Ci voleva l'intuizione e la sensibilità del pubblico, alla Festa del Cinema di Roma, appena conclusa, per riconoscere l'impatto emozionale suscitato nello spettatore da Leggere Lolita a Teheran (al cinema dal 21 novembre), tratto dall'omonimo best seller autobiografico di Azar Nafisi, iraniana, docente di letteratura inglese, che nel 1997 aveva lasciato il suo paese, con il consolidarsi della dittatura di Khomeyni, seguita alla cacciata dello Scià.
Coprodotto dalla Rai, il film avrebbe meritato anche di più del premio speciale della giuria, assegnato alle sette protagoniste, tutte attrici iraniane residenti all'estero. Ma è come se intorno al film aleggiasse il silenzio complice del politicamente corretto, forse soltanto perchè il regista, Eran Riklis, è israeliano, per alcuni oggi purtroppo una colpa. Molti i media silenti, non ha contato il fatto che Riklis, già soldato durante la guerra dello Yom Kippur, abbia detto di auspicare soltanto un futuro di pace, per tutti, Israele, Iran, Libano, Palestina.
Azar (Golshifteh Fahrani nel film) arriva entusiasta all'Università Allameh Tatabei, ma avrebbe dovuto subito intuire l'aria che tirava già all'arrivo, quando all'areoporto le hanno aperto la valigia e contestato il rossetto. Ben presto arrivano le contestazioni da parte dei guardiani di Allah, un collega dice in aula che è discutibile la moralità della protagonista del Grande Gatsby. Azar tenta di resistere in tutti i modi, fatica ad accettare l'imposizione di coprirsi i capelli, e tu, spettatrice, in quanto donna inizi a soffrire con loro. Soprattutto quando, dopo le proteste pubbliche alcune studentesse vengono arrestate e frustate dalle carceriere del regime, e si saprà dopo che le condannate a morte prima dell'esecuzione sono violentate dalle guardie carcerarie, per poter dire che in fondo se lo sono voluto, non erano più vergini, soltanto miserabili prostitute.
La pressione contro Azar cresce, e lei decide di allestire seminari a casa sua, ogni giovedì, a beneficio delle sue sette studentesse migliori: si discute di Orgoglio e pregiudizio e Cime tempestose, ma soprattutto del peccaminoso Lolita, e si racconta molto delle vite quotidiane, tra amori, impegni e divieti. Finchè Azar decide di lasciare il suo paese con il marito e figli. Le sue studentesse restano prigioniere di ogni orrore. E pensare che ai tempi dello scià imperialista, le ragazze di Teheran indossavano la minigonna.
Diciannove anni, la 10 sulle spalle e la prima stagione da titolare, fino a prova contraria. Ovvero Inter-Juventus che inizia dalla panchina e può sembrare una bocciatura, invece Kenan Yildiz entra e spacca la partita. Ha mezz'ora a disposizione ma la squadra è sotto di due reti e i nerazzurri sono nel momento migliore, stanno spingendo per trovare il gol che chiuderebbe una partita pazza. Ma, appunto, la partita è pazza, può cambiare in un amen. Basta capirlo e crederci. Yildiz entra dimostrando di averlo capito benissimo. Un po' perché gliel'aveva pronosticata Thiago Motta, che proprio stavolta aveva rinunciato a lui dall'inizio, e un po' perché l'intelligenza è una dote sempre più importante in un calciatore, anche se da quassù tendiamo a dimenticarcene.
Mancava il turco dell'Inter, allora il palcoscenico se lo prende il turco della Juventus, Yildiz. Qualcuno (di troppo) aveva già cominciato a rompergli i santissimi perché non segnava. Solo una rete in Champions ma ancora nulla in campionato nonostante sette gare da titolare su nove. E lui che ha fatto, da ragazzo intelligente quale è? Se ne è fregato. Le prestazioni di Yildiz sono sempre state di spessore da inizio stagione, a prescindere dalla posizione in cui Thiago Motta lo ha schierato, a volte larghissimo, altre più centrale, altre ancora nei mezzi spazi.
PARTICOLARI
È da questi particolari che si giudica un giocatore, non dai numeri, non dai gol. È anche da come approccia a un ingresso così complesso come quello al Meazza, dove lo scorso anno, proprio in questa partita, fu schierato titolare da Allegri a sorpresa e fallì, giocando 66' incolori, da fantasma. Un giocatore si giudica anche da cosa ne fa dei fallimenti, pur piccoli, come l'Inter-Juventus dello scorso anno. Yildiz sembra esserselo appuntato per non ripeterlo mai più: stavolta deve entrare con la massima ferocia per incidere, anche perché ce n'è la possibilità.
Non si direbbe dai due gol di svantaggio ma Yildiz capisce che l'Inter non è più quella ermetica dello scorso anno. C'è spazio per ballare e allora si balla. Il turco va a prendersi lo spazio sul centrosinistra, stoppa in corsa, la aggiusta con il tacco, sembra volteggiare sul terreno di gioco, punta Dumfries ma, anziché andare sul destro come tutti si aspettavano, si defila e calcia di mancino a incrociare. E poi, di nuovo: il turco capisce che la difesa interista pasticcerà sul cross e allora si defila e si fa trovare dal pallone. Un saggio di tecnica e intelletto.
Yildiz è un faro in mezzo al caos della partita, ma non è quella luce della gioventù, dell'incoscienza, no, è fatta di consapevolezza, lucidità, maturità. Si può essere esperti anche a 19 anni e quando si dice il contrario è perché il giocatore è scarso, o comunque non è bravo quanto Yildiz. Gliene hanno dette di tutti i colori: «Non può fare l'esterno», «È un mezzo giocatore», «La maglia è troppo pesante per lui». Promemoria alla superficialità con cui di solito si legge il calcio questo e anche l'iniziale panchina voluta da Thiago Motta. Non era una bocciatura, era strategia.
Inserire Yildiz nell'ultima mezz'ora quando l'Inter si sarebbe scomposta, avendo giocato un giorno dopo in Champions e denotando fin da inizio stagione qualche problema di distanze tra i reparti e diverse leggerezze. Poi, certo, si possono fare tutte le strategie possibili e immaginabili ma poi sono i giocatori che fanno la differenza. Sono gli Yildiz. È Yildiz. Perché uno così, a 19 anni, è unico e raro.
I fornelli a gas uccidono 40.000 europei all'anno pompando sostanze inquinanti nei loro polmoni, un numero di morti due volte superiore a quello degli incidenti automobilistici. E' quanto emerge da uno studio guidato dall'Università Jaume I in Spagna.
I fornelli emettono gas nocivi legati a malattie cardiache e polmonari, ma gli esperti avvertono che c'è poca consapevolezza pubblica dei loro pericoli. In media, l'uso dei fornelli si mangia quasi due anni di vita di una persona, secondo lo studio condotto sulle famiglie nell'Ue e nel Regno Unito. I ricercatori hanno attribuito 36.031 decessi precoci ogni anno ai fornelli a gas nell'UE e altri 3.928 nel Regno Unito.
Dicono che le loro stime sono prudenti perché hanno considerato solo gli effetti sulla salute del biossido di azoto (NO2), e non di altri gas come il monossido di carbonio e il benzene. "La portata del problema è molto peggiore di quanto pensassimo", ha affermato l'autrice principale Juana Maria Delgado-Saborit, che dirige il laboratorio di ricerca sulla salute ambientale presso l'Università Jaume I. Una famiglia su tre nell'Ue cucina a gas, percentuale che sale al 54% tra le famiglie nel Regno Unito e a oltre il 60% in Italia, Paesi Bassi, Romania e Ungheria.
Le cucine bruciano gas fossile ed espellono sostanze nocive che infiammano le vie respiratorie. Il rapporto, supportato dalla European Climate Foundation, si basa su una ricerca condotta lo scorso anno che ha misurato la qualità dell'aria nelle case per scoprire quanto la cottura a gas aumentasse l'inquinamento dell'aria interna. Ciò ha consentito agli scienziati dell'Università Jaume I e dell'Università di Valencia di elaborare rapporti tra inquinamento dell'aria interna ed esterna quando si cucina a gas e di mappare l'esposizione interna al NO2. Hanno poi applicato i tassi di rischio di malattia, ricavati da studi sull'inquinamento da NO2 all'aperto, per calcolare il numero di vite perse.
"La principale incertezza è se il rischio di morte riscontrato con l'NO2 esterno, principalmente dovuto al traffico, possa essere applicato all'NO2 interno derivante dalla cottura a gas", ha affermato Steffen Loft, esperto di inquinamento atmosferico presso l'Università di Copenaghen, che non è stato coinvolto nella ricerca. "Ma è un'ipotesi ragionevole e necessaria per la valutazione". I risultati sono in linea con uno studio condotto negli Stati Uniti a maggio, che ha rilevato che le cucine a gas e a propano contribuiscono a circa 19.000 decessi di adulti ogni anno. L'Ue ha rafforzato le sue regole sulla qualità dell'aria esterna questo mese, ma non ha stabilito standard per la qualità dell'aria interna.
L'European Public Health Alliance (EPHA) ha esortato i decisori politici a eliminare gradualmente le cucine a gas, stabilendo limiti alle emissioni, offrendo denaro per aiutare a passare a cucine piu' pulite e costringendo i produttori a etichettare le cucine con informazioni sui loro rischi di inquinamento.
Non sempre i compagni sbagliano. A volte ci azzeccano proprio. Se Sigfrido Ranucci, assieme ai suoi collaboratori di Report, avesse letto quanto scritto ieri da Il Manifesto, il quotidiano fondato da Lucio Magri e Rossana Rossanda, circa le beghe interne al ministero della Cultura, avrebbe sicuramente confezionato servizio ben diverso da quello andato in onda ieri sera su Rai Tre, dedicato al ministro, Alessandro Giuli.
Partendo da una relazione dell'Anac del 2023 (l'Autorità nazionale anticorruzione), supportata da un rapporto ispettivo interno del Mic, il quotidiano Comunista (quella, almeno, è la matrice originaria) racconta come il fenomeno dell'amichettismo, ovvero le nomine fatte «per ragioni amicali o affettive», sia «molto più radicato e pervasivo dei casi finiti nelle cronache politiche degli ultimi mesi». La traduzione del ragionamento fatto dai colleghi de Il Manifesto è semplice, se non addirittura lapalissiana: il fenomeno parte da lontano, quindi abbraccia i governi precedenti, compreso quello guidato da Mario Draghi, con il dem, Dario Franceschini, titolare del dicastero della Cultura. D'altro canto in quel campo la sinistra ha sempre dimostrato di avere grandi interessi, sostenendo di possedere, per diritto divino, l'egemonia culturale.
