Tutta Italia si è indignata per quanto accaduto la notte di Capodanno in piazza Duomo a Milano, con almeno 8 ragazze che hanno denunciato di essere state aggredite e molestate sessualmente da un branco di ragazzi e uomini di origine straniera. La Procura sta indagando sul rito islamico della Taharrush Gamea, la pratica di "assediare" donne isolate e "sottometterle" già vista in varie occasioni pubbliche, dal capodanno di Colonia nel 2016 in avanti.
A non indignarsi, però, sono molti esponenti delle comunità islamiche che ribaltando la questione incolpano le vittime di essersi trovate nel posto sbagliato nel momento sbagliato o, addirittura, di aver provocato i loro aggressori. Una mentalità retrograda che si rispecchia in quanto raccolto da una inviata di Dritto e rovescio, il talk del giovedì sera di Rete 4 condotto da Paolo Del Debbio.
La giornalista gira per Milano microfono in mano intervistando alcuni immigrati. In onda vanno tre dichiarazioni, tutte in egual misura sconcertanti e sconfortanti.
"Lei che cosa pensa delle donne occidentali che vanno in giro con le gonne corte?", domanda a un uomo. "Male. La donna musulmana è sempre dentro casa. A preparare da mangiare, a portare i figli a scuola... La legge è così", taglia corto lui.
Altro giro, altra condanna morale per le vittime: "A Capodanno a Milano a Milano si è ritrovata in mezzo a tanti uomini e l'hanno molestata". "E com'era vestita?", domanda l'immigrato. "Perché dipende da com'era vestita?", "Dipende da com'era vestita e da come sta lei. La donna è donna, non va dove ci sono dieci uomini".
"A Capodanno una ragazza è stata molestata", è la domanda dell'inviata di Del Debbio a un altro ragazzo, che replica secco: "Ha provocato lei. Secondo me sì, se ti metti in mezzo a degli uomini con una gonna corta secondo me ha provocato".
I commenti di giovani stranieri e musulmani alle molestie avvenute in Piazza Duomo a Capodanno.
— Dritto e rovescio (@Drittorovescio_) January 16, 2025
Voi cosa ne pensate?
Ne stiamo parlando con i nostri ospiti in studio a #DrittoeRovescio in diretta su #Rete4 e in streaming su Mediaset Infinity pic.twitter.com/CuqIDksRWK
Beirut, 17 gen. (Adnkronos/Afp) - Il presidente francese Emmanuel Macron è arrivato a Beirut per sostenere i nuovi leader libanesi e i loro sforzi per formare un governo in grado di aprire un nuovo capitolo nella storia del Paese. La sua visita di 12 ore, la prima dal 2020, coincide con quella del segretario generale dell'Onu Antonio Guterres, arrivato nella capitale libanese ieri sera, ed è possibile che i due abbiano un incontro, secondo una fonte diplomatica francese.
Il viaggio del presidente francese mira ad "aiutare" il suo omologo Joseph Aoun, eletto una settimana fa dopo due anni di mandato, e il primo ministro designato Nawaf Salam "a consolidare la sovranità del Libano, ad assicurarne la prosperità e a mantenere la sua unità”, ha dichiarato l'Eliseo. “Ora c'è un presidente legittimo e forte che gode della fiducia dell'intera regione”, ha affermato Macron in un'intervista al quotidiano libanese indipendente L'Orient-Le Jour.
Montare la polemica contro la polizia per le perquisizioni cui sono state sottoposte le attiviste di Brescia, e contro i carabinieri per la morte di Ramy Elgaml, non serve solo a strizzare l'occhio a chi protesta e ad accusare il governo di incoraggiare comportamenti brutali. La partita che sta giocando la sinistra è più complessa e include il tentativo di minare il rapporto istituzionale tra Giorgia Meloni e Sergio Mattarella su due provvedimenti chiave del governo: il disegno di legge sulla sicurezza, che introduce nuovi reati e aggravanti, e la norma che dovrebbe tutelare gli agenti dall'iscrizione «per atto dovuto» nel registro degli indagati, dopo che sono stati costretti a sparare contro un aggressore per difendere se stessi o altri.
L'opposizione alza il livello dello scontro su questi episodi per creare un clima ostile ai due provvedimenti e sabotare la collaborazione tra palazzo Chigi e il Quirinale. Spetta al capo dello Stato, infatti, promulgare le leggi approvate dal parlamento: cosa che può rifiutarsi di fare qualora le ritenga manifestamente incostituzionali.
Il problema, per l'opposizione, è che la collaborazione tra gli uffici di Mattarella e quelli di Meloni funziona. Già prima di Natale, dal Colle hanno segnalato che il ddl sicurezza contiene alcune di quelle che in gergo giuridico sono chiamate «criticità»: norme che rischiano di andare in conflitto con la Costituzione o con i trattati internazionali sottoscritti dall'Italia. Riguardano il divieto di vendere sim telefoniche a stranieri senza titolo di soggiorno; l'automatismo per cui le donne incinte o con figli di età inferiore a un anno, se condannate, debbono comunque finire in carcere (più corretto che decida il giudice caso per caso, è stato fatto notare); le aggravanti per chi usa violenza o minacce per impedire la costruzione di un'opera pubblica o di un'infrastruttura strategica (è necessario che la fattispecie di queste opere sia ben definita) e l'introduzione del reato di «resistenza passiva» per i detenuti, che avrebbe senso solo se nel carcere ci fosse un'emergenza reale. Da rivedere pure la cancellazione delle attenuanti in caso di reati contro i pubblici ufficiali.
Punti su cui a palazzo Chigi hanno convenuto che è meglio intervenire, anche per evitare che lo faccia poi la Corte Costituzionale. Al Quirinale, nel governo e nella maggioranza, dove pure non sono mancate frizioni con la Lega, si considera quindi la pratica avviata a soluzione. I tanti che nel centrodestra temono tempi lunghi avranno la garanzia di una rapida approvazione del testo modificato. Discorso simile per le tutele che il governo intende introdurre in favore di poliziotti e carabinieri. Non c'è ancora un testo scritto, gli uffici legislativi di Carlo Nordio contano di produrlo entro pochi giorni. Di sicuro le nuove norme non saranno inserite nel ddl Sicurezza, ma introdotte con un provvedimento a parte, probabilmente un disegno di legge collocato su una “corsia preferenziale” del parlamento per approvarlo velocemente.
Non sarà uno «scudo», ha assicurato il guardasigilli: «Non si è mai parlato di scudo penale». Lo scopo, infatti, non è assegnare agli uomini in divisa immunità particolari, che violerebbe il principio di uguaglianza dinanzi alla legge (punto sul quale già insiste la sinistra). Si tratta, invece, di evitare due problemi: il primo è che l'iscrizione nel registro degli indagati diventi «un marchio d'infamia, una condanna anticipata e talvolta addirittura una preclusione all'assunzione di cariche pubbliche». Il secondo è la sospensione dello stipendio dell'agente indagato, che può essere decisa dal pm e dura sino al termine del procedimento: spesso a lungo, dunque.
Tra le soluzioni allo studio c'è la creazione di un elenco a parte per carabinieri e poliziotti indagati per vicende in cui, con ogni evidenza, hanno agito per svolgere il loro dovere. Come il maresciallo dell'Arma che a Rimini ha ucciso l'uomo che aveva accoltellato quattro persone e stava per avventarsi su di lui. Costoro, oltre ad avere la tutela legale, potrebbero contare su tempi d'indagine molto rapidi. Una soluzione che non violerebbe il principio dell'uguaglianza dinanzi alla legge e dunque passerebbe il vaglio del Quirinale. I problemi veri, insomma, potranno venire solo dalle piazze.
Theo Hernandez non difende da mesi, e forse non ha mai davvero difeso come un vero terzino. Di certo non è carente dall'altro ieri. Leao non è mai stato un giocatore costante per tutta la partita, quindi non c'è da stupirsi se si accende e si spegne ora. Maignan è sempre stato un portiere che concede qualche errore grossolano come quello che ha portato il Cagliari al pareggio. Sono sfumature dei tre leader del Milan che si ripetono da tempo e che Conceiçao non può risolvere accendendosi un sigaro.
Chi si ferma su queste, è prevenuto perché i tre moschettieri rossoneri stanno migliorando in termini di atteggiamento, leadership e assunzione di responsabilità, ovvero ciò in cui sono mancati durante la gestione Fonseca. Su questo la mano di Conceicao è già ben visibile, se la si vuole vedere. L'atteggiamento di tutti e tre ora è propositivo e, soprattutto, consapevole.
L'impressione è che siano i primi con cui il nuovo allenatore ha parlato. Ne ha intuito il carattere un po' viziato di tutti e tre e lo ha messo in una condizione di debito: io ti restituisco la piena titolarità - e a Maignan che l'aveva garantita, ha dato la fascia di capitano, mettendo fine al girotondo - ma tu, in cambio, inizi a giocare per la squadra. E' accaduto. Maignan ha messo insieme almeno quattro miracoli nelle altrettante partite con il nuovo mister. C'è stato anche un errore grave ma, come si diceva, è nelle cose. In più il portiere francese non ha più avuto acciacchi o dolorini vari peri quali chiedeva subito il cambio od obbligava il mister a far esordire il giovane Torriani, vista l'indisponibilità reiterata di Sportiello: ora li sopporta perché sa di essere un riferimento nei confronti dei compagni.
DI NUOVO DECISIVI
Anche Theo e Leao sono stati decisivi in tutte le ultime quattro partite del nuovo corso, tra gol (3 complessivi) e assist (2). La rimonta sul Como porta la loro firma, come ai vecchi tempi con Pioli, ma con una diversa relazione rispetto al contesto e al collettivo: allora andava tutto a gonfie vele e loro cavalcavano quell'estasi mentre ora bisogna tirare fuori il gruppo dalla crisi e serve qualcuno che faccia da capofila. L'impressione è che entrambi siano più connessi alla partita e ai compagni. Parlano i loro corpi più che le parole dopo le gare. Parlano i gesti di incitamento ai compagni che prima non si vedevano nemmeno con il binocolo.
Conceiçao li ha sempre lasciati in campo dall'inizio alla fine, tranne contro la Juventus in Supercoppa quando Leao era indisponibile, perché vuole che siano i pilastri attorno ai quali ruota una rosa che inizia pagare le conseguenze del poco turnover: per Pulisic e Morata si tratta di affaticamento da prendere con le pinze (lo spagnolo salterà sicuramente la Juventus per squalifica, l'americano verrà testato) mentre per Thiaw è lesione del bicipite. Verrà ricontrollato tra 10 giorni ma facile che lo stop sia di almeno tre settimane.
Per la rivelazione delle livree delle monoposto che correranno il prossimo Mondiale di F1, servirà aspettare la presentazione unica alla O2 Arena di Londra il prossimo 18 febbraio. La gaffe Alpine commessa da Flavio Briatore, però, potrebbe aver svelato quella che rivestire la prossima vettura del team di Enstone. L'imprenditore piemontese — ex team principale del team con all'attivo quattro titoli piloti: due con Michael Schumacher (quando era Benetton) e due con Alonso (nel 2005 e 2006) — ha infatti postato una storia del primo meeting di questo 2025 con il reparto marketing team transalpino. Il problema è che sul tavolo c'erano le foto della nuova vettura francese, che quest'anno sarà spinta da un motore Mercedes e non più da uno prodotto in casa.
La livrea futura della monoposto guidata da Gasly e dal suo nuovo compagno di squadra Jack Doohan — con l'ex Williams Franco Colapinto come terzo pilota, per lo meno in questa prima parte di stagione — avrà inserti rosa sulle ali e su parte del muso, oltreché nella zona della Coca-Cola.
Nella parte di mezzo, quella relativa alle pance, all'airscope e dove si trova l'abitacolo dei piloti, spicca un azzurro più acceso. Una livrea simile a quelle precedenti, insomma, che mantiene il rosa nonostante l'addio dello sponsor dell'azienda legata alla purificazione delle acque, Bwt.
