata in onda ieri sera, giovedì 1 maggio. La sua partita è stata ricca di colpi di scena anche grazie al fatto di essere riuscito a portare quasi fino alla fine il pacco col premio più alto, quello da 300mila euro. 

                                                                                                                                                                                                                      Poi, quando sul tabellone sono rimasti quattro pacchi - la pizza di Terni, 10 euro, 20mila euro e 300mila euro - il dottore gli ha offerto 37mila euro. “Io sono felice se trovo 5 euro per strada – ha detto – ma sono qui per giocare”. Per questo, d'accordo con la mamma Federica che lo ha accompagnato nel corso del gioco, ha rifiutato l’offerta. Al tiro successivo ha fatto fuori la pizza di Terni.

                                                                                                                                                                                                                       

                                                                                                                                                                                                                       

                                                                                                                                                                                                                      [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:42457663]]

                                                                                                                                                                                                                       

                                                                                                                                                                                                                      Di 53mila euro, quindi, l'offerta successiva del dottore. “Ho veramente tanta paura a rifiutare questi soldi”, ha detto il concorrente prima di accettare la somma. Cosa c'era invece nel suo pacco numero 8? Per fortuna ha scoperto che lì c'erano "solo" i 20mila euro. Quindi la sua scelta è stata giusta. In molti, tra i telespettatori, si sono complimentati con Alessio per la sua partita. "Non ci credoooooo bravissimo è stato più furbo del dottore", ha scritto per esempio un utente su X. Un altro, invece, ha criticato la sua scelta di accettare l'offerta: "Io parto dal principio che fino a che ci sono i 300k non accetto nulla, solo alla fine #affarituoi". 

                                                                                                                                                                                                                       

                                                                                                                                                                                                                       

                                                                                                                                                                                                                      Non ci credoooooo bravissimo è stato più furbo del dottore #AffariTuoi

                                                                                                                                                                                                                      — Mery (@goddessofnight_) May 1, 2025

                                                                                                                                                                                                                      Le parole che raccontano l'arte del fare italiano

                                                                                                                                                                                                                        «C'era una volta... - Un re! - diranno subito i miei piccoli lettori. No, ragazzi, avete sbagliato. C’era una volta un pezzo di legno». Comincia così una delle storie più conosciute al mondo, quella di Pinocchio, creazione immortale dalle infinite possibilità e aperture di Carlo Collodi (al secolo Carlo Lorenzini). E se si può leggere Pinocchio in infiniti modi, si può leggere anche come la storia di un umile artigiano, mastro Geppetto, che ama lavorare il legno, con le proprie mani.

                                                                                                                                                                                                                        Uno dei moltissimi artigiani che hanno popolato i borghi, i paesi e le città toscane, dove per l’appunto è ambientato il romanzo-favola-parabola collodiano. Un mondo segnato dalla fatica, dalla povertà, ma anche dalla meraviglia, dalla vitalità, dalla capacità di resistere a tutto ma non alla creatività. Ma se volessimo cercare altri riferimenti letterari che spaziano in altre epoche, in altre civiltà e con autori contemporanei, ecco che nel monumentale I pilastri della Terra di Ken Follett, la ribalta è popolata dall’infinito stuolo di artigiani che hanno eretto le cattedrali medievali, ancora in grado di sbalordire anche gli scettici più convinti. Un mondo che è scomparso in gran parte, che potrebbe scomparire del tutto, ma resiste grazie alla forza e alla caparbietà di nuovi artigiani che non vogliono rinunciare alla bellezza del “fare”.

                                                                                                                                                                                                                        Il lavoro come necessità e insieme come destino, come memoria e come futuro: nel giorno dedicatogli un modo “alternativo” di festeggiarlo può essere quello di sfogliare un volume dal  titolo Inventario - Il linguaggio della manifattura, (Edito da Confimi Industria). Con la prefazione del ministro delle imprese e del Made in Italy Adolfo Urso e del saggista Raffaele Alberto Ventura, qui si entra, attraverso una serie di parole, nel multiforme universo del sistema produttivo italiano, con l’obiettivo di illustrare l’industria manifatturiera in 500 termini e 26 capitoli.