Il quotidiano Comunista, e anche in questo caso Report avrebbe avuto materiale interessante sul quale lavorare, tanto per rendere plastica l'idea di quanto sia antico il fenomeno delle nomine considerate “amichettistiche” cita il caso della direzione generale dei Musei che dal 2020 (il ministro era l'esponente del Pd, Dario Franceschini) è guidata da Massimo Osanna. L'ex titolare del dicastero, Gennaro Sangiuliano, non lo ha rimosso dall'incarico per ragioni operative, permettendo al dirigente di mantenere intatto il «sapiente sistema piramidale di nomine». Però il programma di Rai Tre colpisce Giuli.
E siccome il caso fa gola assai, Usigrai e il deputato di Alleanza verdi e sinistra, Nicola Fratoianni, hanno provato a dare l'assalto a Palazzo Chigi, sostenendo che il governo avrebbe visto in anticipo la puntata andata in onda ieri sera. Dopo il pranzo tra la premier, Giorgia Meloni e il ministro Giuli, «per fare il punto sulle future attività del ministero» in un incontro conviviale, Palazzo Chigi ha smentito seccamente l'indiscrezione: «Notizia inventata, Report non lo vediamo quando è in onda, figuriamoci in anteprima». Quanto alla puntata di Rai Tre, a parte le cose note e chiarite (dalla militanza giovanile del ministro a poco altro) il succo era la consulenza da 14mila euro lordi rinnovata da Giuli a Marco Carnabuchi, legale consorte di Francesco Spano.
Ha spiato anche Ignazio La Russa e i suoi figli la rete di hacker dedita allo spionaggio di cui faceva parte Enrico Pazzali. L'uomo, manager di Fiera Milano, non è un nome sconosciuto nel centrodestra. A rivelarlo lo stesso presidente del Senato, vittima degli "spioni". "Conosco da anni Pazzali che ho sempre ritenuto una persona perbene e vorrei poter considerare, fino a prova contraria, un amico di vecchia data", ammette in un colloquio con il Corriere della Sera precisando che l'indagato "non è di area Fratelli d'Italia, ed è noto che i suoi attuali ruoli in Fiera non dipendano dal mio partito e tantomeno da me. Ma mai avrei immaginato che potesse fare una cosa del genere. Non sapevo nemmeno che avesse una società che si occupa di queste cose".
Quanto basta a Repubblica per riassumere la complessa vicenda in un stringato titolo: "È la destra che spia la destra ma il sistema colabrodo va cambiato". Sì, perché approfittando dell'intervista al responsabile sicurezza del Pd, Matteo Mauri, il quotidiano diretto da Mario Orfeo punta il dito contro il centrodestra. Ecco allora che arriva la domanda: "Enrico Pazzali, titolare dell'agenzia investigativa sotto accusa e presidente della Fondazione Fiera Milano, messo lì dal centrodestra, spiava il suo stesso mondo politico?". Quesito al quale il dem risponde senza esitare: "Sembrerebbe proprio di sì dalle notizie di stampa, ma bisognerebbe capire chi sono i mandanti di Pazzali".
E ancora, sempre Concetto Vecchio per il quotidiano: "Avrebbe chiesto informazioni su Letizia Moratti per favorire Fontana, girato informazioni a Santanché, operato su richiesta di Licia Ronzulli: è la destra che spia la destra?". Ma Mauri a quel punto cerca di raddrizzare il tiro: "Non so chi ha chiesto cosa a chi, ma è chiaro che è un atteggiamento criminale chiedere informazioni ai criminali per avvantaggiarsi". Insomma, sembra che Repubblica minimizzi il fatto, riducendolo a una questione "di destra". Allora, se così fosse, perché sul centrosinistra non esistono dossier?
Tre persone sono state arrestate perché ritenute responsabili di una rapina, avvenuta il 12 gennaio 2024, alla filiale Unicredit di Fidenza, in provincia di Parma, con una refurtiva di oltre 2 milioni e 300 mila euro. Lo hanno fatto sapere i carabinieri della città emiliana, dopo che la procura di Ancona, concordando pienamente con le risultanze investigative prodotte dai militari del comando provinciale di Parma, ha chiesto e ottenuto dal giudice per le indagini preliminari un'ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico delle tre persone fermate gravemente indiziate di delitto di rapina aggravata e sequestro di persona. Il 12 gennaio scorso, infatti, verso le 12, quattro persone travisate con delle maschere di gomma hanno fatto irruzione nella banca e, dopo aver minacciato con una pistola impiegati e clienti presenti, sono entrati nel caveau, rubando il contenuto di 30 cassette di sicurezza. Secondo quanto riferito dalle forze dell'ordine, gli indagati avevano chiuso in una stanza i dipendenti e i clienti, ai quali sono state applicate delle fascette di plastica ai polsi per impedire loro di muoversi.
Un contributo inestimabile alla canzone italiana. Con queste parole la giuria del Premio Tenco tenutosi nei giorni scorsi a Sanremo ha voluto rendere omaggio alla grande carriera di Tullio De Piscopo. Batterista, cantautore e divulgatore della grande musica italiana vista da una orgogliosa prospettiva partenopea. Sempre nella Città dei Fiori, De Piscopo ha incontrato oltre 1200 studenti per raccontare in una masterclass (a cura di Marika Amoretti con Fausta Vetere, Carmine Aymone e Stefano Senardi). il suo percorso artistico e umano nel quale, tra i tanti grandi coi quali ha collaborato, ha avuto un posto speciale proprio Pino Daniele. «La standing ovation dell'Ariston è stata meravigliosa» racconta il maestro 78enne a Libero. «Il premio era per I suoni della canzone, cioè tutto quello che sta intorno alla canzone. Un premio importante perché stavolta ad essere premiato è stato lo strumentista che ha collaborato ai suoni. Per questo ho detto che lo voglio condividere con tutti gli amici musicisti che negli anni hanno collaborato a tutti i grandi successi dei cantautori».
Tullio, la musica è anzitutto un vizio di famiglia per lei: suo padre, suo fratello e poi lei che, ha detto, suona proprio per rendere giustizia a suo fratello scomparso a soli 21 anni. È ancora così?
«Certo. Io continuo a essere sempre con mio fratello Romeo. Tutto quello che ho fatto e continuo a fare è per lui che lo avrebbe fatto meglio di me. Era un grandissimo batterista. Ma si è rivolto a Dio troppo presto, a soli 21 anni. Ione avevo 11. Quel giorno ho visto una salita enorme davanti a me. Era la salita della vita».
Una vita che poi l'ha portata a incontrare i più grandi della storia in assoluto. Tra questi proprio Pino Daniele.
«La lezione che gli ho dedicato è stato un momento bellissimo. Quando vidi entrare i ragazzi ho temuto che avrebbero messo la testa sul telefonino e via...Invece no. Sono stati attenti a tutto, regalandoci applausi. La loro prof mi ha detto poi che tanti al ritorno sul treno cercavano su internet notizie su Pino Daniele. Questa è una vittoria».
Una lunghissima amicizia artistica e umana, la sua con Pino, terminata col tour mondiale che è stato proprio l'ultimo...
«Sì, lo cominciammo nel 2013 e continuammo nel 2014. L'ultima data l'abbiamo fatta al Forum di Assago lunedì 22 dicembre 2014. Poi è arrivato Natale e il 4 gennaio 2015 di sera purtroppo Pino ci ha lasciati».
Durante quel tour vide Pino particolarmente stanco?
«Anche io venivo da un'esperienza di malattia. Pensi che aveva già preso un batterista, però non si trovava bene e mi disse che avrebbe voluto condividere con me quel tour bellissimo che ci avrebbe portati in Inghilterra, in Belgio e in tutto il SudAmerica. Io chiesi ai medici che mi diedero il permesso così ci avventurammo alla grande. Coadiuvati dalla maestria di Rino Zurzolo e Elisabetta Serio al pianoforte e tastiere. Eravamo noi quattro».
A proposito di SudAmerica, con Piazzolla il feeling è stato immediato. Poi è nato Libertango...
«Quando è uscito Libertango, con chitarra e basso elettrici, hanno gridato allo scandalo. Poi col tempo hanno capito che avevamo fatto un lavoro incredibile che girò tutto il mondo».
I luoghi nei quali si compone e si suona quanto influenzano la musica? Le dico due luoghi non casuali: la sua Napoli e Sanremo.
«Per quanto riguarda me, la mia personalità l'ho creata attraverso le mie origini: Napoli. Nel mio groove, nei miei ritmi, ho voluto portare il rumore di Napoli. Come si suona il clacson a Napoli non si suona in nessuna parte del mondo! Ho voluto portare tutto questo sullo strumento, usando poi nel jazz e nel funky pop-rock la scala melodica napoletana, la settima».
A Sanremo 1988 arrivò Andamento lento, un altro turning point della sua carriera. Che ricordo ha di questo brano?
«Anche lì ho voluto mettere Napoli...Alelai Alelai Alelai...vien'appriess' a me”. Io non ero andato a Sanremo per vincere. Anzi, con Andamento lento sono arrivato ultimo: ventesimo! Però poi sono rimasto sette mesi primo in classifica. Ora sì e no si rimane in classifica una settimana. In famiglia lo chiamiamo Santo Andamento lento perché ci ha dato modo di comprare una casa. La casa che la mia famiglia meritava. Con due scrivanie. Una per Giusy e una per Micaela. Cioè con due stanze per loro, due docce. Le dico questo perché io non ho visto mai una doccia in vita mia da piccolo. Andavamo alle docce comunali. E invece proprio grazie a Santo Andamento lento ho preso una casa con quattro bagni!!!
(Ride fragorosamente)».
Dove si trovava?
«Si trova a Milano. Ci vivo ancora. E chi si muove?!?».
Quindi anche lei, proprio come Pino Daniele, è andato via da Napoli. Perché?
«In realtà non siamo mai andati via da Napoli. La dimostrazione sta nel fatto che Pino ha continuato a scrivere Napoli. Pino, come anche io, abbiamo fatto delle grandi denunce. Nel 1976 avevo fatto A cozzeca. Però Pino ha avuto il coraggio, che io non ebbi, di dire che Napoli era ‘na carta sporca...E nisciuno se ne ‘mporta”. Pino con ‘Na tazzulella ‘e café ha denunciato i grandi appalti immobiliari. Quelli che ti ubriacavano di caffè per non farti ragionare... Pigliammece ‘o café... Capito?»
Forse è proprio per questo che è nato quello strano sentimento tra Pino e la sua Napoli?
«Il fatto è che per scrivere certe cose devi morire di fame, sennò non viene fuori niente. Pino quando all'inizio andava a Roma, dormiva nei giardinetti. Non aveva dove passare la notte. Poi la mattina andava in giro per vedere chi potesse pubblicare la sua musica. E proprio prima di quell'ultimo tour, dall'attico che aveva sopra piazza Mazzini, mi fece vedere il giardinetto dove dormiva. Quando mi cucinava c'era sempre un po' di ricotta di bufala che lui prendeva dallo stesso salumiere che da ragazzo gli offriva la colazione gratis. Non l'aveva più abbandonato...Pensi che storia!»