Negli Stati Uniti, i giudici della Corte Suprema si trovano di fronte a un dilemma, tipicamente americano. Vogliono vietare l'accesso ai siti porno ai minori. Ma, al contempo, vogliono rispettare il primo emendamento della Costituzione, quello che sancisce e tutela la libertà d'espressione. In Texas, una legge - chiamata Hb 1181 e approvata nel 2023 - impone ai siti hard di richiedere un documento d'identità emesso dal governo. Il motivo? Verificare che gli utenti abbiamo almeno 18 anni. Come riporta Repubblica, i siti devono anche esporre un avviso in cui spiegano che il materiale pornografico “crea dipendenza, indebolisce le funzioni cerebrali” e può generare bassa autostima, citando condizioni non verificate dalla scienza.
Ma il mondo del porno è pronto a resistere. Pornhub, per esempio, ha scelto di non piegarsi, bloccando l'anno scorso l'accesso agli utenti texani. Ma alcuni hanno aggirato il divieto utilizzando reti private virtuali. Leggi simili sono state proposte anche in altri stati americani. E la ratio è sempre la stessa: vietare la possibilità che, attraverso gli smartphone, i minorenni - anche di 12 anni - come emerso da una ricerca, possano accedere facilmente a contenuti di “oscenità misogina” e video che esaltano stupri e violenze.
Poi c'è il tema della privacy. L'inserimento dei dati personali a contenuti così sensibili, secondo gli oppositori, può mettere gli utenti in condizione di venire ricattati e cadere nella rete di cyber criminali. Secondo il giudice conservatore Clarence Thomas andare su internet è molto diverso da entrare in uno store a luci rosse.
Caos nel Partito democratico di Elly Schlein, dove una fronda starebbe insorgendo contro la segretaria mettendola sempre più all'angolo. Il primo a bocciarla è stato il padre nobile dem Luigi Zanda, ex tesoriere, capogruppo in Senato e fondatore del partito. In un'intervista al Domani, in particolare, ha detto che tra i dem "c'è un disagio diffuso che non si manifesta apertamente". Secondo lui, inoltre, Schlein avrebbe trasformato il Pd in un partito del "capo", senza riuscire a trovare una sintesi tra le varie correnti interne. Basti pensare alle numerose linee sulla politica estera. Per il fondatore, insomma, il Pd "non è in partita".
Le parole di Zanda sarebbero rimbalzate tra senatori e deputati dem nelle scorse ore. Qualcuno di loro, come si legge sul Tempo, avrebbe detto: "Luigi si è fatto sentire, Elly non potrà fare finta di niente anche questa volta". All'interno del partito ci sarebbero non pochi malumori perché la Schlein non prenderebbe in considerazione le minoranze. E al momento di prendere decisioni importanti per il Pd, si consulterebbe solo con una cerchia ristretta di persone. Intanto, i centristi si organizzano tra di loro: saranno i protagonisti di due convegni paralleli a Milano e Orvieto il prossimo 18 gennaio. Al centro del dibattito la possibilità di metter su una gamba moderata, una sorta di "sfogatoio" di molti esponenti della minoranza, che temono di essere esclusi alle prossime elezioni.
Non manca molto, poi, alle regionali in Campania, dove l'attuale governatore dem, Vincenzo De Luca, non intende mollare il suo ruolo nonostante sia arrivato al secondo e ultimo mandato. Il presidente della Regione vuole correre alle elezioni per la terza volta nonostante la contarietà del Pd, che quindi non lo sosterrebbe. I rapporti tra governatore e partito potrebbero degenerare ancor di più se la Consulta, chiamata a intervenire sul tema, decidesse di salvare la legge sul terzo mandato votata dal Consiglio regionale campano qualche settimana fa. Se De Luca riuscisse ad avere la meglio e quindi a candidarsi alle regionali, è quasi certo che il Pd andrà incontro a una cocente sconfitta. Un esito che inevitabilmente ricadrà sulla segretaria Schlein.
Il giorno dopo, a Palazzo Balbi, sede della Regione, è quello delle telefonate. Non era ancora mezzogiorno e Luca Zaia aveva già bruciato tre cariche del telefonino. Metà Veneto ha chiamato il suo presidente per rallegrarsi e mettersi a disposizione: «Con te, qualunque cosa tu decida» è stato il ritornello recitato da militanti, quadri ed esponenti del tessuto imprenditoriale e produttivo. Dal suo quartier generale, tengono a precisare: lui non ha voluto attaccare Giorgia Meloni né Fratelli d'Italia, le cui ambizioni comprende anche se non condivide, tantomeno Matteo Salvini e la Lega, che viene «prima del centrodestra e prima del governo», anche se «dopo i veneti» e della quale si è dichiarato «a disposizione».
In vista non c'è nessuna rivoluzione annunciata, il doge ha voluto consegnare, a chi ne fosse interessato, solo una fotografia della situazione, che il partito discuterà nel consiglio federale di oggi, anche se l'argomento non era in agenda. Lo scatto dice che, sul candidato presidente, «o si trova un punto di caduta tra gli alleati, o si rischia di andare ciascuno per la propria strada».
DUE LINEE DEL FRONTE
Ci sono due linee del fronte. A Roma, la vicenda del tetto dei due mandati, avviso di sfratto sia a Zaia sia al governatore campano, Vincenzo De Luca, non scuote gli animi, è percepita come lontana, una questione interna alla Lega in Veneto e al Pd a Napoli. Fratelli d'Italia, che rivendica una Regione del Nord, tra Venezia e Milano, è convinta che si troverà un accomodamento senza traumi e che stiamo assistendo solo a schermaglie di rito tra alleati, fisiologiche a una lotta di posizione. Replica al governatore, invita a «non fare personalismi», ma fa capire di essere pronta a trattare.
Un po' più aggressiva è Forza Italia, con Maurizio Gasparri che irride il doge, «troveremo un modo per sfamarlo quando finirà il suo incarico» e Flavio Tosi, chiodo nel costato della Lega, che minimizza e provoca: «Se le tensioni durano, arriverà Meloni a richiamare tutti all'ordine; Fdi pretende legittimamente il Veneto, poiché è il partito più forte in tutto il Nord, ma se invece toccasse agli azzurri, il candidato sarei io».
Più imperscrutabile la posizione di Matteo Salvini, che non sfiora l'argomento, prima di affrontarlo oggi davanti ai suoi. I veneti si sentono un po' abbandonati e alzano la voce, avvertono di avere un doge e invocano la discesa in campo al loro fianco anche del capitano. Lombardi e friulani, pure loro con governatori molto amati ma al secondo mandato e quindi al momento non ricandidabili, tacciono, osi limitano a discorsi di principio in favore di terzi e quarti incarichi; è un borbottio e non un urlo solo perché la data di scadenza è più lontana, ma non stanno poi molto meglio dei loro sodali della Serenissima.
Il leader è a Roma. Ieri ha ricevuto il ministro degli Esteri israeliano, Gideon Saàr, attirandosi attacchi e ironie da parte dell'opposizione, che lo esorta a occuparsi dei disagi ferroviari e sottolinea che l'incontro poco ci azzecca con i treni. Però Saàr aveva difeso Salvini per il processo per sequestro di persona, “un fatto che non sussiste”, per il quale i parlamentari di sinistra che oggi lo attaccano, avevano mandato l'attuale vicepremier alla sbarra. Una stretta di mano faccia a faccia era al contempo un dovere e un piacere.
Su quel che agita i suoi al Nord il capitano prende tempo. Sa che non ci sono i numeri per far saltare il tetto ai due mandati, difeso sia da Fdi e Fi sia dal Pd, ritiene di aver sparato tutte le cartucce sull'argomento e non vuole insistere su una battaglia persa in partenza. Vorrebbe mantenere alla Lega tanto il Veneto quanto la Lombardia, naturalmente, ma è consapevole che è impresa ardua. In ogni caso, dipenderà dalla sua interlocuzione con Meloni, che ora non ha l'argomento in agenda, a riprova che la questione è ritenuta importante ma non vitale per la tenuta di maggioranza e governo. Salvini non staccherà la spina, sta a lui però trovare la soluzione per evitare il caos non tanto nel centrodestra, quanto nel suo partito.
E qui si arriva alla seconda linea del fronte, quella del Piave. Zaia non ha parlato per sé, non minaccia per ottenere incarichi, non si starebbe preoccupando in questo momento di quale sarà il proprio futuro dopo aver abbandonato Palazzo Baldi. In tanti lo vorrebbero sindaco di Venezia, ma è soltanto un'ipotesi non ancora valutata seriamente dall'interessato, oltre a essere tutt'altro che una battaglia vinta, perché la città è storicamente difficile per il centrodestra. Il doge pone una questione esistenziale per la Lega. Teme che si sfascerà tutto, se il partito perderà la Regione.
La sua maggioranza conta 43 consiglieri regionali su 50, 34 dei quali della Lega. Tutta gente destinata per i due terzi ad andare a casa anche se si vincesse, qualora davvero il centrodestra cambiasse il proprio gruppo dirigente in Veneto. Dopo dieci annidi maggioranza bulgara in Consiglio Regionale, la macchina è abituata a viaggiare senza i ritmi lenti e barocchi imposti dalla politica e la preoccupazione è che, cambiando la formula, si blocchi tutto.
LA POSTA IN PALIO
Se non sarà terzo mandato, comunque la soluzione non può che passare per lui, che è convinto di avere ancora un gradimento del 75% e si ritiene il collante tra il centrodestra e gli elettori, non accetta che qualcuno arrivi da fuori a spiegargli chi sono e cosa vogliono i veneti. Di certo il doge troverà il modo per non abbandonare la sua squadra e il suo popolo e molto difficilmente Salvini potrà abbandonare lui senza rischiare una spaccatura del partito in Veneto; non come ritorsione, ma come naturale sviluppo delle cose: c'è un sistema di potere che ha dimostrato capacità e non ci sta a essere pensionato da Roma anziché dagli elettori. Sondaggi riservati dicono che un'alleanza tra Lista Zaia, Lega, autonomisti vari, e magari anche Azione, arriverebbe almeno al 40%. Fdi è avvisata. Questo verrà messo sul tavolo nel federale di oggi. Nella partita di poker i veneti si sentono forti e chiedono al segretario di difendere il punto, in attesa di capire se Meloni deciderà di vedere le carte del doge o sceglierà di rilanciare su altro.
Vi proponiamo "Tele...raccomando", la rubrica di Klaus Davi dedicata al piccolo schermo
CHI SALE (La guida indiana - Rete 4)
L'era dell'uomo iper sensibile, che non disdegna ritocchi eyeliner, fluido se non nei comportamenti quanto meno nella sua Weltanschauung, sembra, almeno televisivamente parlando, preistoria. I centri media segnalano che nell'ultimo anno il genere western “macho” ha ottenuto ottime medie d'ascolto sempre superiori al mezzo milione di telespettatori, basti pensare a Il grande Jake con John Wayne o Corvo rosso non avrai il mio scalpo con Robert Redford o i mitici “Spaghetti Western” di Sergio Leone.
Trend confermato a cavallo delle Feste e nel day time di martedì. Protagonista Rete 4 che ha trasmesso pilastri della cinematografia antiwoke. Ecco spiegati i buoni ascolti di La guida indiana, film del 1959. 550mila spettatori col 5% di share medio ma picchi di 600mila teste e del 6% nella seconda parte. Vero che rispetto a Lo chiamavano Trinità qui qualche messaggio inclusivo ci scappa, come l'amore tra il bianco e la ragazza pellerossa, tuttavia la profilazione è perfettamente in linea con la tradizione che vede il protagonista forte e impavido conquistare una donna molto attraente liberandola dai cattivi bruti e violenti.
Un dato: a trainare il fenomeno sono le donne (5.6% di share medio), zoccolo duro di Rete 4, stufe della soffocante retorica gender.
ROMA (ITALPRESS) – “La procura e le forze dell'ordine stanno indagando: ogni tanto qualche incidente può accadere, però avere una serie di eventi, in orari precisi e in giorni conseguenti, qualche dubbio l'ha fatto venire. Penso che ci sia materiale su cui le forze dell'ordine stanno ragionando e lavorando: sarebbe gravissimo che qualcuno, per fare battaglia politica e per attaccare il ministro Salvini danneggiasse la giornata a lavoratori, studenti, pendolari e turisti”. Lo ha detto il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, ospite a “Cinque minuti” su Raiuno.