                                                                                                                                                                                                                         

                                                                                                                                                                                                                        UNO STILE PECULIARE

                                                                                                                                                                                                                        Un’opera concepita da Confimi Industria (associazione di piccole e medie imprese) e realizzata con il contributo di Treccani che ha sviluppato le definizioni delle 26 parole poste in apertura dei capitoli per rendere omaggio alla vita quotidiana delle piccole e medie imprese nella Giornata Nazionale del made in Italy. E' la testimonianza della cultura del fare, che ha avuto e per fortuna possiede ancora parole da riscoprire, per raccontare il nostro peculiare stile, riconoscibile ovunque, ed è questa nostra storia produttiva unica che racconta questa pubblicazione, soprattutto attraverso il legame tra linguaggio, identità e innovazione. Il volume, realizzato con il contributo di Treccani, è una mappa del lessico della manifattura, in epoche e territori diversi, con le parole del lavoro che fanno risorgere mestieri e saperi tramandati. I dialetti sono un formidabile codice per interpretare i lavori e i loro mezzi: barachin (piemontese, contenitore per il pranzo), bocia (veneto, apprendista), mescià (ancora piemontese, capo officina).
                                                                                                                                                                                                                        Definizioni ironiche che svelano, con leggerezza, le dinamiche del lavoro e dell’impresa, e così il termine leadership è tradotto come «l’arte di delegare tutto e prendersi il merito di ciò che funziona». Lavorà de legnamee, de feree, e così via, in milanese, per spiegare con quali materiali si svolgono varie occupazioni. Già che ci siamo, restando a Milano, vale la pena fare una piccola deviazione storico- topografica. Nel cuore della città, nella zona dei Navigli, c’è un famoso ristorante, El Brellin. Il quale prende il nome dal “brellin” di legno, dove le lavandaie stavano inginocchiate a strofinare i panni sugli stalli di pietra, ancora visibili nel vicolo. Il ruscelletto (el fossett, in dialetto milanese) è ancora alimentato dalle acque del Naviglio Grande e rimane uno degli angoli più suggestivi della vecchia Milano. Per quanto riguarda il linguaggio tecnico di settore, cioè termini legati ai processi produttivi e industriali, ci sono, tra i tanti, alesatura (rifinitura dei fori nella meccanica di precisione), rullatura (finitura superficiale dei metalli)...

                                                                                                                                                                                                                        Il lavoro - se scelto e amato - rende protagonisti di storie talmente straordinarie da sembrare fatte della stoffa dei romanzi. Come quella di Emma Vidal, morta a 103 anni a Burano, incantata isola della laguna veneziana. Fino a oltre 100 Emma ha continuato a cucire , con ago e filo, merletti, per cui Burano è conosciuta in tutto il mondo.

                                                                                                                                                                                                                        Essendo diventata una sorta di “caso”, lei, nella sua disarmante lucidità, aveva commentato, all’ennesima richiesta di raccontare la sua storia, iniziata quando di anni ne aveva solo nove, dieci: «Vi siete ricordati di me che non valgo niente, mentre ciò che importa è l’arte del mio merletto che rischia di sparire».$ mancata nel 2019, nella sua isola colorata e popolata da gente del tutto fuori dagli schemi.
                                                                                                                                                                                                                        Del suo lavoro la signora Emma ha sempre detto: «Ci vuole tecnica, ma anche dedizione. La nostra è un’arte come quella di Michelangelo». E quindi anche dedizione è una parola che entra di diritto in un ipotetico dizionario del lavoro.

                                                                                                                                                                                                                        Chi insulta Trump pensi piuttosto alla Von der Leyen

                                                                                                                                                                                                                          Come si stanno divertendo a sottoporre ai raggi X i primi cento giorni di Donald Trump: tutti a fare commenti, strani fact checking e pure sondaggi per cui il neo presidente sarebbe già crollato nel gradimento. La sentenza è già scritta: che disastro alla Casa Bianca!