Lei è un tutt'uno col ritmo della sua batteria ma oggi la grande malata è la melodia...È così?
«C'è una crisi di identità nella musica e negli artisti. La composizione è pazzesca. In molte composizioni non c'è il ritornello, il famoso inciso che si ripete. Però è un modo dei nostri giorni di comporre. La cosa tremenda è l'elettronica che ancora non se ne va...Mi fanno ridere quando mi chiedono: Tullio, fammi una batteria e mettimela sulla chiavetta. Ma io ribatto sempre: come faccio a mettere la batteria in una chiavetta? Non c'entra! (Ride) Speriamo nel ritorno dell'acustico».
Magari coi tanti bravi giovani cantautori che pure ci sono ma purtroppo non emergono...
«Non emergono perché ci vorrebbero persone capaci che non guardino solo l'interesse. Dovrebbero individuare il giovane bravo, umano, non presuntuoso, non rompicoglioni e darsi alla produzione. Ma se tu cominci a pensare solo come sfruttarlo, non viene fuori niente».
Un giovane che ce l'ha fatta è sicuramente Geolier, rapper di nuova generazione, napoletano come lei. Cosa ne pensa?
«È un fenomeno incredibile. Ha 2 milioni di visualizzazioni... Non a Napoli però! A Milano e nel mondo. Gli adolescenti milanesi lo conoscono tutti. Io spero che lui continui sempre sue questa strada, senza andare a prendere cose oltremanica o oltreoceano».
ROMA (ITALPRESS) – “Siamo amici di Israele, che ha il diritto di difendersi dopo il massacro del 7 ottobre. Ma siamo preoccupati per la popolazione civile palestinese, ci sono troppi morti tra i civili. Ora serve un cessate il fuoco anche in Libano e la liberazione degli ostaggi”. Così il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, intervistato a “Quarta Repubblica” su Retequattro.
-foto Agenzia Fotogramma-
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Rodri vince il Pallone d'Oro 2024. Al Theatre du Chatelet di Parigi, il centrocampista del Manchester City e della nazionale spagnola - salito sul palco in stampelle a causa del recente infortunio - e' stato proclamato vincitore dell'edizione 2024. Battuti i blancos Vinicius, Carvajal e Bellingham, tutti assenti come l'intera delegazione del Real Madrid. Nel 2023 trionfo' per l'ottava volta in carriera Lionel Messi. E la decisione di dare il pallone d'oro a Rodri ha scetnato le polemiche.
Il Real Madrid sarebbe dovuto partire questo pomeriggio, alle 15, dall'aeroporto Adolfo Suárez de Barajas per raggiungere Parigi e partecipare alla cerimonia di premiazione ma, come ha riportato la stampa spagnola, la partenza è stata annullata all'improvviso. Una decisione che, come scrive "Marca", sarebbe arrivata una volta appreso che il premio non sarebbe andato a Vinicius Junior. Il Real Madrid aveva ben undici nomination per i premi di "France Football. Per il Pallone d'Oro, oltre al favorito Vinicius, c'erano Jude Bellingham, Kylian Mbappé, Dani Carvajal, Federico Valverde e Antonio Rudiger, mentre Carlo Ancelotti era tra i candidati al premio come miglior allenatore. Premio che ha poi ricevuto, mentre il Real è stato eletto miglior club maschile per la stagione 2023-2024. Ma il premio a Rodri è stato davvero indigesto per i blancos.
PARIGI (FRANCIA) (ITALPRESS) – Rodri vince il Pallone d'Oro 2024. Al Theatre du Chatelet di Parigi, il centrocampista del Manchester City e della nazionale spagnola – salito sul palco in stampelle a causa del recente infortunio – è stato proclamato vincitore dell'edizione 2024. Battuti i blancos Vinicius, Carvajal e Bellingham, tutti assenti come l'intera delegazione del Real Madrid. Nel 2023 trionfò per l'ottava volta in carriera Lionel Messi. “E' una notte incredibile per me. Devo ringraziare moltissime persone per essere qui. Oggi è un giorno speciale per me, la mia famiglia e il mio Paese. Non dimenticherò i miei compagni di squadra, gioco nel club migliore del mondo. Grazie anche alla Spagna con cui ho vinto l'Europeo. E Carvajal, che ha avuto il mio stesso infortunio e meritava di essere qui. Questa è la vittoria del calcio spagnolo: lo dedico a chi non l'ha vinto come Xavi, Iniesta e Casillas. Un giorno al Villarreal pensavo di smettere, convinto fosse tutto finito e che quel sogno non fosse possibile. Mio padre mi ha ridato tutte le motivazioni”, ha detto Rodri.
– Foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).
(Agenzia Vista) Genova, 28 ottobre 2024 "Oggi il centrosinsitra ha rimesso radici profonde. Aveva avuto gravi difficoltà. Sapevamo di dover contrastare un sistema di potere forte e arroccato. Ha vinto di misura. Ci sono le condizioni per proseguire la battaglia. Le forze del centrosinistra hanno collaborato lealmente e correttamente. Abbiamo pagato le difficoltà nel campo largo" così Andrea Orlando, in candidato sconfitto alle elezioni regionali della Liguria. Fonte: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev
"Bucci ha vinto di misura, ma ora ci sono le condizioni per proseguire una battaglia e vincere alle amministrative quello che non è riuscita in questa tornata". Andrea Orlando ha il volto tirato quando alle 21.30 si presenta in conferenza stampa per affrontare i giornalisti dopo il disastro del centrosinistra in Liguria. Subito scarica le responsabilità rosicando per la vittoria di Bucci: "Abbiamo pagato qualche difficoltà nel campo largo che si è ripercossa anche sulla nostra realtà", ha aggiunto Orlando.
E ancora: "Lo stato di salute del Pd è buono, lo dicono i numeri. Naturalmente questo non deve farci riposare sugli allori. Anche dove siamo forti nei numeri dobbiamo ricostruire una rete organizzativa e avere uno spirito coalizionale".
Poi prova a lanciare la sfida per il capoluogo: "Genova è una sfida che si apre subito e la dobbiamo giocare subito spero con un esito diverso. I numeri fanno un pò giustizia rispetto a un 'modello Genova' raccontato come tutti luccichii. Bucci perde a Genova e vince a Imperia dove la destra resta forte". Infine il candidato del centrosinistra annuncia che al momento non può assicurare la sua presenza in Consiglio regionale, dovrà discuterne prima con Schlein e i dirigenti del partito.
Roma, 28 ott. (Adnkronos) - "La destra si è radicata in un sistema di potere e di consenso attorno a idee che circolano in tutto il mondo. Ci sono, anche nel risultato ligure pur negativo, elementi di riscossa del nostro campo". Così Pier Luigi Bersani sui social.
"Ma per affermare le nostre idee dobbiamo poter dare al paese in modo chiaro il messaggio che abbiamo un patto per l'alternativa, a partire dalle forze che hanno fatto e stanno facendo chiaramente l'opposizione. Ma non bastano: serve una riscossa civica culturale etica che coinvolga nuove forze nel paese. L'idea che ognuno va per sé e poi quando si vota ci si mette insieme è sbagliata. Dall'Emilia Romagna deve venire anche questo segnale".
Roma, 28 ott. (Adnkronos) - Il Pd che supera il 28%, che cresce di due punti in Liguria rispetto alle europee e che si afferma di gran lunga come primo partito non è bastato a strappare la regione al centrodestra. Ha vinto Marco Bucci, per una manciata di voti, su Andrea Orlando. Una manciata di voti che pesa però come un macigno sul percorso di costruzione dell'alternativa al centrodestra. La fragilità dell'alleanza a livello nazionale rimbalza sul voto ligure. Il Pd 'balla' da solo: alla crescita dem non corrisponde una crescita della coalizione. "Noi abbiamo fatto la nostra parte, il tema riguarda gli alleati...", osserva Dario Nardella.
I 5 Stelle, innanzitutto. Il Movimento ha dimezzato i voti rispetto alle europee scivolando dal 10 al 5 per cento. Una slavina superiore alle aspettative, complice la recrudescenza della guerra tra Giuseppe Conte e Beppe Grillo proprio alla vigilia dell'apertura delle urne. Ma c'è anche un tema di perimetro della coalizione: la 'cacciata' di Iv ha ristretto la coalizione proprio su pressing di Conte con la sponda di Avs. Il 10 per cento dei 5 Stelle alle europee, i sondaggi positivi di due mesi fa spinsero i dem a salvaguardare l'alleanza con il Movimento.
Le cose però hanno avuto un esito diverso e Renzi non ha atteso a chiedere il conto. "Ha perso chi mette i veti. Ha perso chi non si preoccupa di vincere ma vuole solo escludere e odiare. Ha perso Giuseppe Conte, certo, e tutti quelli che con lui hanno alzato veti contro Italia Viva". Non ci sarà mai la controprova ma intanto stasera, numeri alla mano, il leader di Iv ha buon gioco a rivendicare come un errore la sua esclusione: "Solo le mie preferenze personali delle Europee sarebbero bastate a cambiare l'esito della sfida, solo quelle. Aver messo un veto sulla comunità di Italia Viva ha portato il centrosinistra alla sconfitta. Senza il centro non si vince: lo ha dimostrato la Basilicata qualche mese fa, lo conferma la Liguria oggi. Vedremo se qualcuno vorrà far tesoro di questa lezione".
E c'è pure Riccardo Magi, che suo malgrado è rimasto fuori per il veto su Iv, a parlare di 'lezioni' dal voto ligure: "Dispiace molto per la vittoria per un soffio di Bucci in Liguria anche perché +Europa è stata tenuta inspiegabilmente fuori dalla corsa di Orlando. Non credo che al centrosinistra manchino i voti per vincere su questa destra. Manca un metodo e una visione comune che si crea solo con un confronto vero sui temi, non sui veti di qualcuno. Spero che questa lezione sia utile per tutti per il futuro”.
Gli occhi sono tutti puntati su Elly Schlein. Se prima delle europee i rapporti di forza nel centrosinistra potevano essere ancora in dubbio, dopo i risultati del voto di giugno e quelli di oggi in Liguria, ogni incertezza è spazzata via. "La responsabilità di guidare il centrosinistra è nostra e noi lo dobbiamo fare con un progetto per il Paese", dice Nardella. Fino a sera la segretaria, che ha seguito lo scrutinio in Liguria al Nazareno, non ha commentato in chiaro i risultati di quello che, dopo l'inchiesta giudiziaria e le dimissioni di Giovanni Toti, sembrava un rigore a porta vuota e invece è finito in sconfitta.