“Sarà una coincidenza, però oggi che è il primo giorno dopo la presentazione dell'esposto non c'è stato nessun problema: il tasso di puntualità entro i 5 minuti dei treni regionali è stato del 92%”, ha sottolineato. “Io tutelo i 92mila lavoratori e lavoratrici di Ferrovie dello Stato che fanno il loro lavoro anche in condizioni difficili: è chiaro che quando hai il massimo storico di treni, un milione di passeggeri al giorno, il massimo storico di cantieri aperti da nord a sud per recuperare efficienza, qualche disagio ci può essere. Ma se c'è un problema il sabato, la domenica, il lunedì e il martedì, è chiaro che ai tecnici qualche dubbio è venuto ed è giusto indagare”, ha aggiunto. “Se volessi fare polemica politica come da 5 giorni sta facendo la sinistra potrei dire che il massimo storico di ritardi è stato quando erano ministri Toninelli e Delrio, ma non mi pagano lo stipendio per fare polemiche”, ha ribadito. “Sarebbe incredibile se qualcuno, per combattere una battaglia politica, rallentasse volontariamente alcuni treni. Non accetto che per fare battaglia politica o rivolta sociale qualcuno causi volontariamente ritardi, guasti e incendi delle cabine. Se così fosse, mi auguro che le forze dell'ordine lo dicano agli italiani il prima possibile”, ha concluso.
(ITALPRESS).
-Foto: Agenzia Fotogramma-
"È ora di ricominciare a discutere, sono due anni che siamo muti, bisogna organizzare programmi, mettersi insieme. Forse questo fa paura perché fino a ora è stato come sparare sulla Croce rossa, ora se si comincia a discutere comincia una dinamica politica che deve andare avanti in fretta perché tra due anni ci sono le elezioni". Romano Prodi a Piazzapulita lancia un messaggio alle opposizioni in vista dei due convegni centristi in programma sabato a Orvieto e Milano. Poi l'ex premier ha aggiunto: "L'importante è discutere. Io ho fatto l'Ulivo perché i riformismi potessero discutere e non ho intenzione di contribuire alla nascita di un partito cattolico, non è il momento della storia per questo. Ma finalmente si ricomincia a discutere, c'è tante gente che vuole partecipare".
Poi aggiunge: "Se dai convegni in programma sabato a Milano e poi ad Orvieto potrà nascere un partito cattolico che si allei con il Pd? Non lo so e non mi interessa. Io il mio l'ho fatto perchè i diversi riformismi lavorassero insieme. Non ho alcun interesse alla nascita di un partito cattolico. Ma è importante il fatto che finalmente si ricominci, c'è tanta gente che vuole partecipare. È ora di ricominciare a discutere. È due anni che siamo muti, bisogna riorganizzare i programmi".
Il finale del suo intervento è velenosissimo contro Giorgia Meloni, un'accusa pesante e infamante che certamente farà discutere: "Per avere detto che Meloni è obbediente ho avuto attacchi feroci. Io sono più di 15 anni che non faccio politica, non ho alcun potere e lei si scaglia con improperi del tutto fuori luogo. Perché se la deve prendere con uno che non ha potere, che non è nella sinistra e nella destra? Perché sono considerato ispiratore dell'opposizione? Se picchiano gli ispiratori siamo andati avanti con l'autoritarismo".
Prodi replica all'attacco di Meloni: "Sono 15 anni che non faccio politica e questa si scaglia con degli improperi del tutto fuori luogo. Perché deve prendersela con uno che dice soltanto le proprie opinioni?".#piazzapulita https://t.co/SBq3GLEEwU
— La7 (@La7tv) January 16, 2025
Ad Affari Tuoi va in scena la disastrosa partita di Pina. Nella puntata andata in onda questa sera, giovedì 16 gennaio, la concorrente stupisce Stefano De Martino e il dottore. Pacco su pacco fa fuori i blu e resta fino alla fine con ben tre pacchi rossi in gioco, tra cui quello da 200.000 euro.
Nel corso della partita, col vento in poppa, proprio Pina preferisce mollare sul campo le offerte del dottore, tra cui una generosissima di ben 75.000 euro. Un vero e proprio tesoro visto l'epilogo della partita. Infatti nel suo pacco c'erano proprio i 200.000 euro, ma la concorrente ha accettato i 45.000 euro offerti dal dottore prima degli ultimi quattro tiri.
E così sui social è scoppiata la bufera. Qualcuno sottolinea il silenzio del conduttore dopo l'apertura dell'ultimo pacco: "Silenzio assordante. Anche Stefano muto per un po' di secondi". Poi le critiche su Pina: "Sinceramente non capisco il senso di abbandonare un numero che comunque per lei aveva un forte significato...lo sentivo io che avrebbe avuto lì i 200k! Crederò pure molto a certi segni della vita ma io sarei andata comunque fino in fondo, piuttosto perdevo", tuona un altro telespettatore. E ancora: "Io basito dalla gente, è molto diverso rischiare una volta e con il podio intatto dal rischiare 2 volte e con solo un pacco altissimo e l'assegno che vale più del doppio del secondo premio in mano". La polemica non si spegne...
Roma, 16 dic (Adnkronos) - "L'importante è discutere. Io ho fatto l'Ulivo perchè i riformismi potessero discutere e non ho intenzione di contribuire alla nascita di un partito cattolico, non è il momento della storia per questo. Ma finalmente si ricomincia a discutere, c'è tante gente che vuole partecipare". Lo ha detto Romano Prodi, a Piazzapulita, a proposito dei due convegni dei centristi di sabato a Orvieto e Milano.
Roma, 16 dic (Adnkronos) - "E' ora di ricominciare a discutere, sono due anni che siamo muti, bisogna organizzare programmi, mettersi insieme. Forse questo fa paura perchè fino a ora è stato come sparare sulla Croce rossa, ora se si comincia a discutere comincia una dinamica politica che deve andare avanti in fretta perchè tra due anni ci sono le elezioni". Lo ha detto Romano Prodi a Piazzapulita, su La7, a proposito dei due convegni dei centristi in programma sabato a Orvieto e Milano.
Ad Affari Tuoi è andata in onda forse la puntata più pazza della stagione. Protagonista dell'appuntamento di giovedì 16 gennaio è Pina. I pacchi blu volano via praticamente tutti tranne uno. E così Pina, davanti agli occhi increduli di Stefano De Martino, di fatto accarezza il sogno di portarsi a casa 300.000 euro. E così ecco che comincia a rifiutare, pacco dopo pacco, le offerte del dottore. Una pesantissima da 75.000 euro viene triturata come se nulla fosse.
Ma quando mancano ormai quattro tiri alla fine, Pina, presa dalla paura e con tre pacchi rossi in gioco, di cui uno da 200.000 euro, accetta l'offerta da 45.000 euro. Bastano poi pochi secondi per scoprire che tra le mani teneva proprio il pacco con 200.000 euro. Come era inevitabile appena finita la puntata sui social, su X, si è scatenato l'inferno: "Se è vero che conoscono il valore dei soldi i 75mila li dovevano accettare all'istante e no continuare per poi cacarsi addosso e accettare i 45 mila. Per me giusto così cmq hanno portato a casa 45k ma la partita l'hanno sbagliata", tuona un telespettatore. C'è poi chi infierisce: "Quei 75k se li sogna per 75 anni adesso". Infine c'è chi esagera: "Ben ti sta! Troppe m... e non sai giocare".
Roma, 16 gen (Adnkronos) - "Per avere detto che Meloni è obbediente ho avuto attacchi feroci. Io sono più di 15 anni che non faccio politica, non ho alcun potere e lei si scaglia con improperi del tutto fuori luogo. Perchè se la deve prendere con uno che non ha potere, che non è nella sinistra e nella destra? Perchè sono considerato ispiratore dell'opposizione? Se picchiano gli ispiratori siamo andati avanti con l'autoritarismo". Lo ha detto Romano Prodi a Piazzapulita, su La7, tornando al botta e risposta di qualche mese fa con la premier.
Roma, 16 gen (Adnkronos) - "Musk nasce come super ministro, molti dicono che litigheranno ma sono del tutto complementari. Musk ha aiutato Trump nell'ascesa, Trump lo ha incoronato. Questa è la situazione". Lo ha detto Romano Prodi a Piazzapulita, su La7.
ROMA (ITALPRESS) – “Sia il presidente del Consiglio sia il ministro degli Esteri sia io abbiamo detto che ovunque scoppi la pace e serva un contingente italiano, il contingente ci sarà. Ci auguriamo che qua scoppi finalmente la pace e che possa arrivare un contingente internazionale, poi se sarà europeo, se sarà delle Nazioni Unite non sta a me dirlo, ma è un augurio che tutti ci facciamo. Quando c'è da lavorare per la pace, per consolidarla, l'Italia si è sempre trovata negli ultimi decenni in prima fila e lo sarebbe anche qua, visto che è una cosa che auspichiamo ormai da 3 anni come tutti e quest'anno sarebbe un anno positivo: è scoppiata la tregua in Libano, ieri la notizia di una tregua a Gaza, se anche ci fosse una tregua e un tavolo di pace per l'Ucraina saremmo tutti contenti”, Così il ministro della Difesa, Guido Crosetto, in un'intervista a Rainews24 a margine della visita a Kiev. Quanto alla posizione dell'Italia sulla fornitura di armi all'Ucriana, il ministro ha sottolineato che “l'Ucraina ha usato armi a media gittata per colpire dei luoghi da cui partivano gli attacchi all'Ucraina, non per attaccare la Russia. Fa parte di questa cosa drammatica che è la guerra, nella quale l'aggressore deve mettere in conto che l'aggredito reagisca, ed è quello che ha fatto l'Ucraina. La nostra linea non cambia, perchè è una linea che non decide il ministro della Difesa ma decide il Parlamento, la nostra Costituzione”.
(ITALPRESS).
-Foto: Agenzia Fotogramma-
Nuovi elementi sul caso Ramy. Un nuovo video relativo all'incidente in cui ha perso la vita Ramy, il 19enne egiziano morto durante un inseguimento a Milano. Al Tg5 sono state mostrate in anteprima alcune immagini di un video inedito ed esclusivo trasmesso poi nel corso della trasmissione Dritto e Rovescio su Rete4: si tratta di un video ripreso da una body cam dei carabinieri subito dopo l'incidente dello scooter su cui viaggiava Ramy, il 19enne egiziano morto durante un inseguimento a Milano.
Mentre un carabiniere cerca di rianimare Ramy, un altro agente soccorre l'amico, 22enne tunisino, che era alla guida del maxi scooter. Nei video si sente la voce di un carabiniere che dice: "Leva questo che non respiri'" e poi "stai giù, stai calmo, stai tranquillo, sta arrivando l'ambulanza".
A bordo dell'ambulanza i sanitari chiedono Fares Bouzidi, il giovane tunisino che era alla guida: ''Tu guidavi, ti ricordi cose è successo?'', e lui risponde: ''Mi hanno preso i carabinieri e mi hanno fatto cadere''. Poi alla domanda se sia stato sbalzato dice: ''Non mi ricordo niente''. Un altro sanitario gli chiede: ''Perché non ti sei fermato?'' e lui risponde: ''Perché non avevo la patente''.
A #DrittoeRovescio le nuove immagini esclusive sul caso Ramy che mostrano i primi momenti concitati dopo lo schianto dello scooter a bordo del quale viaggiava Ramy.
— Dritto e rovescio (@Drittorovescio_) January 16, 2025
Il video è ripreso da una bodycam dei Carabinieri intervenuti subito dopo l'inseguimento e l'incidente. pic.twitter.com/Pem3oW1XVl
A 4 di Sera parla uno degli agenti feriti negli scontri di piazza nello scorso weekend. Il poliziotto non usa giri di parole e davanti alla telecamera spiega i motivi per cui ha avuto paura: "Quando vedi una bomba carta che ti esplode vicino hai quasi un riflesso atavico per mettere in salvo la tua vita. Quella bomba carta ti toglie l'udito, toglie la visibilità e brucia ciò che incontra", spiega l'agente. Intanto altri indagati si aggiungo ai 30 già denunciati nei giorni scorsi dalla Digos della questura di Roma.