                                                                                                                                                                                                                          Dai dazi alla pace in Ucraina e poi l’inflazione, le Borse, i rapporti con l’Europa e chi ne ha più ne metta, a leggere i giornali di ieri sembrava l’Apocalisse. Tutta colpa di Trump, della sua goffaggine, del suo ego e soprattutto della sua impreparazione: non ha idee su economia, su politica estera, su finanza, affermano i soloni.
                                                                                                                                                                                                                          Siccome mi sembra di vedere lo stesso film delle presidenziali dove i soliti professoroni vedevano la rincorsa di Kamala, addirittura un testa a testa o un sorpasso, mi viene facile consigliare prudenza e rimandare alle elezioni di medio termine per avere la certezza del sentiment americano.

                                                                                                                                                                                                                          Nel frattempo, se davvero il gioco delle pagelle interessa così tanti, potremmo immergerci in quello che la presidente della Commissione europea ha combinato in questi anni, con la compiacenza della stessa sinistra e degli stessi commentatori che in queste ore si divertono a giudicare i primi cento giorni di Trump. Bene, allora proviamo ad valutare l’impatto del corso targato Ursula. I dazi di Trump? Beh, guardiamo ai “dazi” e ai vincoli che la Commissione si è imposta da sola: è toccato a Mario Draghi richiamare l’Unione europea alle sue stesse barriere. «È come se ci fossimo messi dei dazi interni tra il 45 e il 110 per cento», ha denunciato il governatore del Whatever it takes.

                                                                                                                                                                                                                          E vogliamo ricordare i guai combinati in nome del green e della ecosostenibilità? Mamma mia, ci sarebbe da mettersi le mani nei capelli. Eppure era il “Vangelo” scritto da Frans Timmermans e legittimato da Ursula, con la conseguenza di mandare in crisi l’industria automobilistica nella sua parte più avanzata, ossia il motore. Via il motore e dentro una batteria, costruita per lo più in Cina perché il Drago è top player nel settore “green”. Inclusi quei pannelli solari che l’altro giorno hanno messo in ginocchio Spagna e Portogallo. Tra l’altro, la Cina ha il monopolio pure delle terre rare, cioè quei minerali indispensabili per ogni fabbrica che opera a medio-alto contenuto tecnologico.

                                                                                                                                                                                                                          L’unico che si è posto il problema dello strapotere della Cina è stato quel Trump che oggi viene deriso e ridicolizzato; evidentemente all’Europa va bene che Pechino agisca sui mercato globali nelle condizioni che ben conosciamo. Infatti la “capa” della Bce Christine Lagarde andrà in Cina a giugno, come poche settimane fa aveva già fatto il premier spagnolo Sanchez. Da Xi Jinping col cappello in mano.

                                                                                                                                                                                                                          L’impatto dei fanatismi green dell’Unione europea si sono visti sull’industria ma anche nel settore agricolo, con vibranti proteste da parte degli allevatori arrivati a Bruxelles coi trattori carichi di letame. Nella testa di Timmermans le mucche erano nemiche dell’ambiente. Così, per non farci mancare nulla e per salvare l’ecosistema oltre che la nostra salute, sempre sono arrivati i via libera a carne sintetica (pardon, carne coltivata) e farine di insetti.

                                                                                                                                                                                                                          Vogliamo andare oltre? Volentieri. La Commissione parla tanto della postura da imprenditore di Trump rispetto a Putin, ma è la stessa Europa che tratta abbondantemente con la Russia, neutralizzando così le sue stesse sanzioni con triangolazioni fantasiose. Tanto per fare un esempio, solo sull’energia nel 2024 abbiamo aumentato gli acquisti di gas e petrolio del 18%, una cifra tanto importante da far sostenere a Trump che l’Europa ha dato più soldi a Putin che all’Ucraina.
                                                                                                                                                                                                                          In fine, prima di compilare pagelle e pagelline sui primi cento giorni del nuovo presidente americano, forse dovremmo capire perché l’Europa non è riuscita a trovare un altro leader dopo i danni combinati dalla signora Ursula in oltre quattro anni.

                                                                                                                                                                                                                          Decidono i genitori se i figli possono seguire le lezioni di sesso a scuola. Ma la sinistra non ci sta

                                                                                                                                                                                                                            Chi decide chi deve impartire l’educazione sessuale ai ragazzi italiani? Lo Stato o i genitori? Può l’istituto scolastico imporsi, con i propri insegnanti e le loro idee, se le famiglie sono contrarie? E dunque, chi viene prima: lo Stato o la famiglia? Due visioni della società e della politica opposte: da una parte quella statalista, dall’altra quella liberale, perla quale lo Stato deve occuparsi solo di ciò che la famiglia, l’istituzione fondamentale della società, non può fare.