La linea 'testardamente unitaria' di Schlein è stata messa a dura prova dal veto di Conte e Avs su Renzi e l'area riformista dem non mancherà di esplicitare le perplessità di aver ceduto ai quei diktat in Liguria. Non tanto per Renzi e il valore percentuale di Iv (che pure alla luce del risultato avrebbe avuto il suo peso) ma come messaggio politico di una coalizione monca di una offerta centrista. Ma "non stasera...", dice un big dell'area riformista interpellato sul voto. Il sogno del 'triplete' è svanito con la sconfitta in Liguria ma restano da giocare altre due partite, l'Umbria e l'Emilia Romagna, al voto tra un mese.
Ad Affari Tuoi è la serata di Zorro, Stefano dalla Toscana. In questa puntata di lunedì 28 ottobre, il concorrente è ha accompagnato dalla mamma Lucia. La partita scorre via liscia con i pacchi blu che volano via ma con i rossi pesanti che spariscono subito per strada.
Di fatto i 300.000 euro escono di scena molto presto. Stefano di fatto rifiuta diverse offerte generose da parte del dottore: anche una di 13.000 euro quando la partita era ormai compromessa con soli due pacchi rossi sul piatto, uno da 75.000 volato via e uno da 20.000.
Alla fine il concorrente non ha accettato il cambio ed è andato dritto per la sua strada portandosi a casa comunque 20.000 euro. Ma sui social è scoppiata immediatamente la bufera su mamma Lucia accusata di voler sabotare le scelte del figlio: "Io non cambierei, giusto per fare il contrario di ciò che dice l'odiosa di sua madre ", tuona un telespettatore su X. Ma c'è anche chi ha apprezzato la pacatezza di Stefano e di mamma Lucia. Non hanno urlato e non hanno fatto gesti per attirare l'attenzione di Stefano De Martino. E così qualcuno amaramente commenta: "Comunque le persone a modo, che non strillano, vincono meno degli altri". Come sempre la polemcia social è subito servita.
GENOVA (ITALPRESS) – Il centrodestra con Marco Bucci, sindaco di Genova, ottiene la vittoria alle elezioni regionali in Liguria. Quando lo scrutinio è quasi completato Bucci è al 48,6% contro il 47,4% di Andrea Orlando (centrosinistra).
“Congratulazioni a Marco Bucci – scrive sui social la premier Giorgia Meloni – per la vittoria alle elezioni regionali in Liguria! Ancora una volta, il centrodestra unito ha saputo rispondere alle aspettative dei cittadini, che confermano la loro fiducia nelle nostre politiche e nella concretezza dei nostri progetti.Con la sua guida, la Liguria potrà contare su un amministratore capace e determinato, pronto a lavorare instancabilmente per il bene di tutti i liguri.
Avanti, insieme, con la stessa dedizione che guida la nostra azione in tutta Italia”.
-foto Agenzia Fotogramma –
(ITALPRESS).
Scontro di fuoco tra Angela Azzaro e Maurizio Gasparri a L'Aria che tira, nello studio di David Parenzo, su La7. Al centro del dibattito l'inchiesta milanese che avrebbe scoperchiato una rete di hacker responsabile di spionaggio politico e industriale. "Io volevo fare delle considerazioni anche approfittando della presenza di Gasparri, che magari mi ascolta invece di guardare il cellulare...", ha cominciato la giornalista del Quotidiano del Sud. Che in questo modo ha subito fatto infuriare il senatore di Forza Italia. "Io ascolto sempre, guardi, non si preoccupi! - ha controbattuto Gasparri -. Non cominci con la lezioncina, si possono fare varie cose contemporaneamente". "È multitasking", ha aggiunto scherzosamente il conduttore.
Ma la Azzaro ha insistito: "È comunque un segno di scortesia se uno sta al cellulare...". "Siamo a scuola", ha replicato ironicamente il senatore azzurro. Poi la Azzaro è entrata nel merito della questione: "Pazzali (uno dei nomi finiti nell'inchiesta) è uno che era vicinissimo alla destra, è stato messo alla presidenza della fiera di Milano da Fontana, quindi come dice il Pd è destra contro destra. La destra fa tutto da sola, evidentemente c'è un problema interno alla destra e alla classe dirigente". Un'affermazione che ha fatto storcere il naso a Gasparri, che quindi ha ricordato: "All'Antimafia, visto che l'ascolto, c'era De Raho, parlamentare grillino". "Mi faccia finire, poi replica", ha detto la giornalista. E Parenzo, sempre scherzosamente, ha aggiunto: "Ridate il telefono a Gasparri".
"La seconda considerazione che volevo fare - ha proseguito la Azzaro - è su cosa fanno le authority, com'è possibile che si arrivi a 800mila dossier? Com'è possibile che il Viminale sia così poco sotto controllo? È un problema serio di democrazia, un problema importante. Cosa sta facendo il governo? Evidentemente non sta facendo abbastanza. Terza questione: ce la prendiamo con Report che fa il suo lavoro e non diciamo niente su 800mila dossier che riguardano tutti i cittadini e le cittadine italiane? La questione dei dati oggi è la più importante".
Massimo Giannini attacca senza se e senza ma il centrosinistra a Otto e Mezzo. La sconfitta in Liguria è di quelle che bruciano. Una sconfitta cocente e soprattutto inaspettata. Il Pd ha attaccato con tutte le sue forze il centrodestra usando la retorica manettara sfruttando l'inchiesta sull'ex governatore Giovanni Toti accusato di corruzione. A quanto pare però il veleno manettaro non è servito ed è arrivata la prima sconfitta di questo tris di regionali che inizia oggi in Liguria e si chiuderà a metà novembre con il voto in Emilia Romagna e Umbria.
E Giannini non usa giri di parole: "Il centrosinistra ha fallito un rigore a porta vuota. E lo ha fallito perché non è squadra una coalizione che non c'è e che non esiste. Il campo largo di fatto non esiste da tempo e questo stato effimero a livello nazionale si sente anche su base regionale. Questa è una sconfitta pesante che fotografa bene lo stato delle cose nel centrosinistra".
E a rimorchio di Giannini è arrivato anche Italo Bocchino che ha rincarato la dose: "Il centrosinistra ha sbagliato un rigore a porta vuota, ma Meloni ha fatto gol proprio con Bucci, è stata lei a volerlo fortemente come candidato governatore".
Roma, 28 ott. (Adnkronos) - "Buon lavoro a Marco Bucci eletto presidente della Regione Liguria e complimenti ad Andrea Orlando per come ha affrontato questa campagna elettorale con serietà e senso delle istituzioni. Sapevamo che sarebbe stato difficile, in questo clima così polarizzato, portare ai seggi il voto di opinione. Alla coalizione sconfitta ora spetta fare un lavoro serio di opposizione costruttiva". Così Carlo Calenda sui social.
Roma, 28 ott. (Adnkronos) - "Il voto in Liguria dimostra che senza Italia Viva il centrosinistra fa poca strada: numericamente, certo, perché sarebbero bastati i miei voti di preferenza personali e quelli di Matteo Renzi alla coalizione progressista per vincere. Soprattutto però, una gamba riformista e credibile serve al centrosinistra per il contenuto che porta. Infrastrutture, modernizzazione, attenzione alla classe media. Senza Italia Viva non si vince, in Liguria e nel Paese. Buon lavoro al Presidente Marco Bucci e l'onore delle armi al candidato sconfitto Andrea Orlando". Così Raffaella Paita di Iv.
Roma, 28 ott. (Adnkronos) - Il candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione Liguria, Andrea Orlando, ha chiamato Marco Bucci per augurargli buon lavoro.
Italo Bocchino spiana il centrosinistra. E lo fa dallo studio di Otto e Mezzo mentre si va verso il rush finale dello spoglio in Liguria. Marco Bucci è ormai in dirittura d'arrivo, sarà lui il nuovo presidente della Regione.
Bocchino non usa giri di parole: "Giorgia Meloni ha fatto ancora una volta gol. Il candidato del centrodestra è stato fortemente voluto dal premier e di fatto si è dimostrata una scelta vincente. In questa competizione elettorale il centrodestra era svantaggiato, invece grazie anche al disastro del centrosinistra che ha sbagliato un rigore a porta vuota, la coalizione di governo è riuscita a vincere".
Insomma l'analisi di Bocchino riesce a mettere a fuoco un aspetto importante anche su scala nazionale: il campo largo, inteso come coalizione, non esiste e di fatto si è sciolto ancora una volta come un gelato all'equatore. A fare da ago della bilancia è stato anche l'intervento di Grillo che sostanzialmente ha delegittimato il candidato del centrosinistra, Orlando. E l'ex capo del Movimento Cinque Stelle non è andato neppure a votare. Un segnale chiaro che spiega il tonfo, pesantissimo, dei Cinque Stelle e del Pd. A quanto pare la linea di Conte non convince fino in fondo gli elettori pentastellati.
Roma, 28 ott. (Adnkronos) - "Quattro anni fa il centrosinistra perse per 17 punti percentuali, non c'era proprio partita. Ora si sta ragionando di qualche centinaio di voti differenza. Il Pd molto bene, è al 28 per cento, il doppio di Fdi". Così Dario Nardella a 4 di Sera su Rete4.
"Il tema riguarda gli alleati del Pd, noi la nostra parte l'abbiamo fatta. La responsabilità di guidare il centrosinistra è nostra e noi lo dobbiamo fare con un progetto per il Paese".
Roma, 28 ott. (Adnkronos) - "Auguro buon lavoro a Marco Bucci, nuovo presidente della Liguria. Spero di cuore che faccia bene, perché questa regione ha bisogno di una leadership forte e credibile dopo gli scandali e le polemiche. Saluto la battaglia di Andrea Orlando: ha combattuto una partita equilibrata e ha perso per un pugno di voti". Così Matteo Renzi sui social.
"Oggi ha perso soprattutto chi concepisce la politica come uno scontro personale, come un insieme di antipatie e vendetta. Ha perso chi mette i veti. Ha perso chi non si preoccupa di vincere ma vuole solo escludere e odiare. Ha perso Giuseppe Conte, certo, e tutti quelli che con lui hanno alzato veti contro Italia Viva".
"Solo le mie preferenze personali delle Europee sarebbero bastate a cambiare l'esito della sfida, solo quelle. Aver messo un veto sulla comunità di Italia Viva ha portato il centrosinistra alla sconfitta. Senza il centro non si vince: lo ha dimostrato la Basilicata qualche mese fa, lo conferma la Liguria oggi. Vedremo se qualcuno vorrà far tesoro di questa lezione"
Roma, 28 ott. (Adnkronos) - "Dispiace molto per la vittoria per un soffio di Bucci in Liguria anche perché Più Europa è stata tenuta inspiegabilmente fuori dalla corsa di Orlando. Io non credo che al centrosinistra manchino i voti per vincere su questa destra. Manca un metodo e manca una visione comune che si crea solo con un confronto vero sui temi, non sui veti di qualcuno. Solo così si recupera da quella fascia enorme di persone che a votare non ci vanno proprio più. Spero che questa lezione sia utile per tutti per il futuro”. Lo scrive sui social il segretario di Più Europa Riccardo Magi.