Ieri i carabinieri del nucleo informatico del comando provinciale di Roma hanno depositato, secondo quanto apprende l'agenzia LaPresse, un'altra informativa di reato, in procura a Roma, con altre 20 persone identificate che avrebbero preso ai disordini. Sono dunque oltre 50 in tutto gli denunciati, per gli scontri con le forze dell'ordine avvenuti sabato sera, nel quartiere romano di San Lorenzo, in occasione del corteo non autorizzato in memoria di Ramy Elgaml, il ragazzo di 19 anni morto a Milano il 24 novembre scorso, mentre era in sella ad uno scooter guidato da Fares Bouzidi, di 22 anni, durante un inseguimento con in carabinieri.
Gli investigatori del nucleo informativo hanno ricostruito tutte le fasi che hanno preceduto il lancio di bombe carta in piazza dei Sanniti. Poco prima infatti, era stato assaltato il vicino supermercato e un gruppo di manifestanti aveva provato ad 'attaccarè la stazione dei carabinieri poco distante. Danneggiamento beni dello Stato, lesioni e resistenza a pubblico ufficiale, ma ad alcuni degli organizzatori, se venisse provata la 'regià unica anche per gli stessi episodi avvenuti a Milano, Torino e Bologna, potrebbe configurarsi anche l'aggravante della finalità terroristica.
Esclusiva: parla l'agente ferito in Piazza
— 4 di sera (@4disera) January 16, 2025
Ci state seguendo?#4disera in diretta su #Rete4 e in streaming su Mediaset Infinity pic.twitter.com/9Czi31K0d7
Iga Swiatek è riuscita nell'impresa di eliminare Rebecca Sramkova dagli Australian Open e, allo stesso tempo, far infuriare tutto il pubblico di Melbourne. La numero due al mondo, nell'intervista post gara, è andata a toccare un argomento molto sensibile per i cittadini di Melbourne: il caffè.
Tra Melbourne e Sidney, infatti, c'è da sempre una rivalità tra chi offre il caffé più buono. E la Swiatek è caduta proprio nel tranello dell'intervistatrice. "So che sei una grande amante e bevitrice di caffè. Qual è l'ordine di caffè di Iga Swiatek e come si classifica il caffè di Melbourne con il resto del mondo? Fai attenzione a quello che dici qui", ha esclamato il giornalista. "Devo dire che a Sydney ho trovato caffetterie migliori", ha replicato la tennista.
Poi, però, ha provato a rimediare: "Ma no, no, no, ragazzi, il fatto è che per me non è facile addormentarmi, quindi durante uno Slam il mio livello di caffè deve essere un po' più basso, quindi lo bevo solo prima della partita, dunque non ho fatto le giuste ricerche – ha spiegato Iga in un contesto chiaramente non troppo serioso – Mi dispiace tanto per la mia risposta… Nel complesso, in Australia penso che sia difficile sbagliare il caffè, ogni caffetteria offre un'ottima qualità e il mio ordine sarà sempre un flat white con latte d'avena".
Iga Swiatek says she found better coffee shops in Sydney than in Melbourne…
— Bastien Fachan (@BastienFachan) January 16, 2025
...immediate LOUD boos from the crowd lmao pic.twitter.com/AG7wriiqsU
ROMA (ITALPRESS) – “La preoccupazione dev'essere uno dei principali fondamenti del lavoro che faccio. Devo dire che si fonda anche, non solo adesso, su questa vicenda della tragedia che ha riguardato il giovane Ramy, ma anche tutte le altre rivendicazioni che avevano preceduto un pò le manifestazioni di piazza degli scorsi mesi, dove al variare delle motivazioni si era registrato comunque una tendenza dei manifestanti a essere molto aggressivi soprattutto nei confronti delle forze di polizia. Quindi questo è sicuramente un elemento di preoccupazione”. Lo ha detto il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, ospite di “Dritto e Rovescio” su Retequattro.
I 273 agenti feriti nelle manifestazioni del 2024, per il ministro “sono numeri di un certo significato, soprattutto se messi in relazione al numero che riguarda la crescita complessiva di circa il 10% delle manifestazioni che si sono svolte nel 2024. Mi piace e mi consente di sottolineare che questo è un dato che contraddice anche alcune cose che si erano dette in passato, che questo Governo fosse in qualche modo portato a comprimere la libertà di manifestazione del pensiero. Noi segnaliamo invece una decrescita del numero in percentuale delle manifestazioni che fanno rilevare una certa criticità – ha concluso Piantedosi – Quindi vuol dire che a minore criticità si è registrato un aumento in percentuale di casi in cui si è visto le forze dell'ordine come obiettivo prioritario dei manifestanti”.
(ITALPRESS).
-Foto: Agenzia Fotogramma-
Sull'esposto presentato da Fs "stanno indagando la Procura, le Forze dell'Ordine, perché ogni tanto qualche incidente può accadere, però avere una serie di eventi negli orari precisi, in giorni conseguenti, qualche dubbio l'ha fatto venire e penso che ci sia materiale su cui le Forze dell'Ordine stanno ragionando e lavorando. Perché sarebbe gravissimo che qualcuno per fare battaglia politica, per attaccare il ministro Salvini, il segretario della Lega, danneggiasse la giornata di lavoratori, studenti, pendolari, turisti. Sarà una coincidenza".
Le parole del ministro delle Infrastrutture e Trasporti Matteo Salvini ospite di 5 Minuti su Rai 1 sono molto chiare. "Però oggi, che è il primo giorno dopo la presentazione dell'esposto e non c'è stato nessun problema. Il tasso di puntualità entro i 5 minuti dei treni regionali è stato del 92%. Quindi io tutelo i 92.000 lavoratori e lavoratrici di Ferrovie dello Stato che fanno il loro lavoro anche in condizioni a volte difficili".
Sempre Salvini, nello studio di Bruno Vespa, ha aggiunto: "Teniamo presente che oggi, ad esempio, mi sono fatto dare il dato aggiornato perché mi piace parlare di numeri: oggi sulla rete ferroviaria italiana hanno viaggiato 10.100 treni. Due anni fa erano 8.000, quindi è chiaro che quando hai il massimo storico di treni, hai un milione di passeggeri al giorno, hai il massimo storico di cantieri aperti dal Nord a Sud per recuperare efficienza, qualche disagio ci può essere. Ma se c'è un problema al sabato, la domenica, il lunedì e il martedì, è chiaro che ai tecnici qualche dubbio è venuto e se ci sono estranei sulle linee con corpi estranei è giusto indagare", ha aggiunto.
Danielle Collins ha litigato con tutti. La tennista ha sconfitto l'australiana Aiava nel grande Slam che si sta disputando a Melbourne. M, invece, di godersi la vittoria con stile e sobrietà, ha preferito vendicarsi contro il pubblico che ha sostenuto fino all'ultimo scambio la beniamina di casa.
La statunitense ha iniziato a mandare baci al pubblico. E poi si è lasciata andare a un durissimo sfogo. Come? Tirando in ballo persino il montepremi finale degli Australian Open. "Durante la partita pensavo, se sono qui, tanto vale che provi a prendere quel grosso, grasso stipendio - ha esclamato Danielle Collins -. Quindi una parte di questo assegno verrà a destinata ad una bella vacanza a cinque stelle come piace a noi. Grazie ragazzi. Grazie per essere venuti qui - ha aggiunto - e per averci sostenuto stasera. Vi amo". Com'era prevedibile, la provocazione della statunitense non è stata presa benissimo dal pubblico, che l'ha sommersa di fischi.
Danielle Collins to the crowd after beating Aiava at Australian Open
— The Tennis Letter (@TheTennisLetter) January 16, 2025
“During the match I was like, while I'm out here I might as well take that big fat paycheck.”
The crowd is booing.
It's all happening.
pic.twitter.com/b3pxejPHkc
Ma non finisce qui. La Collins si è sfogata anche durante la conferenza stampa post partita. "Ogni persona che ha comprato un biglietto per venire a disturbarmi deve sapere che questi soldi andranno tutti ai fondi di Danielle Collins. Forza!", ha detto la statunitense.
(Agenzia Vista) Usa, 16 gennaio 2025 "Non si sa mai chi si incontrerà nei corridoi della Casa Bianca", così il Presidente Biden sui social, presentando i suoi collaboratori alla Casa Bianca. Ig Fonte: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev
ROMA (ITALPRESS) – E' morto all'età di 78 anni il regista e sceneggiatore David Lynch. La notizia è riportata dalla rivista Variety che cita un post Facebook della famiglia: “”C'è un grande buco nel mondo ora che non è più con noi. Ma, come diceva lui, ‘Tieni d'occhio la ciambella e non il bucò”. Lynch rivelò nel 2024 che gli era stato diagnosticato un enfisema dopo una vita passata a fumare, e che probabilmente non sarebbe più stato in grado di uscire di casa per dirigere.
Nato a Missoula, nel Montana, il 20 gennaio del 1946, David Keith Lynch è stato uno dei registi tra i più acclamati, importanti e influenti del suo tempo. Con il suo stile visionario, Lynch aveva rivoluzionato il linguaggio del cinema e della televisione. Nei suoi lavori si fondono elementi di horror, film noir, giallo e surrealismo tessendo racconti non dissimili da quelli di Luis Buñuel, che procedevano con una logica impenetrabile. Nato come pittore, le sue opere sono esposte in musei e gallerie d'arte come il Museum of Modern Art di New York e la Pennsylvania Academy of the Fine Arts di Filadelfia. Successivamente entra nel mondo del cinema divenendo regista, sceneggiatore e produttore, spesso anche nel ruolo di montatore, scenografo, progettista del suono e attore nei suoi stessi film. Tra le pellicole più famose “The Elephant Man”, “Velluto blu” e “Mulholland Drive”, per le quali ricevette la nomination al Premio Oscar per la regia, e “Cuore selvaggio”. Lynch ha anche ricevutio il Leone d'oro alla carriera durante la 63ma Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia, per “Inland Empire – L'impero della mente” nella sezione fuori concorso. Nei primi anni Novanta fu la principale mente creativa della serie “I segreti di Twin Peaks”, divenuto un fenomeno culturale dall'enorme impatto mediatico. Nell'ottobre del 2019 venne premiato con l'Oscar alla carriera. Lynch è stato sposato quattro volte: con Peggy Lentz, da cui ha avuto una figlia, con Mary Fisk, dalla quale ha avuto un figlio, con Mary Sweeney, anche con lei ha avuto un figlio, e con Emily Stofle con la quale ha avuto una figlia.
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(Agenzia Vista) Kiev, 16 gennaio 2025 Il Ministro della Difesa Guido Crosetto incontra Zelensky durante la sua visita a Kiev. Simpatico siparietto tra i due (di diversa stazza): Zelensky gli dice "Sei un grandissimo Ministro", poi i due ridono. Fonte: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev
(Agenzia Vista) Kiev, 16 gennaio 2025 Il Ministro della Difesa Guido Crosetto incontra Zelensky durante la sua visita a Kiev. Fonte: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev
Jennifer Lopez torna sullo schermo nel film 'Inarrestabile', debutto alla regia di di William Goldenberg, già premiato con l'Oscar come montatore per 'Argo'. Disponibile su Prime Video, la pellicola racconta la vera storia di Anthony Robles: un lottatore diventato campione con una sola gamba. JLo interpreta la mamma, Judy. "Quando ho letto il copione ho capito che molte donne avrebbero potuto identificarsi nel mio personaggio", dice l'attrice e cantante nell'intervista all'Adnkronos. Per la cantante di 'Let's get Loud' è molto più di una storia sullo sport. Questo film mostra come la vita sia una lotta costante contro qualcuno o qualcosa: "Sei sempre tu contro te stesso e non contro una persona. Sei sempre tu contro i tuoi pensieri o le tue convinzioni limitanti. Solo superando tutto questo, possiamo capire che ognuno di noi può fare tutto ciò che vuole". E la storia di Anthony ne è l'esempio.