                                                                                                                                                                                                                            È l’ultimo scontro tra governo e opposizione, sulla materia più delicata e importante: il modo in cui le prossime generazioni guarderanno il mondo. A innescarlo, il disegno di legge «in materia di consenso informato in ambito scolastico» approvato ieri dal consiglio dei ministri. Che rende obbligatorio il parere favorevole «dei genitori ovvero degli studenti, se maggiorenni» a ogni tipo di attività che riguardi «tematiche dell’ambito della sessualità». Niente consenso, niente partecipazione del ragazzo alle lezioni.

                                                                                                                                                                                                                            Consenso «informato» significa che dovrà essere «acquisito previa messa a disposizione, per opportuna visione, del materiale didattico che si intende utilizzare», dunque i testi e gli eventuali filmati. Il modulo con cui il consenso sarà richiesto dovrà illustrare anche «le finalità, gli obiettivi educativi e formativi, i contenuti, gli argomenti, i temi e le modalità di svolgimento» delle lezioni, oltre che «l’eventuale presenza di esperti esterni, enti o associazioni». Questi potranno essere coinvolti solo con l’approvazione del collegio dei docenti, che li sceglierà sulla base «dei titoli e della comprovata esperienza professionale, scientifica o accademica nelle materie oggetto dell’intervento». Niente esperti fai-da-te, insomma.

                                                                                                                                                                                                                            Se l’attività in questione è extracurricolare, in caso di rifiuto del consenso lo studente si asterrà dalla frequenza; se invece l’attività rientra nell’ampliamento obbligatorio dell’offerta formativa, l’istituto dovrà garantire alternative allo studente. Tutto questo non riguarderà le scuole dell’infanzia e primarie, per le quali è esclusa ogni attività su temi riguardanti la sessualità.

                                                                                                                                                                                                                            Un modo per impedire che sui banchi di scuola la teoria della fluidità di genere rimpiazzi la biologia all’insaputa dei genitori? Anche, certo. Il contrasto ideologico con l’opposizione è quindi duplice: riguarda sia il rapporto gerarchico tra la famiglia e lo Stato nell’educazione dei ragazzi, sia cosa dovrà essere insegnato nelle scuole in materia di sessualità.

                                                                                                                                                                                                                            Putiferio scontato, insomma. Per il Pd, il governo fa «becera propaganda». Secondo Alessandro Zan, “responsabile diritti” del partito di Elly Schlein, «la scuola ha il dovere di educare indipendentemente dalla famiglia di origine di alunne e alunni, non di chiedere il permesso». Pure per i Cinque Stelle l’educazione sessuale non può essere «lasciata alla discrezionalità delle scuole o, peggio, all’arbitrio del consenso familiare», mentre Elisabetta Piccolotti, di Avs, parla di «favore ai fondamentalisti».

                                                                                                                                                                                                                            Non è l’unico nuovo provvedimento sulla scuola a far discutere. Il consiglio dei ministri ha approvato anche un disegno di legge con misure a tutela del personale scolastico: la risposta ai tanti atti di violenza compiuti dai genitori dei ragazzi ai danni di dirigenti e insegnanti. Le norme prevedono l’arresto obbligatorio in flagranza del colpevole, il quale dovrà scontare una pena aggravata se le lesioni sono procurate ai dirigenti o agli insegnanti «nell’esercizio o a causa delle funzioni o del servizio». Oggi la reclusione, in caso di lesioni lievi, va da sei mesi a tre anni; con le nuove norme il periodo di pena varia da due a cinque anni, che possono salire a sedici in caso di «lesioni personali gravi o gravissime».

                                                                                                                                                                                                                            Pure queste norme sono state contestate da sinistra. In particolare dalla Rete degli Studenti medi, che accusa il governo di «creare narrazioni volte a criminalizzare un’intera generazione» e chiede che l’educazione sessuale «sia obbligatoria fin dall’asilo», poiché «la violenza di genere e il patriarcato si combattono culturalmente a partire dalle scuole». Del resto, la Rete è legata alla Cgil: assieme all’Unione degli universitari, nel 2023 ha ricevuto dal sindacato di Maurizio Landini un contributo di 130mila euro, in linea con gli anni precedenti.