Marco Bucci è il nuovo governatore della Liguria. La vittoria è arrivata sul filo di lana e forse, anche solo per un attimo, Andrea Orlando aveva sperato di poter mettere le mani sulla poltrona più alta della Regione. Lo spoglio di queste regionali liguri ha ricordato quello della Sardegna, dove la Todde si impose su Truzzo con un minimo scarto. Ma la vittoria di Bucci ha un significato che va ben oltre la dimensione regionale.
È uno schiaffo alla sinistra manettara che si è tuffata sull'inchiesta su Giovanni Toti e ha tentato di infangare la buona amministrazione del centrodestra in tutti questi anni. La campagna elettorale è stata segnata dal veleno sinistro sui moderati. Un continuo assalto sfruttando le inchieste dei magistrati, i domiciliari di Toti e poi il patteggiamento. Ma a quanto pare i liguri la pensano diversamente premiando appunto la buona amministrazione quella di Bucci che a Genova è diventato sinonimo di affidabilità e di buon governo.
Ma questa vittoria del centrodestra spezza anche il sogno del 3-0 di cui parlavano diversi esponenti del Pd che profetizzavano sconfitte per la coalizione dei moderati in Liguria, Emilia Romagna e Umbria. In queste ultime due regioni si voterà a metà novembre, ma questa sera il primo gol lo ha segnato il centrodestra. Beppe Grillo poi c'ha messo il carico da novanta delegittimando i candidati del campo largo, tra cui pure Orlando, a poche ore dall'apertura delle urne. Una vera sentenza di "morte" per i grillini della prima ora che hanno disertato le urne. Insomma per il centrosinistra si è consumato un vero e proprio disastro. I Cinque Stelle sono letteralmente crollati. Il colpo di grazia gliel'ha dato proprio Beppe: non è nemmeno andato a votare...
Roma, 28 ott. (Adnkronos) - Secondo i dati elaborati da Youtrend, Marco Bucci sarà il nuovo presidente della Regione Liguria. Il suo vantaggio su Andrea Orlando non è infatti colmabile, alla luce del numero e della geografia delle sezioni che ancora devono comunicare i dati dello scrutinio.
(Adnkronos) - All'ordine del giorno del preconsiglio convocato alle 12 non figura lo stato di emergenza dei comuni colpiti da alluvione, atteso comunque sul tavolo del Cdm, ma c'è l'esame definitivo di vari decreti legislativi: uno riguarda il testo unico delle sanzioni tributarie amministrative e penali, un secondo il testo unico dei tributi erariali minori e un terzo il testo unico della giustizia tributaria. È previsto anche l'esame definitivo di un decreto legislativo, in attuazione della riforma Cartabia, in materia di efficienza del processo civile e risoluzione alternative delle controversie, nonché di un decreto del Presidente della Repubblica che modifica criteri e procedure per l'utilizzo della quota dell'otto per mille dell'Irpef devoluta alla diretta gestione statale, e un Dpcm con il regolamento di organizzazione del ministero dell'Istruzione e del merito. È previsto inoltre l'esame preliminare di un decreto legislativo per adeguare la normativa nazionale al regolamento europeo sui dati informativi che accompagnano i trasferimenti di fondi e determinate cripto-attività e la prevenzione dell'uso del sistema finanziario per riciclaggio o finanziamento del terrorismo.
Mentre gli occhi della politica sono puntati sulla Liguria, dove c'è stato un testa a testa all'ultimo voto tra Bucci e Orlando, sul piano nazionale biosgna tenere conto dell'avanzata (ulteriore) di Fratelli d'Italia nel sondaggio del lunedì di Swg per il Tg La7. I dati elencati da Enrico Mentana parlano chiaro: il partito di Giorgia Meloni infatti è adesso a un passo dall'obiettivo del 30 per cento. FdI infatti ha guadagnato lo 0,2 per cento negli ultimi sette giorni portandosi al 29,7 per cento.
È in calo invece il Pd che scende a quota 22,5 per cento lasciando sul terreno lo 0,1 per cento. Il Movimento Cinque Stelle cresce e arriva a quota 11,6 per cento con un incremento dello 0,2 in sette giorni. Forza Italia in flessione dello 0,2 è a quota 8,8 per cento mentre la Lega si attesta all'8,6 per cento. Verdi e Sinistra in lieve flessione dello 0,1 per cento scendono al 6,7 per cento. Azione di Carlo Calenda è al 2,4 per cento con una flessione dello 0,1. Italia Viva invece cresce dello 0,1 e raggiunge il 2,2 per cento. Invariata la situazione per +Europa che resta fermo all'1,9 per cento. Guadagna infine lo 0,2 per cento Noi Moderati. Sostanzialmente il quadro generale non cambia: FdI resta in cima alle preferenze per le intenzioni di voto. E dietro il Pd perde ancora terreno...
Roma, 28 ott. (Adnkronos) - Durante l'incontro tra la premier Giorgia Meloni e il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, oggi a Palazzo Chigi, si sarebbe parlato anche del caso dossieraggi alla luce di quanto emerso dall'inchiesta di Milano. Lo riferiscono fonti di governo.
Una vita tra giornali, tv e Festival di Sanremo, a inseguire le sue due grandi passioni: il calcio e la musica. Marino Bartoletti passerà alla storia per il suo garbo, la sua preparazione enciclopedica, la gentilezza mosca bianca in un mondo del giornalismo sportivo che è fatto di molti falchi e pochissime colombe. E forse anche per l'aver lanciato definitivamente in orbita Fabio Fazio. E' grazie a lui e a un altro grande, Carlo Sassi, che il conduttore savonese spopolò alla guida di Quelli che il calcio, uno dei programmi simbolo della Rai negli anni Novanta e forse l'ultima grande rivoluzione dello sport in tv.
Intervistato dalla Stampa, il giornalista forlivese ricorda quegli anni movimentatissimi. A inizio del decennio fonda la redazione sportiva di Mediaset e ricorda commosso Alberto D'Aguanno ("Se ne è andato troppo presto") e divertito Guido Meda assunto mentre "stava facendo il militare. Si presentò vestito da ufficiale di cavalleria, con tanto di stivaloni").
Quindi il ritorno in Rai, con una idea fissa: trasportare Tutto il calcio minuto per minuto dalla radio al piccolo schermo. "Nel 1993 incrociai l'allora direttore di Rai 3, Angelo Guglielmi, e gli diedi due cartelle con l'idea del programma. Mi disse: 'Non capisco molto di questa cosa, basta che facciamo più del 3%'. Ritagliai per me e Carlo Sassi il ruolo di playmaker, il problema è che mancava il frontman".
E qui comincia la caccia al presentatore: "Prima chiamammo Gianni Morandi, Andrea Mingardi, Gaspare e Zuzzurro. Tutti dicevano di no, poi spuntò il nome di Fabio. Un suo rivale, per paura che lo facessero fare a lui, propose Dario Fo". Quindi "partimmo per Spoleto, dove recitava Mistero buffo. Ci ascoltò. Poi, dopo una lunga attesa, Franca Rame disse: 'Il mio Dario, una str***zata così, non la farà mai'. Alla fine, Guglielmi accettò Fazio". Quasi per caso, insomma, Fazio mise faccia e voce su quel programma cult: altro che 3% di share.
Roma, 28 ott. (Adnkronos) - A quanto si apprende, la premier Giorgia Meloni ha ricevuto nel pomeriggio a Palazzo Chigi il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi.
Roma, 28 ott. (Adnkronos) - Le leggi ci sono, e una stretta ulteriore è stata introdotta a gennaio scorso, quando il governo ha dato disco verde al ddl in materia di reati informatici e di rafforzamento della cybersicurezza nazionale, con pene raddoppiate e multe più salate per chi viola sistemi informatici. Dopo il nuovo caso di dossieraggio balzato alle cronache, con l'archivio del Viminale bucato e nomi illustri finiti nelle carte dell'inchiesta di Milano, tra Palazzo Chigi e i ministeri più interessati dal dossier -leggi Giustizia e Viminale- i contatti sono costanti e continui: oggi il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi è stato avvistato a Palazzo Chigi. Ma, a quanto apprende l'Adnkronos da autorevoli fonti, l'idea di intervenire con un decreto legge ah hoc allo stato attuale non sarebbe sul tavolo. "Abbiamo già fatto una legge", la riflessione che viene attribuita alla premier Giorgia Meloni da chi l'ha sentita in queste ore. Il che non vuol dire però lasciare che tutto scorra.
Riunioni e contatti sono all'ordine 'dell'ora' per capire quale sia la strada da battere per arginare un fenomeno che la stessa presidente del Consiglio ha definito potenzialmente eversivo. L'obiettivo è capire cos'altro si possa fare, quali pedine muovere su uno scacchiere ad alto rischio. A coordinare i lavori, ancora una volta, il sottosegretario con delega ai Servizi Alfredo Mantovano: dopo aver affrontato il caso Albania solo una settimana fa, è nuovamente chiamato a sbrogliare una matassa che molti, nel governo, considerano in conflitto con l'essenza stessa del concetto di democrazia.
Al momento, però, l'idea di un provvedimento ad hoc non sarebbe sul tavolo. Si ragiona piuttosto, riferiscono altri beninformati, di un nuovo sistema alert più efficace e puntuale, con una task force già operativa al Viminale. Un sistema, viene spiegato, teso a stanare non tanto gli hacker quanto piuttosto gli 'infedeli', ovvero coloro che hanno diritto di accesso al sistema -agenti, funzionari di Tribunali, privati che hanno vinto appalti per poter entrare in possesso di dati- ma usano le loro credenziali in modo indebito e truffaldino. Facendo scattare l''allarme' più facilmente, ad esempio di fronte ad accessi 'massivi' o investigazioni su persone 'sensibili'. Ma anche tenendo conto della variabile della 'territorialità': se un agente di Trento interroga il sistema su persone che vivono a Palermo, ad esempio, si vedrà costretto a motivare, spiegare cosa ne muove le investigazioni. Se sta indagando su possibili infiltrazioni mafiose a Trento passi, altrimenti scatterebbe l'alert. Intanto domani a via Arenula è previsto un vertice di maggioranza sul 'timing' dei lavori dei diversi provvedimenti in materia di giustizia all'esame del Parlamento. Ma è inevitabile che, con i capigruppo di maggioranza, il Guardasigilli Carlo Nordio affronti anche l'annoso capitolo dei dossieraggi. Sul quale le opposizioni chiamano a gran voce la premier a riferire, ma non dovrebbe essere lei -viene spiegato- ad intervenire nelle aule di Camera e Senato.