Roma, 16 gen (Adnkronos) - "Oggi questo primo sì alla separazione delle carriere tra magistrati requirenti e giudicanti segna un passaggio storico nel percorso di riforma della giustizia che il governo di centrodestra sta finalmente portando a termine". Lo ha detto a Pietro Pittalis, deputato di Forza Italia e vicepresidente della commissione Giustizia della Camera, a RadioRadio.
"È un risultato reso possibile dall'unità della maggioranza e dal ruolo determinante di Forza Italia, con il contributo fondamentale del nostro segretario Antonio Tajani. Questa riforma è parte del programma con cui il centrodestra si è presentato alle elezioni ed è stata votata dagli italiani, ai quali soltanto dobbiamo rispondere -ha aggiunto-. Ma soprattutto, dà seguito a una battaglia storica del nostro presidente fondatore Silvio Berlusconi, che fino all'ultimo giorno ha lottato per una giustizia giusta, a tutela dei cittadini e del giusto processo".
"Vogliamo garantire un equilibrio tra accusa e difesa, ponendoli sullo stesso piano e restituendo al giudice la terzietà che gli compete ma come sempre, ogni riforma della giustizia viene osteggiata dall'Associazione Nazionale Magistrati, un sindacato che difende i propri interessi, che spesso si chiude in una logica autoreferenziale e di autoconservazione. Per troppo tempo è sembrato che le leggi le scrivesse la magistratura, anziché la politica. Oggi la politica si è ripresa il proprio ruolo: le leggi le scrive il Parlamento, la magistratura le applica e i cittadini le osservano", ha concluso Pittalis.
Negli ultimi anni, il tema del lavoro giovanile è diventato centrale nel dibattito pubblico e privato, sia a livello nazionale che internazionale. In Italia, dove il tasso di disoccupazione giovanile è spesso tra i più alti d'Europa, il ruolo dei giovani nel mercato del lavoro assume un'importanza cruciale. Secondo i dati ISTAT, il tasso di disoccupazione tra i giovani di età compresa tra i 15 e i 24 anni si attesta intorno al 23%, una cifra che evidenzia la necessità di politiche e iniziative capaci di valorizzare il talento delle nuove generazioni. In questo contesto, il coinvolgimento dei giovani nel mondo del lavoro non è soltanto una questione economica, ma anche culturale. Offrire opportunità a professionisti emergenti significa investire in idee fresche, nuove prospettive e una maggiore capacità di innovazione.
Tuttavia, molte aziende restano ancorate a modelli tradizionali, privilegiando l'esperienza pregressa rispetto alla creatività e alla dinamicità tipiche dei giovani. Tra gli imprenditori che stanno cercando di invertire questa tendenza spicca Francesco Iannotta, nato il 3 luglio 1994, un giovane che ha fatto del coinvolgimento delle nuove generazioni il cuore della sua visione imprenditoriale. Con una carriera iniziata nel settore delle vendite porta a porta, Iannotta ha acquisito sul campo competenze fondamentali come la capacità di ascolto, la resilienza e la comprensione delle necessità dei clienti. Oggi è alla guida di due realtà aziendali: “Sistemi & Sinergie srl”, una società di consulenza che supporta le imprese nell'ottimizzazione dei processi aziendali, e una dinamica impresa di pulizie che punta su sostenibilità e qualità. Ciò che distingue queste realtà è l'approccio inclusivo verso i giovani, che rappresentano la totalità del team di lavoro. Secondo Francesco, i giovani non sono solo una risorsa, ma una leva fondamentale per il cambiamento: “Credo fermamente che i giovani abbiano la capacità di innovare e migliorare il nostro paese. Le loro idee e la loro energia possono essere determinanti per affrontare le sfide del futuro.” Questa filosofia si traduce in un ambiente lavorativo in cui ogni voce conta e le idee vengono valorizzate, creando un ecosistema in cui innovazione e collaborazione prosperano. “Sistemi & Sinergie srl” offre servizi di consulenza strategica rivolti a una vasta gamma di clienti, focalizzandosi sull'adozione di soluzioni innovative. L'approccio del team, composto esclusivamente da giovani professionisti, consente di affrontare le sfide aziendali con prospettive nuove e dinamiche. Questa sinergia tra creatività e competenze tecniche si traduce in risultati concreti per i clienti.
Parallelamente, la società di pulizie di Iannotta si distingue per l'attenzione alla sostenibilità. In un mercato sempre più orientato verso pratiche ecologiche, l'azienda punta su prodotti e processi rispettosi dell'ambiente, dimostrando che è possibile coniugare efficienza operativa e responsabilità ambientale. La storia di Francesco Iannotta è un esempio di come i giovani possano essere protagonisti del cambiamento quando vengono valorizzati e supportati. In un paese dove la disoccupazione giovanile resta una sfida, iniziative come la sua rappresentano una speranza concreta per un futuro migliore. L'esperienza di Iannotta evidenzia quanto sia importante investire nei giovani, non solo come forza lavoro, ma anche come portatori di idee e innovazione. In un'epoca in cui il mondo del lavoro richiede sempre più flessibilità e capacità di adattamento, l'approccio inclusivo e lungimirante di imprenditori come Francesco può fare la differenza. Il suo impegno non è solo un modello da seguire, ma un invito a costruire un mercato del lavoro più giusto e sostenibile per tutti.
Rafforzare la sicurezza energetica dell'Italia attraverso la transizione green: è questo l'obiettivo ambizioso ma realistico che il Governo Meloni sta perseguendo con un'agenda strutturata e una chiara visione politica. L'Italia si muove come Sistema-Paese e lo fa attraverso la diplomazia economica, rafforzando la cooperazione tra pubblico e privato.
Se si riavvolge il nastro e si mettono in fila i passi politico-diplomatici compiuti nei mesi passati — il Piano Mattei, il G7 di Borgo Egnazia e la visita di Abu Dhabi di ieri, per citare solo alcuni esempi — emerge chiaramente uno schema organico, in cui spicca la stessa prospettiva: riaffermare la centralità del nostro Paese per proiettarlo nello scenario globale con un ruolo da protagonista.
L'“Abu Dhabi Sustainability Week 2025,” che da oltre quindici anni promuove l'interazione tra Paesi e i principali player locali nel campo dello sviluppo sostenibile, è stata l'occasione per ribadire che la linea tracciata è quella da seguire. Pragmatismo è la parola d'ordine, e l'intervento della premier Giorgia Meloni — alla presenza, tra gli altri, del presidente degli Emirati Arabi Uniti Mohamed bin Zayed Al Nahyan e del primo ministro albanese Edi Rama — è apparso come un manifesto dell'azione internazionale del suo esecutivo. Esempi concreti di questa lunga ed elaborata tela di relazioni politiche ed economiche sono stati gli incontri bilaterali e privati a margine. Meloni e bin Zayed Al Nahyan si sono incontrati al mattino e hanno poi cenato insieme in uno degli otto ristoranti del grande hotel Emirates Palace Mandarin.
La premier ha siglato un quadro di partenariato strategico tripartito tra Emirati Arabi Uniti, Italia e Albania, mirato a rafforzare la collaborazione transfrontaliera nell'energia pulita. Le rinnovabili possono essere prodotte, infatti, in luoghi anche lontani dal territorio nazionale, per poi essere trasportate a beneficio di aree geografiche diverse, con la collaborazione di più attori. La transizione verde non è quindi solo una necessità economica e ambientale, ma a tutti gli effetti un “contenuto geopolitico” e uno strumento necessario per creare legami di collaborazione tra Paesi che, come afferma la Premier, “possono sembrare lontani, almeno geograficamente” e che invece “l'energia” rende vicini e amici.
L'accordo, firmato per il governo italiano dal Ministro dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin, pone le basi per realizzare diversi progetti di energia rinnovabile in Albania, soprattutto nel settore fotovoltaico, eolico e di storage.
Ad accompagnare il Presidente del Consiglio c'era una folta delegazione italiana, composta dai ministri Gilberto Pichetto Fratin, Francesco Lollobrigida e dal consigliere diplomatico del Presidente del Consiglio, Francesco Saggio. Presenti anche i vertici di Enel, con l'Amministratore Delegato Flavio Cattaneo e Nicolò Mardegan, Direttore delle Relazioni Esterne. La presenza del Gruppo, unico grande player italiano, conferma il ruolo del colosso energetico nelle relazioni internazionali del Paese nelle diverse geografie in cui opera.
Vale la pena ricordare che, con Masdar, Enel ha perfezionato lo scorso dicembre una partnership industriale a lungo termine da 1,7 miliardi di euro per lo sviluppo di energie rinnovabili in Spagna attraverso Endesa, società controllata da Enel. E chissà che in futuro non possano nascere altre collaborazioni tra questi due player così strategici, sempre nel campo dell'energia.
(Agenzia Vista) Roma, 16 gennaio 2025 Ecco il video appello ai giudici della Consulta fatto dalle associazioni di "italiani senza cittadinanza" in vista della pronuncia di lunedì sull'ammissibilità del quesito. Fonte: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev
“È con grande dispiacere che noi, la sua famiglia, annunciamo la scomparsa dell'uomo e dell'artista, David Lynch. Apprezzeremmo un po' di privacy in questo momento. C'è un grande buco nel mondo ora che lui non è più con noi. Ma, come avrebbe detto lui, ‘tenete gli occhi sulla ciambella e non sul buco'. È una bella giornata con un sole dorato e un cielo azzurro".
La pagina ufficiale Facebook di David Lynch ha dato la notizia della morte del grande regista, ricordato per aver portato in scena film del calibro di Velluto Blu e Mulholland Drive. E, soprattutto, la serie tv he ha cambiato per sempre la storia della televisione: Twin Peaks. Lynch è stato uno dei capostipiti del genere noir. E, con la sua morte, il cinema perde uno dei maggiori interpreti.
Solamente lo scorso anno, David Lynch aveva comunicato ai suoi fan di aver ricevuto una diagnosi di enfisema dopo una vita passata a fumare e che probabilmente non sarebbe più stato in grado di uscire di casa per dirigere altri film. Il suo cinema si è districato tra i generi horror, noir, giallo e surrealismo classico europeo. Il regista tesseva storie, nel solco tracciato dal suo predecessore spagnolo Luis Bunuel, che procedevano con una loro logica impenetrabile.
Roma, 16 gen (Adnkronos) - "Aderisco volentieri all'appello che il Ministro degli Esteri Antonio Tajani ha formulato chiedendo riservatezza mentre sono in corso le necessarie interlocuzioni con le Autorità venezuelane per la liberazione del nostro cooperante, Alberto Trentini". Lo dice Pier Ferdinando Casini.
"Mi sento però in dovere di ricordare pubblicamente che vi sono altri detenuti con passaporto italiano, come Americo de Grazia, del quale il nostro Parlamento ha più volte sollecitato la liberazione. Sono certo che la Farnesina e le Autorità italiane terranno nella massima considerazione tutti i nostri connazionali che vivono ingiuste situazioni di privazione della propria libertà", aggiunge Casini.
Giovedì 16 gennaio è andata in onda una nuova puntata de L'Eredità, il game show di Rai 1 condotto da Marco Liorni. "Buonasera Italia, accendiamo i motori", ha esclamato il presentatore, che ha colto l'occasione per salutare Veronica, la neo campionessa. Con lei, hanno giocato come concorrenti Abdullah da Brescia, Sara da Roma, Antonio da Avellino, Valeria da Bari, Alessia e Bianca. Quest'ultima ha svelato un dettaglio curioso riguardo alla sua famiglia. Le sue figlie, infatti, ogni volta che finisce una puntata le chiedono se le professoresse sono davvero così belle.
Alla fine, l'unica concorrente che è riuscita ad arrivare fino alla Ghigliottina è stata proprio Bianca. La giovane, per portarsi a casa la bellezza di 95mila euro doveva trovare una parola che quadrasse con "Andare", "Piatto", "Pettine", "Martello" e "Ridotto". Bianca, però, non è convinta della sua scelta. La concorrente, infatti, ha provato ad azzardare "Bianco". Ma la risposta esatta era: "Osso".