                                                                                                                                                                                                                            Un decreto, anch’esso approvato ieri, disciplina poi le ipotesi in cui lo studente prende 5 in condotta e dunque viene bocciato: rientrano nella categoria anche i casi di bullismo grave. Con il 6 in condotta, invece, lo studente sarà rimandato a settembre, quando dovrà sostenere un esame sui valori ai quali ha mancato di rispetto col suo comportamento. Un quarto provvedimento, infine, cambia le regole della sospensione: lo studente dovrà continuare a frequentare le lezioni e approfondire in elaborati scritti le ragioni e le conseguenze della propria cattiva condotta. Perle sospensioni superiori ai due giorni sarà obbligatorio svolgere servizio nelle mense dei poveri, nelle case di riposo o nella cura dei locali scolastici.

                                                                                                                                                                                                                            Nonno seviziato da cinque minorenni

                                                                                                                                                                                                                              Non bastavano le sevizie. Non bastava quella violenza, cieca, insensata, su chi non riesce neanche più a difendersi, come un uomo anziano che il coraggio di ribellarsi e di denunciare lo trova a distanza di mezzo anno. Non era sufficiente la ventata di soprusi reiterati e brutali. Dovevano pure riprendere tutto coi loro telefonini. Dovevano filmare. Magari per rivedersi a casa o scambiarsi in qualche messaggio la “bravata” del giorno prima. Che di bravata, in realtà, non ha niente. Non può essere catalogata come una sciocchezza. Questa è violenza a tutti gli effetti.

                                                                                                                                                                                                                              Siracusa. Una delle perle siciliane più note al mondo e una delle storie (quella di questo signore pensionato) più tristi dell’ultimo periodo. Cinque ragazzini, manco uno maggiorenne: cinque 17enni che invece di studiare o andare a divertirsi (come è giusto alla loro età) al cinema o in qualche locale, decidono di torturare un nonnino che, inerme, li lascia fare. Non si oppone, non li contesta: perché ha paura. Perché la gang ha manomesso la porta di ingresso della sua abitazione e, oramai, la usa come “covo”, entra esce quasi ogni notte, senza chiedere il permesso. Perché si è fatta sempre più sbruffona, più aggressiva, quell’atteggiamento da bulletti di quartiere, strafottente.

                                                                                                                                                                                                                              È un film dell’orrore. Un’“arancia meccanica” del 2025. È sempre notte quando i cinque agiscono. Una volta gli abbassano i pantaloni, a mo’ di scherno. Un’altra gli tagliano i capelli a zero con un rasoio elettrico. Un’altra ancora lo costringono a dormire su una sedia. In un’occasione danno fuoco ad alcuni suoi effetti personali versando una bottiglia di cloro sul pavimento, bruciano quattro sacchetti dell’immondizia in cucina, con la puzza di plastica abbrustolita che impernia l’intero appartamento.

                                                                                                                                                                                                                              Lo costringono a guardare mentre aprono i rubinetti e provano ad allagargli la casa. Il peggio probabilmente avviene quando lo obbligano a consumare sostanze stupefacenti fino a vederlo stare male. Molestie, crudeltà gratuite. Che si trasformano in ore di angoscia e in una paura senza fine. Questo nonnino che non ne può niente, che è diventato un bersaglio, che un gruppetto di ragazzini annoiati ha preso di mira vai a capirne il perché. Subisce in silenzio per uno, due, sei mesi di fila. Fino a quando, a gennaio, scoppia. È troppo. Sotto la sua abitazione ci sono due volanti della polizia: è il primo intervento. Lui si sfoga, racconta tutto, dice che va avanti dall’estate prima, che è diventato un calvario.