Tapiro d'oro a Francesco Totti, beccato dai fotografi di Gente giorni fa mentre usciva da un hotel capitolino con la giornalista Marialuisa Jacobelli. Di ritorno da Miami con la compagna, Noemi Bocchi, l'ex capitano della Roma è stato intercettato poche ore fa in aeroporto da Valerio Staffelli. Sorriso forzato e zero voglia di parlare, Totti ha risposto visibilmente infastidito sulla presunta liaison con Jacobelli: "Voi sapete tutto meglio di me. E comunque io non prendo più Tapiri".
Più cordiale la Bocchi, che alla domanda di Staffelli su come il suo compagno abbia giustificato le foto uscite ha risposto: "Non ne ha avuto bisogno". Poi è salita in auto con il Tapiro d'oro. Ma, a sorpresa, Totti ha aperto lo sportello e lo ha lasciato in strada, poco prima che l'auto abbandonasse l'aeroporto. Uno sfregio contro Valerio Staffelli. E le cose a quanto pare non sono andate meglio con Johnny Depp braccato invece da Enrico Lucci. L'ex Iene è sbarcato alla Festa del Cinema di Roma e ha beccato l'attore.
E viste le imminenti elezioni americane, non si è fatto scappare l'occasione di domandargli chi preferisce tra Donald Trump e Kamala Harris. Nell'esilarante filmato in onda stasera a Striscia la notizia, la star hollywoodiana - una delle poche che ancora non si è espressa sulle elezioni Usa 2024 - fa di tutto per defilarsi dall'inviato del tg satirico che non lo molla un attimo.
Roma, 28 ott. (Adnkronos) - "Se penso che il centrosinistra per colpa di Conte ha rifiutato Italia Viva… Finirà per qualche centinaio di voti. E dire che solo Renzi alle Europee ha preso in Liguria 6.500 voti di preferenza. E Paita altri 4.200. Che follia". Così Francesco Bonifazi di Iv sui social.
La Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Bologna ha disposto il fermo di un minorenne in relazione al decesso del 25 ottobre, di una ragazza di 13 anni, precipitata dal tetto di un immobile in Via IV novembre in Piacenza. Il fermo è stato eseguito dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Piacenza, che hanno condotto il ragazzo presso un Istituto Minorile, in attesa della convalida da parte del Giudice.
Lo rende la Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Bologna. In seguito alla morte della 13enne, caduta dal tetto di un palazzo in via IV Novembre a Piacenza, venerdì scorso, oggi pomeriggio la procura per i minorenni di Bologna ha disposto il fermo del 15enne che era con lei quando è deceduta e che è stato eseguito dai carabinieri del Nucleo investigativa di Piacenza, che hanno condotto il minore presso un istituto minorile, in attesa della convalida da parte del giudice. Questo pomeriggio, a Pavia, è iniziato l'esame sul corpo della ragazza. Nelle ultime ore, la sorella della ragazza ha fatto sapere, tramite i social, come la 13enne fosse turbata dai comportamenti del 15enne.
Un vicenda che agita molto il settore delle imprese: il caso Gianfranco Battisti che di fatto dopo essersi seduto sulla poltrona più alta delle Ferrovie dello Stato, dal 2022 preside il Consiglio di amministrazione di Renova Red, un'impresa impegnata proprio nel settore delle infrastrutture, edilizia, rigenerazione urbana, tlc (telecomunicazioni, ndr), ambiente, risparmio energetico. La presenza di Battisti nel consiglio d'amministrazione ha sollevato qualche malumore nell'ambiente.
Il motivo? La presenza di Battisti nel Cda non avrebbe dovuto consentire la partecipazione di Renova ai bandi che sono stati indetti dalle Ferrovie per società di cui è controllante come ad esempio FerrovieNord e Anasa. A stabilirlo è la legge Severino del 2012 che sostanzialmente impone il divieto per i dipendenti pubblici, che abbiano esercitato poteri autoritativi o negoziali, di lavorare per aziende private nei primi tre anni dall'uscita dalla pubblica amministrazione. Ma c'è altro. Nel caso in cui un dipendente del settore pubblico entra, con assunzione, in un'impresa privata, allora questa non deve avere rapporti economici con gli enti presso i quali il dipendente ha lavorato. Un paletto per mettere fuori gioco il fenomeno del pantouflage, il fenomeno delle "porte girevoli". Il tutto è per garantire l'esclusione di qualunque conflitto di interessi. "Il pantouflage è tra le modalità più sofisticate con cui oggi si manifestano i condizionamenti delle scelte pubbliche da parte dei portatori di interessi privati", ha affermato a IrpiMedia l'esperto di corruzione, e docente di Scienza politica all'Università di Pisa, Alberto Vannucci. Battisti ha rivestito il ruolo di numero uno delle Ferrovie dal 2018 al 2021 ed è arrivato in Fs sotto il governo Conte 1 con nomina da parte dell'allora ministro ai Trasporti Danilo Toninelli. Irpi Media inoltre accende un altro faro sul fatto che nel ruolo di ad di Ferrovie dello Stato Battisti ha scelto il numero uno di Anas, società controllata da Fs. Si tratta di Massimo Simonini, un dirigente interno. E al suo posto viene chiamato da Simonini l'uomo che è stato il responsabile della gara ha cui ha partecipato renova Red.
(Agenzia Vista) Usa, 28 ottobre 2024 Il Presidente uscente degli Stati Uniti, il democratico Joe Biden, ha votato oggi a Wilmington, nello Stato del Delaware. Quasi 43 milioni di americani hanno già votato in anticipo, quando mancano otto giorni alle elezioni più in bilico della storia contemporanea degli Stati Uniti. X Fonte: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev
Roma, 28 ott. (Adnkronos Salute) - "L'Italia è un Paese longevo, secondo forse solo alla Spagna in Europa. Con una popolazione che invecchia sempre più diventa fondamentale individuare strumenti di prevenzione per proteggere i soggetti fragili e anziani". Lo ha detto all'Adnkronos Salute Fabio Landazabal, presidente e Ad di Gsk Italia, in occasione della sua partecipazione al congresso della Società italiana di igiene medicina preventiva e sanità pubblica (Siti) che si è svolto a Palermo.
L'Italia invecchia e sono sempre più gli anziani: basti pensare che secondo gli ultimi dati Istat gli over 65 rappresentano in Italia oltre il 20% di tutta la popolazione. "Ci sono sempre più anziani in Italia, ma allo stesso tempo non sono considerati una risorsa e spesso non sono attenzionati come si dovrebbe dal nostro sistema sanitario - sottolinea Landazabal - Però fare prevenzione per la popolazione anziana, per i soggetti fragili e i malati cronici, in realtà ha una sua utilità anche dal punto di vista della sostenibilità del sistema sanitario e dal punto di vista farmaco-economico. L'Alta scuola di economia e management dei sistemi sanitari, "Altems, ha condotto un'indagine per valutare quale sarebbe il risparmio di spesa raggiungendo le coperture vaccinali proposte. I risultati sono stati sorprendenti: sapevamo che i vaccini sono il migliore investimento in sanità, ma mai avremmo pensato che, raggiungendo le coperture vaccinali previste nell'adulto e nell'adolescente, il Pil potrebbe aumentare di 10 miliardi di euro”.
Lo studio di Altems conferma quindi che la vaccinazione produce non solo benefici sociali, ma anche economici per la crescita dell'economia del Paese. Ed è per questo che è importante investire sulla salute degli anziani, soprattutto sul fronte della prevenzione grazie ai vaccini.
"Abbiamo una lunga tradizione di ricerca scientifica e di produzione dei vaccini: dall'influenza allo pneumococco, dal nuovo vaccino per la protezione dal virus sinciziale fino a quello contro l'Herpes zoster, anche detto fuoco di Sant'Antonio - ricorda Landazabal - Quest'ultimo è un vaccino di altissima efficacia, ha un elevato profilo di sicurezza e offre una prolungata copertura per oltre 12 anni. Con la somministrazione di due dosi è quasi possibile dimenticare una malattia spesso molto pericolosa e debilitante".
E se il vaccino contro l'Herpes zoster è già disponibile perché fa parte del Piano nazionale, per quanto riguarda il vaccino contro il virus respiratorio sinciziale (Rsv) è necessario che venga integrato nel calendario, così che possa essere disponibile per tutti i soggetti a rischio e gli anziani. "Il virus respiratorio sinciziale è una delle cause più importanti di polmonite e di complicazioni in pazienti fragili o con Bpco. Anche questo è un vaccino altamente efficace, è già disponibile a livello privato, speriamo che sia presto disponibile a livello nazionale. La campagna vaccinale è appena partita in Italia - conclude l'Ad di Gsk - e speriamo che anche grazie a informazioni come questa ci sia una visione migliore".
Roma, 28 ott. (Adnkronos Salute) - "L'Italia è un Paese longevo, secondo forse solo alla Spagna in Europa. Con una popolazione che invecchia sempre più diventa fondamentale individuare strumenti di prevenzione per proteggere i soggetti fragili e anziani". Lo ha detto all'Adnkronos Salute Fabio Landazabal, presidente e Ad di Gsk Italia, in occasione della sua partecipazione al congresso della Società italiana di igiene medicina preventiva e sanità pubblica (Siti) che si è svolto a Palermo.
L'Italia invecchia e sono sempre più gli anziani: basti pensare che secondo gli ultimi dati Istat gli over 65 rappresentano in Italia oltre il 20% di tutta la popolazione. "Ci sono sempre più anziani in Italia, ma allo stesso tempo non sono considerati una risorsa e spesso non sono attenzionati come si dovrebbe dal nostro sistema sanitario - sottolinea Landazabal - Però fare prevenzione per la popolazione anziana, per i soggetti fragili e i malati cronici, in realtà ha una sua utilità anche dal punto di vista della sostenibilità del sistema sanitario e dal punto di vista farmaco-economico. L'Alta scuola di economia e management dei sistemi sanitari, "Altems, ha condotto un'indagine per valutare quale sarebbe il risparmio di spesa raggiungendo le coperture vaccinali proposte. I risultati sono stati sorprendenti: sapevamo che i vaccini sono il migliore investimento in sanità, ma mai avremmo pensato che, raggiungendo le coperture vaccinali previste nell'adulto e nell'adolescente, il Pil potrebbe aumentare di 10 miliardi di euro”.
Lo studio di Altems conferma quindi che la vaccinazione produce non solo benefici sociali, ma anche economici per la crescita dell'economia del Paese. Ed è per questo che è importante investire sulla salute degli anziani, soprattutto sul fronte della prevenzione grazie ai vaccini.