Intanto sui social, tanti telespettatori avevano provato ad azzeccare la risposta giusta per questa Ghigliottina. C'è chi ha optato per "Fondo" e chi, invece, per "Tavola". Tutte le risposte, però, si sono rivelate errate. Ma più che del gioco in sé, il dibattito si è incentrato su una delle due professoresse de L'Eredità. "Linda la professoressa de L'Eredità sei la persona al fianco della quale voglio risvegliarmi per il resto della vita: bionda, occhi azzurri, veneta e con una marcata antipatia per Marco Liorni, ho i dm aperti", ha scritto su X Mattia.
Linda la professoressa de l'eredità sei la persona al fianco della quale voglio risvegliarmi per il resto della vita: bionda, occhi azzurri, veneta e con una marcata antipatia per Marco Liorni, ho i dm aperti
— matiə (@matiofubol) January 16, 2025
Bruxelles, 16 gen. (askanews) - Il contributo italiano alla Nato è "estremamente importante per l'Alleanza e in alcuni casi unico nel suo genere", "anche se non fa notizia tutti i giorni". Lo ha detto Chris Cavoli, comandante supremo Usa in Europa e Comandante Supremo Alleato in Europa (Saceur) rispondendo a una domanda di askanews presso il quartier generale della Nato alla fine della due giorni di riunioni del Comitato Militare dell'Alleanza, e alla vigilia del passaggio di consegne della presidenza del Comitato Militare dall'attuale leadership dell'ammiraglio Rob Bauer a un altro ammiraglio, l'italiano Giuseppe Cavo Dragone. Ed ecco la risposta del generale Cavoli:
"Innanzitutto - afferma - i contributi dell'Italia sono estremamente importanti per l'Alleanza e in alcuni casi sono unici nel loro genere. In primo luogo l'Italia si è rapidamente spostata in prima linea per stabilire come nazione quadro il brigade-sized battle group in Bulgaria. L'Italia ha stabilito la struttura per un gruppo di battaglia delle dimensioni di una brigata in Bulgaria, ha schierato soldati in Bulgaria in cooperazione con altre nazioni NATO per quasi due anni. L'Italia ha già organizzato un'esercitazione per aumentare quella forza fino al livello di brigata e ne siamo molto grati e sono sicuro che anche la Bulgaria lo sia. In secondo luogo, l'Italia ha continuato a contribuire alla polizia aerea, soprattutto nell'area dei Balcani, e in alcuni casi ha effettivamente fornito la maggior parte della polizia aerea per altre nazioni all'interno dell'alleanza. A questo proposito, è molto utile che l'Italia sia passata rapidamente agli aerei di quinta generazione, in questo caso l'F-35, e quindi sia in grado di condurre queste missioni di polizia aerea con capacità militare all'avanguardia e ne siamo grati. Nel dominio marittimo, l'Italia, ovviamente, data la sua posizione geografica e le sue attività storiche nel Mar Mediterraneo, contribuisce significativamente a tutte le nostre operazioni marittime e operazioni nel Mediterraneo. I relativi esempi sarebbero troppo numerosi perché io li possa anche solo elencare. Ma infine, vorrei richiamare l'attenzione in modo particolare sull'Italia che si è offerta volontaria per essere la prima nazione ad assumere e portare a piena capacità operativa la Allied Reaction Force. È una nuova forza che è stata concepita come la mia forza di supporto, la mia forza 'in waiting' per gestire operazioni fuori area, imprevisti che non rientrano nei piani regionali o anche per aggiungere rinforzi in luoghi specifici ai piani regionali. L'Italia, sotto il NATO Rapid Deployment Corps situato a Solbiate Olona vicino a Milano e sotto il comando di Lorenzo D'Addario, del generale D'Addario, ha svolto un lavoro assolutamente spettacolare nel riunire le nazioni e creare un'unità reattiva rapidamente dispiegabile che ha già dimostrato il suo valore nelle esercitazioni nei Balcani e continuerà presto a farlo in altri luoghi. Quindi i contributi dell'Italia, come di molti dei nostri alleati, sono significativi anche se non fanno notizia tutti i giorni".
Servizio di Cristina Giuliano
Montaggio askanews
Immagini Nato
Foto Cavo Dragone: Ministero della Difesa della Repubblica Italiana
Roma, 16 gen (Adnkronos) - "L'audizione di oggi del commissario Arcuri in commissione di inchiesta Covid mi lascia perplessa: non si è potuto approfondire facendo domande, e questo non ha permesso di avere un panorama complessivo". Lo ha detto la senatrice di Italia viva Raffaella Paita, componente della commissione di inchiesta sull'emergenza Covid, al termine dell'audizione di Arcuri.
"Ci sono tanti punti e dubbi che vorremmo fossero chiariti, per essere più precisi nella ricostruzione della vicenda delle mascherine, ma non solo. Non si possono aspettare tempi lunghi, bisogna arrivare alla verità al più presto possibile", aggiunge Paita.
Roma, 16 gen (Adnkronos) - "Lo Stato italiano, in ragione di una sentenza del Tribunale di Roma, deve risarcire con oltre 203 milioni di euro un'azienda, la Jc Electronics, per l'annullamento ritenuto illegittimo di una consistente commessa di mascherine. Quest'oggi l'allora commissario della struttura emergenziale Covid, Domenico Arcuri, è stato convocato in commissione parlamentare per chiarire la sua posizione, eppure non ha fatto altro che minimizzare, denigrare altri auditi, sindacare sull'operato di società private anziché, come doveva, rendere conto di ciò che ha fatto o omesso di fare la struttura commissariale da lui gestita". Lo dicono i parlamentari di Fratelli d'Italia componenti della commissione parlamentare d'inchiesta sulla gestione dell'emergenza Covid.
"Non ha sciolto alcuno dei nodi relativi alla maxicommessa per 1,2 miliardi di euro di mascherine, glissando gli elementi centrali della vicenda. Nella prossima seduta dovrà rispondere alle nostre domande, perché per Fratelli d'Italia è doveroso verso i cittadini italiani ricercare la verità su quella stagione costellata di troppe ombre", concludono gli esponenti di FdI.
Washington, 16 gen. (askanews) - Il segretario di Stato americano Antony Blinken si è detto "fiducioso" che l'accordo annunciato ieri in serata fra Israele e Hamas per un cessate-il-fuoco nella Striscia di Gaza entri in vigore come previsto domenica. Blinken ha parlato in conferenza stampa a Washington. "Sì, sono fiducioso - ha detto - e mi aspetto pienamente che l'attuazione abbia inizio, come abbiamo detto, domenica. Non è esattamente sorprendente che in un processo, in un negoziato che è stato così impegnativo e così difficile, ci possa essere qualche cosa in sospeso. La stiamo risolvendo in questo momento".
Sul caso Ramy, il 19enne morto a Milano mentre fuggiva a un controllo dei carabinieri, "giudicherà l'autorità giudiziaria. I Carabinieri hanno consegnato tutti i video, altri valuteranno quello che è successo. Io ho difficoltà a concepire un inseguimento, modalità operativa che è consentita e in certi casi prescritta alle forze dell'ordine, che si possa svolgere senza inseguimento. Si deve mettere al primo posto il fatto che non ci si sia fermati all'alt. Il primo fattore che può evitare la condizione di pericolo per sè stessi e per gli operatori è fermarsi all'alt". Così il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, al programma Dritto e rovescio in onda stasera, giovedì 16 gennaio, su Rete 4. Tra le righe il titolare del Viminale risponde anche al sindaco di Milano Beppe Sala che oggi ha attaccato i carabinieri: "Ci sono i carabinieri che sbagliano e c'è il grosso di carabinieri che fa le cose giuste. Lì hanno sbagliato, hanno fatto un inseguimento notturno di venti minuti e, in ogni caso, le parole di quel video sono inaccettabili", ha affermato il primo cittadino.
Sul caso degli abusi in questura a Brescia denunciati da manifestanti, le perquisizioni, prosegue Piantedosi, sono state svolte "in piena regolarità: mi dispiace comunque se qualcuno si è sentito offeso", spiega il ministro dell'Interno. "Ho condiviso - aggiunge - con il capo della Polizia il pensiero che noi dobbiamo rafforzare l'indicazione agli operatori che queste pratiche, che hanno una loro sensibilità, siano caratterizzate da una proporzionalità ed adeguatezza agli scenari che si presentano".
Sulla vicenda, informa il ministro, "ho chiesto una relazione che mi è stata consegnata. Al di là di come è stata rappresentata e dell'impressione che può fare, si tratta di una pratica operativa che in determinate circostanze è consentita e anche prescritta. Non è altro che una variante delle pratiche di perquisizione, che peraltro vengono fatte da personale femminile sulle donne. Se qualcuno si è sentito offeso sono il primo a esserne rammaricato e dispiaciuto". Ma tutto, sottolinea, "si è svolto nella piena regolarità. Tutto parte dal fatto che se uno si presta all'operazione richiesta non fa sì che ci siano perquisizioni forzate. Non era comunque intenzione degli operatori ledere sensibilità".
(Agenzia Vista) Roma, 16 gennaio 2025 Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ricevuto al Quirinale Michele Placido e il cast del film “Eterno visionario”, in occasione delle celebrazioni per il 90esimo anniversario del Premio Nobel per la letteratura a Luigi Pirandello. Nel film, uscito al cinema lo scorso novembre, si racconta l'uomo Pirandello, oltre allo scrittore, i suoi tormenti, la sua umanità e il rapporto con la famiglia. Oltre al regista Placido, erano presenti la produttrice Federica Luna Vincenti, il protagonista Fabrizio Bentivoglio e alcuni familiari di Pirandello, Giovanna Carlino, Silvio Pirandello, Stefano Pirandello e Matteo D'Amico. Quirinale Fonte: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev
Kiev, 16 gen. (askanews) - Il ministro della Difesa Guido Crosetto al termine della sua visita ufficiale in Ucraina ha incontrato il presidente Volodymyr Zelensky. Un incontro durante il quale Crosetto ha ribadito l'impegno dell'Italia negli aiuti militari a Kiev, mentre la prossima settimana verrà approvato l'undicesimo pacchetto di aiuti del Governo. "Questo è il momento per aumentare gli
aiuti, questo è il momento più importante degli ultimi tre anni", ha detto il ministro.
Crosetto ha inoltre spiegato che il pacchetto di aiuti per l'Ucraina "è secretato". "Abbiamo aiutato il popolo ucraino - ha sottolineato il ministro da Kiev al termine dell'incontro con Zelensky - a difendere la propria libertà, a difendere le proprie infrastrutture. Molto spesso i nostri aiuti sono stati confusi come aiuti per attaccare la Russia: i nostri sono stati aiuti che hanno consentito a questo popolo di salvare magari una scuola, un ospedale, un'infrastruttura critica. Questa è una nazione dove per molte ore al giorno non c'è l'elettricità, è una nazione nella quale ci sono persone che non possono più andare a scuola, ospedali distrutti. Abbiamo contribuito ad alleviare queste sofferenze - ha aggiunto - che è facile vivere dal salotto di casa in Italia, criticando gli aiuti, è molto più difficile vivere quando si lotta per la propria libertà, per la propria indipendenza e ci si sente abbandonati dal mondo".
Nuovo arresto a Roma per Ana Zahirovic, trentunenne croata madre di dieci figli, nota come 'Lady scippo', già condannata a una pena complessiva a 30 anni per quasi 150 tra furti e scippi compiuti in vent'anni tra Roma, Milano e altre città, e sempre tornata libera per le sue gravidanze. Ieri i carabinieri della stazione San Lorenzo in Lucina, mentre erano in servizio in borghese nel centro storico, hanno riconosciuto la donna e dopo averla pedinata per diversi minuti l'hanno sorpresa a piazza Navona mentre sfilava il portafogli dalla tasca di una passante, giornalista argentina in pensione.
I militari dell'Arma l'hanno subito bloccata e arrestata per furto. La donna, nuovamente incinta di tre mesi, questa mattina è comparsa in tribunale a piazzale Clodio. Il giudice, dopo aver convalidato l'arresto, ha disposto nei suoi confronti l'obbligo quotidiano di presentazione alla polizia giudiziaria e non gli arresti domiciliari come sollecitato dalla procura. La 31enne al termine dell'udienza di convalida ha patteggiato una pena di 8 mesi con 200 euro di multa.