                                                                                                                                                                                                                              Gli agenti che si occupano delle indagini devono ricostruire i passaggi. A venir loro in aiuto è sì la testimonianza del diretto interessato, ma sono soprattutto i dispositivi elettronici di quelli che, di lì a poco, saranno i cinque indagati di questa brutta, bruttissima vicenda. Negli smartphone trovano foto e video, registrazioni che confermano l’orrore. È per questo che il gip del tribunale per i minorenni di Catania, per tutti i 17enni coinvolti, decide e applica la misura cautelare di collocamento in comunità (diverse).

                                                                                                                                                                                                                              «Condanno con fermezza e con profondo sdegno quanto accaduto», dice Francesco Italia (Azione), il sindaco di Siracusa: «Ci ferisce profondamente perché colpisce chi dovrebbe essere tutelato e rispettato con maggiore attenzione». Ha ragione, Italia. I nostri anziani, il patrimonio della nostra memoria: quelli che durante il Covid avevamo spergiurato di non lasciare più soli e che adesso finiscono prede di assurde furie come queste. Forse dovremmo fermarci un po’ tutti a riflettere. «Non possiamo permettere», chiosa il sindaco, «che l’indifferenza e la crudeltà prendano il sopravvento. Dobbiamo lavorare insieme, come istituzioni e scuole, famiglie e cittadini, per proteggere ciò che ci rende umani» 

                                                                                                                                                                                                                              Schlein a Piazzapulita: "Meloni prenditi 15 secondi per dirti antifascista"

                                                                                                                                                                                                                                Il Primo maggio di Elly Schlein? In tv, da Corrado Formigli a PiazzaPulita, su La7. Uno scenario probabilmente più amichevole di qualsiasi piazza (vera) italiana. La segretaria del Pd non sembra avere molto da dire: nel giorno dei lavoratori attacca Giorgia Meloni senza continuità, invita quasi disperatamente gli elettori ad andare a votare al referendum dell'8 e 9 giugno (anche per fare un regalo al suo alleato più forte, il capo della Cgil Maurizio Landini) e ovviamente lancia l'allarme fascismo. 

                                                                                                                                                                                                                                Meloni, incalza Schlein rispondendo a una domanda sulla dichiarazione della presidente del Consiglio in occasione del 25 aprile "si prenda 15 secondi per dichiararsi antifascista, com'è la nostra Costituzione. La nostra è una Costituzione antifascista quindi non ci si può giurare sopra negandone la matrice. Non li abbiamo mai visti dire una parola su una giovane fornaia ha esposto un manifesto antifascista ed è stata per questo identificata 2 volte". 

                                                                                                                                                                                                                                "Mi devono spiegare - prosegue Schlein - come sia possibile che 2.000 neofascisti alzino il braccio e facciano il saluto romano indisturbati mentre una fornaia che espone uno striscione con scritto 'viva l'antifascismo' venga identificata. Identificate loro perché non l'hanno fatto solo l'altra sera ma anche a Dongo qualche giorno fa. Mentre quando ci sono gli attivisti per il clima davanti al ministero vengono portati via con la forza in Questura".

                                                                                                                                                                                                                                 

                                                                                                                                                                                                                                 

                                                                                                                                                                                                                                [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:42463922]]

                                                                                                                                                                                                                                 

                                                                                                                                                                                                                                Non solo forno antifascista e Sergio Ramelli. Anche sull'economia Elly gioca le sue poche, ben note carte. "Abbiamo una presidente del Consiglio che mente sapendo di mentire. I dati Istat dicono che i salari reali sono più bassi dell'8% rispetto al 2021". Meloni "continua a parlare di questo milione di posti di lavoro in più. La tendenza all'aumento dell'occupazione per fortuna è partita dopo il Covid, rafforzata fortemente dal Pnrr e da quegli investimenti per cui ricordo che il partito di Giorgia Meloni nemmeno li aveva votati in Europa. Per cui io le suggerirei di smettere di prendersi meriti non suoi perché il suo governo sul lavoro ha solo scelto di precarizzare, estendere contratti a termine e voucher". Meloni, conclude, "si è chiusa nel palazzo e ha deciso di auto-convincersi con video fatti in stile Istituto Luce, che se mettesse fuori il naso e andasse per strada, come ho fatto io oggi in piazza, incontrerebbe un giovane lavoratore che mi ha raccontato che dopo due contratti a termine è stato lasciato a casa".  

                                                                                                                                                                                                                                 

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