"Abbiamo una lunga tradizione di ricerca scientifica e di produzione dei vaccini: dall'influenza allo pneumococco, dal nuovo vaccino per la protezione dal virus sinciziale fino a quello contro l'Herpes zoster, anche detto fuoco di Sant'Antonio - ricorda Landazabal - Quest'ultimo è un vaccino di altissima efficacia, ha un elevato profilo di sicurezza e offre una prolungata copertura per oltre 12 anni. Con la somministrazione di due dosi è quasi possibile dimenticare una malattia spesso molto pericolosa e debilitante".
E se il vaccino contro l'Herpes zoster è già disponibile perché fa parte del Piano nazionale, per quanto riguarda il vaccino contro il virus respiratorio sinciziale (Rsv) è necessario che venga integrato nel calendario, così che possa essere disponibile per tutti i soggetti a rischio e gli anziani. "Il virus respiratorio sinciziale è una delle cause più importanti di polmonite e di complicazioni in pazienti fragili o con Bpco. Anche questo è un vaccino altamente efficace, è già disponibile a livello privato, speriamo che sia presto disponibile a livello nazionale. La campagna vaccinale è appena partita in Italia - conclude l'Ad di Gsk - e speriamo che anche grazie a informazioni come questa ci sia una visione migliore".
(Agenzia Vista) Israele, 28 ottobre 2024 I"Oggi ho avuto un importante incontro con il mio collega della Difesa, Gallant, che segue l'incontro che c'è stato nelle settimane scorse, prima del presidente Meloni e poi del ministro Tajani. L'Italia sta cercando di svolgere un ruolo in Medioriente per cercare di arrivare velocemente alla pacificazione sia a Gaza che in Libano, e abbiamo affrontato i due temi oggi". Lo ha detto il ministro della Difesa, Guido Crosetto, a proposito del suo viaggio in Israele durante il quale ha incontrato, a Gerusalemme, l'omologo israeliano Yoav Gallant. "Siamo partiti dal Libano, dove ho avuto ancora una volta la garanzia che le forze armate israeliane in qualunque modo cercheranno di salvaguardare il contingente Unifil. Ultimamente c'è stato uno spostamento verso nord, e di per sé la zona si è allontanata da quella che era il contingente Unifil, ma anche la loro intenzione di andarsene via non appena sarà possibile garantire che da quella zona del Libano non arrivino più attacchi sul suolo di Israele. Nell'ultimo anno sono stati oltre 10mila i lanci di razzi da parte di Hezbollah". Difesa Fonte: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev
(Agenzia Vista) Israele, 28 ottobre 2024 Il ministro della Difesa italiano, Guido Crosetto, ha incontrato, a Gerusalemme, l'omologo israeliano, Yoav Gallant. L'incontro fa parte di una più ampia iniziativa, avviata dal ministro Crosetto con il G7 della Difesa, e proseguita incontrando gli omologhi dell'Arabia Saudita e della Turchia. Secondo quanto riportato in un comunicato stampa, durante il colloquio, i due ministri della Difesa hanno analizzato nel dettaglio la situazione a Gaza e nel sud del Libano, sottolineando la necessità di creare le condizioni per una soluzione duratura che garantisca la stabilità dell'intero Medio Oriente. Nel corso dell'incontro, il ministro Crosetto ha ribadito la necessità di una piena attuazione della risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, per garantire che nel sud del Libano, tra la Linea blu e il fiume Litani, solo le Forze armate libanesi (Laf) e Unifil siano in possesso delle armi. Entrambi i ministri hanno concordato come debba essere fatto ogni possibile sforzo per proteggere l'Unifil e la popolazione civile ed evitare il loro coinvolgimento negli scontri con Hezbollah, sottolineando la necessità di rivedere e rendere più efficace e attuale il mandato dell'Unifil. Difesa Fonte: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev
Wilmgton, 28 ott. (askanews) - Il presidente americano Joe Biden ha votato in anticipo, così come permesso dal sistema elettorale americano, a Wilmgton nel Delaware, scegliendo, come altri 43 milioni di americani, di non attendere il 5 novembre, data in cui sono state fissate le elezioni presidenziali.
Biden sostiene la sua vicepresidente Kamala Harris, che lo ha sostituito lo scorso luglio nella corsa alla Casa Bianca contro il candidato repubblicano Donald Trump.
All'uscita parlando coi cronisti ha parlato di politica internazionale, ribadendo: "Abbiamo bisogno di un cessate il fuoco. Dovremmo porre fine a questa guerra. Dovrebbe finire, dovrebbe finire, dovrebbe finire".
(Agenzia Vista) Roma, 28 ottobre 2024 La premier Meloni ha ricevuto oggi a Palazzo Chigi Edmundo González Urrutia, premio Sakharov per la libertà di pensiero. "Nel congratularsi per la recente assegnazione del riconoscimento, il presidente del Consiglio ha sottolineato la priorità attribuita dal Governo italiano alla situazione in Venezuela, anche nell'ambito della Presidenza di turno del G7, e il sostegno assicurato agli sforzi in atto per facilitare una transizione democratica e pacifica, che corrisponda alla volontà del popolo venezuelano", spiega una nota di Palazzo Chigi. "Il presidente Meloni ha anche reiterato lappello affinché cessino immediatamente le violazioni dei diritti umani, le detenzioni arbitrarie e le restrizioni alle libertà fondamentali, in particolare nei confronti dellopposizione politica", conclude la nota. Palazzo Chigi Fonte: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev
Tbilisi, 28 ott. (askanews) - Il primo ministro ungherese Viktor Orban è arrivato a Tbilisi per una visita di due giorni, in un momento di crisi politica per la Georgia dopo le elezioni parlamentari, vinte dal partito al governo ma denunciate come truccate dall'opposizione.
I risultati non sono stati per ora ufficialmente riconosciuti dall'Unione europea che aspetta le conclusioni degli osservatori internazionali. L'"International Election Observation Mission", guidata dall'Ufficio per le le istituzioni democratiche e i diritti umani dell'Osce (Odihr) ha già rilevato molte irregolarità, intimidazioni e pressioni sugli elettori.
"Qualunque cosa dica, il signor Orban durante la sua visita in Georgia, non rappresenterà l'Unione europea", ha precisato l'Alto rappresentante dell'Ue per la politica estera e di sicurezza europea, Joseph Borrell. L'Ue ha definito la visita di Orban nell'ambito di "rapporti bilaterali".
Roma, 28 ott. (Adnkronos) - Uno spoglio al cardiopalma con un testa a testa serrato che non consente ancora un esito certo, sebbene con un vantaggio nelle proiezioni di Marco Bucci. Elly Schlein sta seguendo lo scrutinio al Nazareno, dove è arrivata nel pomeriggio. Al momento, gli unici dati più indicativi arrivano dall'andamento dei partiti e nella coalizione che sostiene Andrea Orlando spicca il risultato importante del Pd: i dem sarebbero sopra il 27%, di gran lunga primo partito nella regione doppiando quasi Fdi. Percentuali notevoli ma forse non sufficienti per agguantare la vittoria.
Se Alleanza Verdi Sinistra sarebbe sopra il 6%, non altrettanto positiva sarebbe la performance dei 5 Stelle. Il partito di Giuseppe Conte sarebbe ben sotto le aspettative. Quando i 5 Stelle misero il veto sulla lista con Iv, Più Europa e Socialisti, in casa dem la valutazione fu quella di non far saltare l'alleanza con i pentastellati visto che alle europee il Movimento ottenne il 10 e passa per cento. Una percentuale che però potrebbe uscire di gran lunga inferiore dalle urne, addirittura dimezzata.
Ma per dirla con Matteo Richetti di Azione, unico dirigente al momento ad aver commentato l'andamento dello scrutinio, è "ancora impossibile dare un giudizio", dice scommettendo che "sarà un testa a testa fino alla fine". Non sfugge che a seconda dell'esito, per quanto con uno scarto magari risicato, il film del post voto sarà ben diverso in caso di vittoria o sconfitta. E se il centrosinistra dovesse mancare il colpo nonostante l'inchiesta giudiziaria e le conseguenti dimissioni di Giovanni Toti che sembravano aver aperto praterie, sarebbero inevitabili le ripercussioni. Soprattutto all'interno della coalizione che è arrivata all'appuntamento elettorale 'ristretta' dopo il veto di Conte su Renzi.
Brooklyn, 28 ott. (askanews) - Porto Rico come una gigantesca isola di immondizia nel mare: la battuta del comico Tony Hinchcliffe al comizio di Donald Trump a New York non è piaciuta nemmeno al campo del candidato repubblicano, che in un comunicato ha detto che "non rispecchia le opinioni del presidente".
Pochi chilometri più in là, non ride nemmeno la comunità portoricana di Brooklyn. Porto Rico, grande isola caraibica, territorio non incorporato degli Stati Uniti, non vota, ma sono tanti i portoricani che sono anche cittadini americani.
"In tanti che magari avrebbero votato per lui cambieranno idea, siamo tutti esseri umani, siamo tutti fratelli, non si può parlare così è razzismo" dice Denis Castro.
Per Magda Serrano, "la battuta mi lascia l'amaro in bocca, io sono portoricana e amo Porto Rico, la mia isola e la mia famiglia: è un boomerang perché non è bello".
"Secondo me avrà conseguenze per il presidente Trump" aggiunge Javier Diaz. "È per questo che voterò per Harris, la signora. Secondo me sarà una buona presidente, questo penso".
Il campo Trump ha cercato di correre ai ripari, perché gli elettori cosiddetti latini sono importanti anche per l'ex presidente, che pure continua a inveire contro tutti i migranti. Ma si fa un colpo al cerchio uno alla botte per ammiccare ai bianchi conservatori. Il comico Hinchcliffe ha scritto sui social che i suoi critici "non hanno senso dell'umorismo". Commento ripostato da Don Trump Junior, figlio e consigliere del candidato repubblicano.
La Corea del Nord ha inviato circa 10.000 militari in Russia per l'addestramento. Lo riferisce il Pentagono. "Crediamo che la Corea del Nord abbia inviato circa 10.000 soldati in totale per addestrarsi nella Russia orientale, il che probabilmente aumenterà le forze russe vicino all'Ucraina nelle prossime settimane", ha detto il sottosegretario di stampa del Pentagono, Sabrina Singh, ai giornalisti, usando un'abbreviazione per il nome ufficiale della Corea del Nord.
La settimana scorsa il Pentagono aveva parlato di 3.000 militari nordcoreani in Russia. Secondo il segretario generale della Nato, Mark Rutte, il rafforzamento della cooperazione militare tra la Russia e la Corea del Nord rappresenta una "minaccia per la sicurezza della regione dell'Indo-Pacifico e dell'Euro-Atlantico". In cambio dell'invio di truppe, la Russia "fornisce alla Corea del Nord tecnologia militare e altro supporto per aggirare le sanzioni internazionali".