''Vedo numerose condanne'' ha detto il giudice leggendo il casellario giudiziario della 31enne, che già lo scorso agosto era stata arrestata dai carabinieri e dopo pochi giorni era tornata libera perché neomamma di un figlio, il decimo, di pochi mesi. Durante i controlli di ieri nella Capitale, i carabinieri hanno compiuto anche altri arresti di borseggiatori fra stazioni metro ed esercizi commerciali.
Non c'è pace per Nick Kyrgios. Il 29enne, dopo l'eliminazione al primo turno del singolare, saluta anche il doppio. In questo modo è definitivamente fuori dagli Australian Open, mentre la sua nemesi Jannik Sinner viaggia a gonfie vele. Ma - va detto - questa volta non è colpa sua. Il suo compagno di squadra e amico Thanasi Kokkinakis si è infortunato nel match contro James Duckworth e Aleksandar Vukic, valevole per il primo turno del grande Slam.
Nonostante avesse aizzato il pubblico di Melbourn contro il numero uno al mondo, Nick Kyrgios è stato sconfitto, umiliato e rimesso al proprio posto. È vero, rientrava da un brutto infortunio e sicuramente esordire in un grande Slam non è semplice. Ma Kyrgios, finora, ha dimostrato di essere più bravo in qualità di opinionista - quando non spara a zero su Sinner -, piuttosto che quando è chiamato a dare risposte sul campo.
Intanto Jannik Sinner prosegue senza intoppi il suo cammino nell'Australian Open. L'azzurro ha superato in quattro set il padrone di casa Schoolkate. "Ero preparato al tennis di Schoolkate, ma ha giocato molto bene. Capita in ogni torneo - ha spiegato l'azzurro -, tutti i turni sono difficili e devi essere sempre presente. Non dò le cose per scontate, devo ragionare così anche nel prossimo turno. Posso migliorare, ho avuto difficoltà con il vento ma anche l'onore di giocare alla 'Rod Laver Arena' in sessione serale - ha aggiunto - e comunque sempre meglio qui che sui campi laterali, ancora più esposti" "All'inizio lui ha giocato bene, molto meglio di me. C'è stata una grande atmosfera del pubblico, sono felice della mia prestazione - ha proseguito l'azzurro - e di essere arrivato al terzo turno, vediamo cosa succederà".
Joao Fonseca è l'astro nascente del tennis mondiale. Il giovane brasiliano ha sconfitto agli Australian Open Andrey Rublev. Salvo poi uscire al secondo turno contro il nostro Lorenzo Sonego. Ma il verdeoro ha appena 18 anni. E a Melbourne ha affrontato il suo primo grande slam della sua carriera sportiva. Di talento ne ha tanto. Ma anche di carisma, dato che tutto il settore si è diviso tra chi già lo inserisce tra Jannik Sinner e Carlo Alcaraz e chi, invece, ritiene che si debba aspettare ancora un po' di tempo per giudicarlo.
Sui social, però, è partita la discussione su Fonseca. "Legittimo possa piacere, legittimo possa non piacere, legittimo credere sia stato esaltato troppo, legittimo pensare di no, ma a 18 anni è già così divisivo, così carismatico e soprattutto così forte. Il tempo parlerà, ma grazie Joao per l'intrattenimento", ha scritto un utente su X. Il tweet, però, ha scatenato l'ira funesta di Paolo Bertolucci.
"Se non piace un ragazzo con queste qualità e con questa tecnica …. Cambia sport!", ha commentato l'ex leggenda del tennis azzurro. Ma Bertolucci, forse, non ha compreso a fonda il significato del tweet dell'utente. Il suo, infatti, non un messaggio di critica verso Fonseca. Tutt'altro: voleva mettere nero su bianco la portata mediatica del giovane 18enne.
Se non piace un ragazzo con queste qualità e con questa tecnica …. Cambia sport!
— paolo bertolucci (@paolobertolucci) January 16, 2025
È durato meno del previsto il periodo di gloria di Joao Fonseca. È vero, ha solo 18 anni ed era la prima volta che si metteva in gioco in un grande Slam. Ma dopo la vittoria contro Andrey Rublev - numero 10 del ranking mondiale -, tutti avevano pensato alla nascita di una nuova stella. E probabilmente è davvero così, soprattutto perché gli attestati di stima sono arrivati anche da autorevoli colleghi del calibro di Carlos Alcaraz. Ma il brasiliano si è dovuto arrendere al secondo turno degli Australian Open. Il nostro Lorenzo Sonego ha avuto la meglio.
Oltre ad aver mostrato al pubblico australiano una bella lezione di tennis, Sonego ha sfoggiato anche un tocco di classe. Come? L'azzurro, dopo aver annientato Fonseca, prima ha scambiato un saluto cordiale con lo sconfitto, che ha consolato a più riprese. Inoltre al momento dell'uscita di scena dell'avversario, Sonny si è alzato in piedi unendosi nell'applauso dei tifosi.
Sonego, prima di abbandonare il campo, si è quasi voluto scusare con gli spettatori di fede brasiliana, accorsi in massa per seguire il loro beniamino. Mani giunte in direzione degli spalti, a fotografare il dispiacere per aver regalato ai verdeoro una delusione. Tutto ricambiato dagli applausi dei tifosi che hanno riconosciuto il suo valore.
SONEGO SHINES ✨
— #AusOpen (@AustralianOpen) January 16, 2025
Lorenzo Sonego outlasts Joao Fonseca in a five-set thriller to advance to the third round! @wwos • @espn • @eurosport • @wowowtennis • #AusOpen • #AO2025 pic.twitter.com/zu2jDZ4hNf
John McEnroe ha messo alle corde Jannik Sinner. No, non su un campo da gioco. Ma in un'intervista, dopo il match vinto dal numero uno al mondo contro l'australiano Schoolkate. Una volta archiviate le classiche domande di rito, l'ex leggenda del tennis è passato al piatto forte. "Sono abbastanza emotivo, e ho visto che anche gli italiani lo sono. Tu però riesci a controllarti molto, voglio sapere come ci riesci", ha chiesto McEnroe.
Sinner, però, non si è scomposto: "Beh, possiamo dire che siamo un po' diversi io e te". A quel punto, l'ex leggenda ha capito che era arrivato il momento di fermarsi. Così ha preferito alleggerire il clima: "Questo dimostra che ognuno è diverso, e ha la propria mentalità. Io ho la mia. Meglio fermarsi qui".
"Per me è una sensazione diversa - ha proseguito Sinner -. Ho vissuto così tanti bei momenti dentro e fuori dal campo qui, in questo posto meraviglioso. Lo prendo come un'opportunità per sperare di farlo di nuovo. Ma c'è ancora molta strada da fare. Andiamo avanti giorno per giorno. Vedendo il mio livello oggi, sappiamo che posso migliorare. Spero di poterlo dimostrare nel prossimo turno - ha concluso - e che sarà di nuovo un grande torneo per me".
meets @JohnMcEnroe asking for tips to control his emotions?! You cannot be serious! #AO2025 • @janniksin pic.twitter.com/vELR0lS7OX
— #AusOpen (@AustralianOpen) January 16, 2025
(Agenzia Vista) Roma, 16 gennaio 2025 "La presunta protesta del segretario di Stato Usa Blinken contro l'Italia in merito alla liberazione di Abedini è una notizia totalmente infondata. Ho parlato io con Blinken durante la riunione del Quintetto prima della missione in Siria e Libano. È priva di fondamento, così come altre ricostruzioni in merito a interventi di altri soggetti privati, smentite anche da coloro che sono stati chiamati in causa". Lo dice il ministro degli Esteri Antonio Tajani dopo l'incontro con l'omologo tunisino alla Farnesina. Fonte: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev
Esplosione in una fabbrica di recupero batterie a Trissino, in provincia di Vicenza. Sul posto sono subito intervenuti i vigili del fuoco, al lavoro per domare le fiamme. Il rogo sarebbe partito da un deposito e in pochissimi istanti ci sono state decine di esplosioni. Da quanto si apprende, nessuna persona sarebbe rimasta ferita o intossicata nell'incendio. Nel frattempo, sulla zona si è sollevata una densa colonna di fumo nero visibile a chilometri di distanza. E la ditta è stata evacuata, così come le aziende vicine. Il Comune di Trissino, invece, ha invitato i cittadini a chiudere le finestre e a non uscire di casa. A seguire il caso anche il presidente del Veneto, Luca Zaia, che ha postato il video del rogo su Instagram.
Ancora da accertare i motivi dietro l'incendio. Sul posto hanno lavorato decine di vigili del fuoco arrivati da Vicenza, Arzignano. Poi sono giunti in zona anche i carabinieri, la polizia locale e i tecnici dell'Arpav per i campionamenti dell'aria. Presente nel corso delle operazioni pure il sindaco di Trissino, Davide Faccio. Tutti da quantificare i danni provocati dalle fiamme. La ditta in questione è specializzata in soluzioni per il recupero di pile ed accumulatori e si trova nella zona industriale del comune.
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Roma, 16 gen. (askanews) - Nelle immagini, diffuse dalle Brigate Al-Quds della Jihad islamica, si vedono miliziani sparare colpi di mortaio contro le forze israeliane nel nord di Gaza. Malgrado l'annuncio del raggiungimento di un accordo fra Israele e Hamas su un cessate-il-fuoco con liberazione reciproca di ostaggi e prigionieri a partire da domenica 19, le ostilità sono continuate nella giornata di oggi, con 70 persone uccise nella Striscia di Gaza dai bombardamenti israeliani, secondo quanto ha dichiarato Mahmoud Basal, rappresentante della Difesa civile palestinese a Gaza.
ROMA (ITALPRESS) – “La separazione delle carriere è stata un grande successo del nostro Governo e, se permette, anche della mia storia personale. Ci sono delle buone ragioni per sostenere la non separazione delle carriere, ma, come dice Shakespeare, alle buone ragioni si devono opporre delle ragioni migliori (è scritto nel «Giulio Cesare»), e ci sono delle ragioni migliori, rispetto alle buone ragioni – che io capisco – dell'opposizione per opporsi alla separazione delle carriere, che militano invece a favore della riforma. Su questo però mi pare che sostanzialmente, nonostante la vostra astensione, potremmo anche essere d'accordo”. Così il ministro della Giustizia Carlo Nordio, nel corso del Question Time al Senato, rispondendo al leader di Italia Viva Matteo Renzi.
Quanto ai reati, “innanzitutto alcuni li abbiamo diminuiti, e non si deve fare una valutazione puramente quantitativa, ma anche qualitativa – ha spiegato Nordio -. Abbiamo eliminato quel reato di abuso di ufficio che pesava in modo imponente nella struttura non soltanto amministrativa, con la paura della firma, ma anche nella conduzione e nel numero molto significativo dei processi. Abbiamo introdotto delle previsioni di reato. Lo abbiamo fatto perchè vi sono delle situazioni storiche nelle quali si creano dei vuoti di tutela, ad esempio per l'avanzare della tecnologia. Certi reati oggi non hanno una determinata tutela, perchè l'avanzare della tecnologia ha, per esempio, enfatizzato le truffe informatiche, la captazione di dati, e con l'intelligenza artificiale forse ne vedremo di peggio. Altri reati sono diminuiti. Abbiamo introdotto un provvedimento sui rave party. Ci è stato chiesto a cosa sia servito. E' servito al fatto che non si sono fatti più rave party e non sono state più incarcerate persone perchè non sono stati più commessi reati. Ciò significa che, una volta tanto, c'è stato un effetto deterrente”.
“Le carceri: lei sa bene che questo è un problema che ci addolora. Abbiamo dei numeri e depositeremo la memoria per vedere che cosa è stato fatto e cosa si sta facendo – ha sottolineato il ministro -. A questo proposito abbiamo nominato un commissario straordinario, che inizierà – ha già iniziato in realtà – ad attuare questa forma di progettualità per la differenziazione della detenzione soprattutto in base ai rei e in base ai reati. Un esempio per tutti: la detenzione differenziata per i tossicodipendenti presso comunità; i tossicodipendenti, come sapete, più che essere delinquenti da punire, sono dei malati da curare. Più in generale, direi che questo aumento di reati, alcuni dei quali vengono anche sull'onda – è inutile negarlo – di certi allarmi sociali che si producono, sono determinati essenzialmente da vuoti di tutela che emergono dal fatto che oggi, per esempio, la tecnologia ci pone di fronte a dei problemi che una volta non esistevano”.