E su questo fronte è intervenuto il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden: "L'invio di truppe nordcoreane in Russia è molto pericoloso", ha affermato Biden rispondendo ai cronisti dopo aver espresso il suo voto per le elezioni presidenziali a New Castle, nel Delaware. Il Pentagono ritiene che Pyongyang abbia inviato in Russia circa 10mila soldati per essere addestrati e combattere poi nelle prossime settimane nella regione di Kursk dove la Russia è in difficoltà nel respingere l'incursione delle truppe di Kiev.
Grave infortunio sugli sci per Matilde Lorenzi, giovane promessa azzurra. La 20enne torinese, sciatrice della nazionale femminile C, è caduta in Val Senales, in Alto Adige, ed è ora ricoverata in gravi condizioni all'ospedale di Bolzano. L'incidente è avvenuto questa mattina, lunedì 28 ottobre, durante una sessione di allenamento sul ghiacciaio della Val Senales. Secondo quanto ricostruito, la giovane, che fa parte del gruppo sportivo dell'esercito, stava scendendo lungo la pista Gravand G1 quando ha perso il controllo degli sci sbattendo la testa sul ghiaccio e poi finendo fuori pista.
Immediato l'intervento dei soccorsi, che hanno subito provveduto a intubare la giovane. Sul posto, poi, sono giunti anche i carabinieri di Silandro, chiamati a ricostruire la dinamica dell'accaduto. Sentiti gli allenatori presenti al momento della caduta. Lorenzi è stata soccorsa e trasportata all'ospedale San Maurizio a Bolzano dall'elicottero Pelikan 3, dove sono in corso accertamenti diagnostici. La Lorenzi aveva vinto nella passata stagione il titolo italiano assoluto giovani in supergigante a Sarentino.
Sempre l'anno scorso, poi, la giovane promessa si era classificata al sesto posto in discesa e all'ottavo in supergigante nei Mondiali juniores di Chatel, in Francia. Vanta pure un undicesimo posto in supergigante a St. Moritz nel dicembre 2023 come migliore piazzamento in Coppa Europa.
Scene di ordinario degrado a Roma. Siamo nella Metro B, le immagini vengono rilanciate come spesso accade in queste occasioni dall'account Welcome to Favelas. E si tratta, anche in questo caso, di immagini raccapriccianti.
Già, perché il video mostra un uomo sulla banchina della Metro B della Capitale, alla Stazione Tibrutina, mentre sventola un piccione morto, il tutto mentre urla come un ossesso.
L'uomo che si è reso protagonista dell'agghiacciante gesto è un senzatetto, evidentemente fuori controllo. E mentre il tizio sventola il cadavere del piccione e urla, ecco che gli altri presenti si limitano a filmare la scena disgustosa con il loro smartphone. Pane per Cicalone, il quale però, in questa circostanza, non era presente...
Roma, sventola un piccione morto e urla in metro: qui il video
L'Italia è sempre più una potenza nel tennis maschile. Jannik Sinner supera le settimane da numero 1 di Mats Wilander (è a quota 21), Lorenzo Musetti (16, +1) è a una sola posizione dal best ranking grazie alla semifinale a Vienna, Matteo Berrettini torna in Top 40 per effetto dei quarti finale nell'ATP 500 austriaco. Sono così cinque gli italiani tra i primi 40 del mondo questa settimana: solo gli USA ne possono contare di più. Tra i primi 20 azzurri ritocca il best ranking Samuel Vincent Ruggeri (256,+1). Nessuna variazione per quanto riguarda la Top 10 questa settimana. Significativi i progressi, scorrendo la classifica, per i protagonisti degli ATP 500 conclusi domenica a Vienna e Basilea. Entra in Top 15 Jack Draper, campione a Vienna e quarto britannico a trionfare in un ATP 500 da quando sono stati introdotti in calendario.
Torna in Top 20 Ben Shelton, finalista a Basilea. Il campione in Svizzera, il francese Giovanni Mpetshi Perricard, è il Top 100 che ha guadagnato più posizioni di tutti questa settimana (31, +19). Alla fine del 2023 era numero 206, nessun giocatore oggi tra i primi 50 ha migliorato in maniera più cospicua la sua classifica in questa stagione. Da segnalare, infine, il debutto del ceco Jakub Mensik, fermato ai quarti a Vienna, in Top 50 (48, +3), e del finlandese Otto Virtanen (96, +18) tra i primi 100.
Ma qual è il grande segreto di Jannik? Indubbiamente la potenza, ma c'è anche altro. La racchetta. Come riporta il Corriere, Sinner fa molta attenzione al tiraggio della corda sulla racchetta. E questo valore viene espresso in chili. Sinner utilizza una tensione delle corde superiore a tutti i suoi avversati: 28 kg, quando di fatto nel tennis di questi tempi ci si assesta sui 24/25 kg. E di fatto più la corda è tirata e meno conferisce potenza alla palla, non c'è alcun effetto elastico. E questo permette di avere più controllo nel gioco. Un piccolo segreto che, risultati alla mano vuol dire tanto.
Roma, 28 ott. (askanews) - Oggi, il Ministro della Difesa italiano Guido Crosetto ha incontrato, a Gerusalemme, il suo omologo israeliano, Yoav Gallant. L'incontro fa parte di una più ampia iniziativa, avviata dal ministro Crosetto con il G7 della Difesa, e proseguita incontrando i suoi omologhi dell'Arabia Saudita e della Turchia. Durante il colloquio, i due ministri della Difesa hanno analizzato nel dettaglio la situazione a Gaza e nel sud del Libano, sottolineando la necessità di creare le condizioni per una soluzione duratura che garantisca la stabilità dell'intero Medio Oriente.
Nel corso dell'incontro, il Ministro Crosetto ha ribadito la necessità di una piena attuazione della Risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, per garantire che nel sud del Libano, tra la Linea Blu e il fiume Litani, solo le Forze Armate Libanesi (LAF) e UNIFIL siano in possesso delle armi. Entrambi i ministri hanno concordato come debba essere fatto ogni possibile sforzo per proteggere l'UNIFIL e la popolazione civile ed evitare il loro coinvolgimento negli scontri con Hezbollah, sottolineando la necessità di rivedere e rendere più efficace e attuale il mandato dell'UNIFIL.
Crosetto e Gallant hanno auspicato il rapido rilascio degli ostaggi detenuti dai terroristi di Hamas e accolto con favore la capacità di difesa delle forze di autodifesa israeliane, che hanno protetto la popolazione civile dai recenti attacchi iraniani, evitando una pericolosa ulteriore escalation. Il Ministro Crosetto ha insistito affinché si raggiunga nel più breve tempo possibile un cessate il fuoco che consenta di riavviare le azioni diplomatiche. Parallelamente, hanno ribadito l'importanza di sostenere le Forze Armate Libanesi, il cui rafforzamento è cruciale affinché si creino le condizioni di sicurezza necessarie per consentire il ritorno degli sfollati, sia nel sud del Libano sia nel nord di Israele. Infine, la discussione ha affrontato la situazione in Siria, la cui stabilità è un fattore determinante per la sicurezza e la stabilità dell'intero Medio Oriente.
In Liguria il testa a testa al voto regionale è serratissimo. Dopo tre ore di spoglio si profila un duello all'ultimo voto: i primi exit poll e le prime proiezioni davano in vantaggio Marco Bucci, candidato del centrodestra, mentre ora i dati assoluti indicano un sostanziale pareggio, anzi un piccolo margine di vantaggio per Andrea Orlando, candidato del centrosinistra.
Ed era questa la situazione quando è emersa una notizia laterale, che però ovviamente riguarda molto da vicino il voto in Liguria. Secondo quanto rilanciato dal Corriere della Sera, Beppe Grillo non avrebbe votato. Il fondatore del M5s e genovese doc, infatti, avrebbe disertato il seggio, nemmeno si sarebbe presentato. Lo confermano fonti presenti al seggio a cui il comico è iscritto.
Il M5s, in Liguria, appoggiava il candidato di centrosinistra Orlando (i grillini poco prima della metà dello spoglio venivano dai al 5 per cento). Dunque tra i candidati anche Nicola Morra, ex M5s, a capo di una lista civica che non dovrebbe riuscire a sfondare il tetto dell'1 per cento. Grillo, insomma, non ha votato per nessuno dei due. Ma soprattutto non ha votato per il M5s. Un non-voto da leggere, ovviamente, con la lente dei fatti degli ultimi giorni, il contratto di consulenza da 300mila euro l'anno che Giuseppe Conte ha comunicato di non voler rinnovare al comico. Uno stop al quale sono seguite feroci polemiche tra i due, senza esclusione di colpi. Per certo, il "vaffa" di Beppe Grillo al M5s è semplicemente roboante.
Gerusalemme, 28 ott. (askanews) - "Aspiro a continuare il processo iniziato qualche anno fa con la firma degli storici Accordi di Abramo e a raggiungere la pace con altri Paesi arabi": il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha affermato di voler perseguire la normalizzazione diplomatica con i Paesi del Medio Oriente sulla base degli Accordi di Abramo, firmati da Israele, Emirati Arabi Uniti e Stati Uniti nel 2020, al fine di "raggiungere la pace con altri Paesi arabi".
Roma, 28 ott. (askanews) - Pietro Ruffo riflette da anni sul rapporto tra uomo e natura e sulla stratificazione del tempo che trasforma continuamente il mondo in cui viviamo. Ora il Palazzo Esposizioni di Roma, fino al 16 febbraio, presenta la sua personale intitolata "L'ultimo meraviglioso minuto", a cura di Sébastien Delot, direttore della collezione del Museo Nazionale Picasso di Parigi.
La mostra raccoglie 50 opere di natura diversa che l'artista ha realizzato appositamente per quattro delle sale del Palaexpo. Nella prima veniamo immersi in una foresta primordiale, disegnata con la penna Bic, che ci ricorda come era la terra 55 milioni di anni fa. E' da lì che hanno preso vita molte delle specie animali e vegetali che oggi conosciamo. Nella sala intitolata Antropocene Preistoria Ruffo indaga invece su cosa renda gli uomini così speciali e diversi da altre specie. Dopo lo spazio con la videoinstallazione che restituisce in forma tridimensionale il cambiamento del paesaggio nel tempo, si arriva infine alla sala dedicata a Roma, alle sue stratificazioni non solo architettoniche ma anche geologiche.
"Quello che vorrei dire attraverso questa mostra è che l'homo sapiens è una specie incredibile, che ha creato una grandissima meraviglia. - ha spiegato l'artista - La mostra si chiama proprio L'ultimo meraviglioso minuto, e sono sicuro che saremo capaci anche di adottare delle politiche diverse per poter convivere su questo pianeta. E soprattutto per poter vivere su questo pianeta perché quello che stiamo facendo negli ultimi anni, non è tanto distruggere il nostro pianeta, ma distruggere la nostra possibilità di sopravviverci. E direi che sarebbe veramente un peccato".