“La madre delle riforme, che è la separazione delle carriere e soprattutto l'istituzione dell'Alta corte di giustizia e il sorteggio dei magistrati, avrà a seguire tutta una serie di conseguenze positive per la stessa magistratura – ha concluso Nordio -. La magistratura oggi – questo ci tengo a dirlo da ex magistrato – è indipendente dal potere esecutivo, deve esserlo e lo resterà, ma non è affatto dipendente da se stessa. I magistrati dipendono oggi dalla sedimentazione correntizia che li tiene sotto tutela. In questo modo noi li svincoleremo, spezzeremo questo legame patologico che unisce elettore ed eletto e che trova la sua manifestazione più patologica nell'ambito della sezione disciplinare”.
– Foto Agenzia Fotogramma –
(ITALPRESS).
(Agenzia Vista) Roma, 16 gennaio 2025 "Stiamo studiando un provvedimento che, senza essere scudo penale, possa coniugare le garanzie di una persona ad avere interesse ad essere assistito in una eventuale indagine senza essere iscritto in nessun registro degli indagati. È una mia vecchia idea di venti anni fa, cerchiamo di portarla a compimento". Lo dice il ministro della Giustizia Carlo Nordio al question time al Senato. Senato Fonte: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev
Genova, 16 gen. (askanews) - "Potremmo correre da soli e ci stiamo riflettendo seriamente". Così il leader di Azione Carlo Calenda ha risposto ad un giornalista che gli chiedeva come si comporterà il partito alle prossime elezioni Comunali di Genova, a margine di un evento nel capoluogo ligure.
"Dipende molto dal Pd - ha sottolineato Calenda - perché quello che mi sembra che dobbiamo evitare è candidare l'ennesimo funzionario di partito che poi, come alle Regionali, perde perché non rappresenta un pezzo di mondo che non si riconosce nei funzionari di partito. Noi abbiamo qui un gruppo di persone molto in gamba, a partire da Cristina Lodi, e quindi valuteremo tutte le opzioni, tra cui anche quella di fare una corsa che raggruppi un mondo pragmatico che non ha voglia di imbarcarsi in lotte ideologiche, che faccia un progetto per la città. Vediamo, per ora non si capisce un granché".
"Noi siamo stati ad ascoltare - ha concluso il leader di Azione - ma non è chiaro quello che vogliono fare. I nomi che girano non ci convincono. Crediamo che non debbano essere persone che sono riconoscibili per attività di partito, tantomeno dentro il porto perché non mi pare proprio il caso".
(Agenzia Vista) Roma, 16 gennaio 2025 "Oggi è un brutto giorno. La giustizia ha bisogno di tante cose, come non vedere paralizzati tanti processi, di non vedere le carceri piene e di vedere alcuni reati scontati diversamente. Di certo non c'è bisogno di questo scontro con la magistratura, figlio dell'era berlusconiana. Senza Silvio Berlusconi e la sua fuga dalla giustizia, questa legge non esisterebbe" così il deputato Grimaldi di Alleanza Verdi e Sinistra. Fonte: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev
Bologna, 16 gen. (askanews) - Riunirsi dentro un nuovo partito non deve essere la priorità per i cattolici che decidono di impegnarsi per il bene comune a partire dai problemi quotidiani. E' il modo più concreto di riavvicinare le persone alla partecipazione politica, come spiega Gigi De Palo, promotore degli Stati Generali della Natalità e ideatore di Immischiati, il progetto dedicato a una nuova narrazione della Dottrina Sociale della Chiesa, che ha fatto tappa a Bologna.
"Io non entro nel merito del partito dei cattolici e dell'occupare degli spazi e che ci si muovi in funzione delle prossime elezioni, per i seggi e per avere degli spazi - dice De Palo -. Quello che noi stiamo cercando di fare, ormai da tanti anni, è di far ripartire il desiderio di partecipazione. Non è una questione di impegnarsi politicamente nel Parlamento, al Comune o in Regione; l'impegno politico nasce dalla 'lavanda dei piedi', dal cercare di risolvere i problemi delle persone nella scuola dei tuoi figli, nel comitato di quartiere, nel condominio, nel parco sotto casa".
"Noi dobbiamo generare un processo, accendere una miccia - prosegue De Palo -. Non dobbiamo rassegnarci. Ed è quello che cerchiamo di fare. Poi ci sarà chi si impegnerà anche a livello politico, ma noi siamo convinti che sia prioritario questo aspetto, anche perché la gente non va più a votare e questo è un grande problema, è una cartina di tornasole che dimostra una disaffezione alla politica che non è solo nel voto ma anche in una partecipazione più alta. Questo rende tutto più triste perché poi ci si disinteressa del bene comune".
"Immischiati", come ha ricordato Gigi De Palo, è un percorso gratuito, online, iniziato da alcuni anni, al quale hanno aderito persone da ogni parte d'Italia. "Dopo una formazione che ha coinvolto più di ottomila persone stiamo andando sul territorio per cercare di vedere quante persone si possono realmente attivare - spiega -. Stiamo approfondendo cinque temi: la persona, a Verona lo scorso anno, il bene comune a Bologna, la sussidiarietà a Milano, la solidarietà a Bari e concluderemo con partecipazione a Roma. Sono delle tappe che ci aiutano a riflettere in maniera laica, non convenzionale, su questi temi che sono centrali del desiderio di dare il nostro contributo. Se noi non torniamo a dare la vita in questo non cambierà il sistema e il Paese, ci lamenteremo sempre, saremo sempre indignati col mondo della politica senza ricordarci che la politica dipende anche da noi".
"Israele mette a rischio gli ostaggi prossimi al rilascio": a lanciare l'accusa l'ala militare di Hamas, le Brigate Ezzedine Al-Qassam, le quali hanno avvertito Tel Aviv che i continui raid e attacchi su Gaza dopo l'annuncio dell'accordo di cessate il fuoco mettono a rischio gli ostaggi vicini alla liberazione. "Ogni aggressione ed attacco a questo punto da parte del nemico rischia di trasformare la libertà di un prigioniero in una tragedia", ha scritto il gruppo su Telegram. Senza fornire ulteriori dettagli, poi, il portavoce Abu Obeida ha parlato di un attacco sferrato contro un luogo in cui si trovava una delle donne destinate ad essere rilasciate "nella prima fase del cessate il fuoco".
In effetti, comunque, nelle scorse ore l'esercito israeliano ha fatto sapere di aver attaccato "circa 50 obiettivi terroristici nella Striscia di Gaza" nell'ultimo giorno. "L'aeronautica militare ha attaccato circa 50 obiettivi terroristici in tutta la Striscia di Gaza nelle ultime 24 ore - ha affermato l'esercito in una nota -. Tra gli obiettivi attaccati figurano membri delle organizzazioni terroristiche Hamas e Jihad islamica, infrastrutture militari, depositi di munizioni, postazioni di lanciarazzi, siti di produzione di armi e posti di osservazione".
Nonostante questo, ora sembra che siano state risolte tutte le questioni che erano rimaste in sospeso e "l'accordo ora è fatto". Lo ha dichiarato una fonte statunitense citata su X dal giornalista di Axios, Barak Ravid. Il governo israeliano, quindi, si riunirà domani per approvare l'accordo di cessate il fuoco con Hamas, dopo che a Doha sono stati smussati anche gli ultimi punti di frizione.
– Iren S.p.A. (rating BBB outlook stabile per Standard & Poor's e rating BBB outlook stabile per Fitch) ha collocato oggi con grande successo la sua prima emissione obbligazionaria perpetua subordinata ibrida dal valore nominale di 500 milioni di euro. L'emissione, effettuata in esecuzione della delibera del 18 dicembre 2024 del Consiglio di amministrazione della Società, ha ricevuto richieste di sottoscrizione quasi 8 volte rispetto all'ammontare offerto, totalizzando ordini per un importo pari a 4 miliardi di euro. La data di regolamento dell'emissione è prevista il 23 gennaio 2025. L'operazione, volta a rafforzare ulteriormente la struttura patrimoniale e sostenere la flessibilità finanziaria del Gruppo, è coerente con la strategia di crescita di Iren finalizzata all'integrazione di EGEA, a cogliere nuove potenziali opportunità inorganiche oltre alla realizzazione degli investimenti previsti nel Piano Industriale 2024-2030 e conferma l'impegno di Iren al mantenimento dell'attuale rating investment grade.
Il prestito obbligazionario, emesso in una singola tranche da 500 milioni di euro, è non convertibile, subordinato, perpetuo ed esigibile solo in caso di scioglimento o liquidazione della Società, come stabilito nei relativi termini e condizioni. La cedola fissa annuale del 4,5% sarà corrisposta fino alla prima reset date del 23 aprile 2030. A partire da tale data, salvo non sia stato interamente rimborsato, il titolo maturerà un interesse pari al tasso Euro Mid Swap a cinque anni di riferimento incrementato di un margine iniziale di 221,2 punti base. Il margine aumenterà di 25 punti base a partire dal 2035 e di ulteriori 75 punti base dal 2050 per un importo cumulato di 100 punti base. La cedola fissa è pagabile annualmente in via posticipata nel mese di aprile, a partire da aprile 2025. Il prezzo di emissione è fissato al 99,448% e il rendimento effettivo alla prima reset date è pari a 4,625% per anno. I titoli, destinati a investitori qualificati, saranno quotati sul mercato regolamentato della Borsa Irlandese (Euronext Dublin). Si prevede, inoltre, che agli stessi venga assegnato da parte delle agenzie un rating di BB+/BB+ (S&P's/Fitch) e un equity content pari al 50%.
L'operazione di collocamento è stata curata da Barclays, BofA Securities, Citi, Goldman Sachs International, Intesa Sanpaolo (IMI CIB Division), Mediobanca, Société Générale Corporate & Investment Banking e UniCredit in qualità di Joint Lead Manager. "Siamo lieti di annunciare che il 2025 si apre con l'emissione inaugurale di un bond ibrido da 500 milioni di euro. La ricezione di mercato oltre le aspettative ci ha portato ad ottenere un risultato straordinario, con una domanda che ha superato di quasi 8 volte l'offerta, totalizzando ordini per un importo di oltre 4 miliardi di euro, a testimonianza della solidità e della credibilità di Iren sul mercato. – ha dichiarato Luca Dal Fabbro, Presidente esecutivo del Gruppo Iren – Questa iniziativa è perfettamente in linea con la nostra strategia di crescita, che prevede l'integrazione di EGEA e la realizzazione degli investimenti previsti nel nostro Piano Industriale 2024-2030, consentendoci di mantenere un'adeguata flessibilità finanziaria per cogliere eventuali ulteriori opportunità di sviluppo.”
“Siamo soddisfatti del risultato dell'operazione odierna che ci consente di rafforzare ulteriormente la struttura patrimoniale del nostro Gruppo diversificando altresì la base degli investitori. – ha dichiarato Giovanni Gazza, CFO del Gruppo Iren – L'emissione del bond ibrido garantisce un'elevata flessibilità finanziaria a supporto del raggiungimento dei target economico-finanziari fissati nel Piano Industriale, e riflette il commitment di Iren di perseguire una crescita nel rispetto di robuste metriche di credito in linea con gli attuali rating investment grade.”
Milano, 16 gen. (askanews) - "Nel 2025, il Regno Unito fornirà più supporto militare all'Ucraina che mai. Abbiamo già impegnato 3 miliardi di sterline per gli aiuti militari quest'anno e andremo oltre per supportare la prima linea, fornendo un prestito di 2,2 miliardi di sterline che verrà rimborsato, non dall'Ucraina, ma dagli interessi sui beni russi congelati". Lo ha detto il premier britannico Starmer a Kiev, in una conferenza stampa congiunta con il presidente ucraino Zelensky.